martedì 11 dicembre 2018

Il baco da seta


Un altro libro che ho preso da mia nipote è questo Il baco da seta, che non è un manuale sull’allevamento di vermiciattoli ma la seconda puntata delle avventure di Cormoran Strike, l’investigatore ideato dalla creatrice di Harry Potter sotto lo pseudonimo di Robert Galbraith (per la prima puntata vedi qui).
J. K. Rowling è una manna per chi dovesse soffrire di insonnia.



Per questa seconda avventura del detective senza una gamba la Rowling scomoda l’ambiente letterario: Strike viene chiamato a indagare sulla sparizione di uno scrittore e ben presto le sue si trasformano in indagini per un omicidio.
Se ciò fosse possibile, questo romanzo è ancora più lento del primo. Ancora una volta la Rowling non risparmia la sua logorrea cercando di ritardare il più possibile il momento della rivelazione dell’assassino. Con infiniti interrogatori, la discesa in campo di personaggi nuovi, il ritrovamento di personaggi vecchi, qualsiasi scusa è buona per allungare il brodo e rendere interminabile questo libro. Oltre alla vicenda cervellotica e francamente poco credibile.
In effetti mi ero aspettato di meglio. Forse il mondo delle case editrici inglesi e delle persone che girano loro intorno, dagli impiegati ai proprietari agli editors era troppo stuzzicante per quella di loro che si trova all’apice di questo mondo.
Il criticato romanzo che si trova al centro della vicenda, Bombyx Mori, è un libercolo scandalistico in cui il suo autore, Owen Quine, usa un linguaggio scurrile e dà contro a tutti, agenti letterari, editori e romanzieri rivali. E chiaramente per questo motivo di gente che avrebbe voluto vederlo morto ce n’è parecchia. Ma la Rowling la fa troppo lunga prima di arrivare alla soluzione: i protagonisti sono anche interessanti (il detective e la sua assistente, quelli delle case editrici molto meno), ma non bastano per poterlo promuovere del tutto.
Il Lettore 




Nessun commento:

Posta un commento