Per la serie: “Continuiamo a leggere tutti i romanzi di Elizabeth George in ordine cronologico”
è stato il turno di questo Dicembre è un
mese crudele dato alle stampe nel 1992 e trasposto nel quinto episodio
della serie televisiva sull’Ispettore
Lynley nel 2002.
Una cosa da dire: se della
George avessi letto questo per primo non mi sarei nemmeno sognato di imbarcarmi
in questa impresa.
Perché stavolta la scrittrice
statunitense non si è limitata alla sua solita scrittura lenta, e se il plot può
anche esserci (anche se un po’ troppo arzigogolato), ha fornito talmente tanti
di quei particolari in fondo in fondo inutili da rendere noiosissima tutta la parte centrale del libro.
Non abbastanza da piantarlo
lì e passare ad altro, ma in modo sufficiente per farti disamorare presto e non
vedere l’ora di finirlo per passare ad altro. In centinaia di pagine le
indagini non proseguono e non succede assolutamente nulla, e se lo scopo della
George era quello di farti entrare in un’atmosfera cupa e deprimente questo
almeno le è riuscito benissimo.
La vicenda si svolge
principalmente in un paesino sperduto del Northumberland in cui gli amici dell’ispettore
Simon e Deborah sono in vacanza. Simon sospetta che nella morte improvvisa per
avvelenamento del prelato del luogo ci sia qualcosa di non del tutto chiaro e
coinvolge Lynley, che sbroglierà la vicenda quasi come estraendone la soluzione
da un cappello magico.
E poi: solite prosecuzioni dei
rapporti tormentati tra Thomas Lynley
e Lady Helen, tra Simon St. James e Deborah Cotter, approfondimenti dei problemi di Barbara Havers eccetera. Le solite
cose, insomma, ma più noiose del consueto. In più, con un finale abbastanza
cervellotico e un pochino poco plausibile.
Un altro romanzo della George
che non mi ha soddisfatto, e se non sapessi già che alcuni dei successivi sono
notevoli, desisterei dallo scopo che mi sono prefissato. Ma proseguirò, non fosse altro che
per individuare il punto della sua carriera in cui ha ricominciato a scrivere
in modo interessante.
Il Lettore
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