Sempre sulla scia di un format che è stato avviato oltre oceano,
e uscito in libreria appena all’inizio del mese scorso, questo libro della
Rizzoli raccoglie tre racconti di
diversi autori sullo stesso tema: l’essere poliziotta.
Tre racconti lunghi con
protagoniste tre donne che fanno
parte delle forze dell’ordine. Tre donne, ma con tre paia di palle che i loro colleghi uomini se le
sognano.
Ovvio, altrimenti che
interesse avrebbe suscitato il farle diventare delle protagoniste?
Ognuna di una lunghezza
compresa tra le cinquanta e le sessanta pagine, le tre prove non hanno in
comune null’altro che l’avere delle poliziotte
come protagonisti principali; per il resto cambiano lo stile e le vicende.
Il racconto di Massimo Carlotto è il più crudo (e come
ti sbagli?): una trucida storia di frontiera nella quale si sentono echi dei
suoi protagonisti abituali, solo che stavolta non c’è un Alligatore che con qualche trovata riesce a salvare una situazione
disperata, e Anna Santarossa se la
deve cavare da sola o quasi.
Un’altra Anna per Giancarlo De Cataldo nel racconto che della
tripletta a me è piaciuto di meno. Anna Doria ha a che fare con superiori saccenti e profittatori e
con le profondità del dark web, e
anche lei alla fine è costretta a ricorrere alla pistola d’ordinanza. La storia
non mi è piaciuta perché sa tanto di tirata per i capelli, e anche per quanto
riguarda lo stile non è che De Cataldo mi faccia impazzire.
Tanto per cambiare, il
racconto migliore (e come ti sbagli? E due…) per me è risultato quello di Maurizio De Giovanni, in pratica un prequel del romanzo Sara al tramonto che ho recensito qualche tempo fa. Incontriamo una
Sara Morozzi nel momento in cui le
muore il figlio per un incidente stradale e lei decide di investigare se sia
stato davvero un semplice incidente o se ci sia qualcosa sotto. Come in tutte
le anticipazioni che si rispettano entrano in campo i personaggi che in seguito
saranno approfonditi nel romanzo: l’amica e collega Teresa, la vedova del figlio Viola,
e si osservano comportamenti e aspetti che servono a specificare alcune
sfaccettature del personaggio principale.
Bella prova di anticipo di De
Giovanni, un po’ come aveva già fatto con il Commissario Ricciardi, con un
altro personaggio che merita anch’esso che prosegua con altre avventure.
In Carlotto e De Giovanni
risulta molto importante il trascorso
delle protagoniste, un passato per entrambe difficile i cui echi si ritrovano
nel comportamento delle donne al momento della vicenda in esame.
A parte De Cataldo un
volumetto interessante, di lettura veloce e non troppo impegnativo, che però
costa troppo sia in forma cartacea che digitale: in pratica la solita trovata
estiva per spillare quattrini.
Il Lettore
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