Dopo I Guardiani, ecco che MaurizioDe Giovanni si lancia in un’altra avventura al di fuori del Commissario Ricciardi che parrebbe
destinata anch’essa a diventare una serie.
Bel romanzo e bei personaggi,
un altro centro per l’autore partenopeo.
Se diventerà una serie non ne
ho idea, ma in fondo il romanzo si regge bene
anche come episodio a sé stante. Ma quando uno azzecca un personaggio darebbe
gusto leggerne anche altre avventure.
In una Napoli che in questo
romanzo appare solo di sfuggita Sara
è una donna di mezza età che si comporta sempre in modo da non essere notata:
capelli grigi, vestiti non appariscenti, del tutto sotto tono. Ma c’è una
ragione. Sara era un funzionario di alto grado, ormai in pensione, di uno dei
più nascosti dei servizi segreti,
una donna alla quale il lavoro l’ha abituata ad essere completamente invisibile, a passare inosservata in
qualsiasi occasione.
È una donna che ha abbandonato marito e figlio per dedicarsi all’amore
totale per quello che era il suo principale, e quando quest’ultimo è morto per
una malattia ed è stato seguito subito dopo dal figlio di lei per colpa di un
incidente stradale, ha sentito di
non avere più nulla che la legasse alla vita e si trascina in un’esistenza
segnata solo dal dolore dei ricordi.
Fino a quando una sua ex collega
e improbabile amica, Teresa, ha
bisogno che un’indagine venga svolta tenendosi al di fuori dei canali ufficiali
e si rivolge a lei riportandola in pista suo malgrado. La ragione è che Sara è indispensabile perché dotata di
abilità particolari che ha affinato nel corso degli anni. Capacità acute, quasi
extrasensoriali o esoteriche, che ricordano alla lontana il “dono” del Commissario Ricciardi: dove l’altro
protagonista vede i morti, Sara
riesce a interpretare in modo esatto atteggiamenti, gesti, posture e movimenti
labiali delle persone, e li traduce in chiaro nonostante la distanza come se
ascoltasse un discorso.
In questa indagine è accompagnata
da un poliziotto “stropicciato”, Davide
Pardo, con il suo invadente Bovaro
del Bernese, e da Viola, la ex convivente
del suo povero figlio che la sta per rendere nonna. Quattro personaggi ben
caratterizzati a cui per il lettore è facile affezionarsi, che piacciono subito
e dei quali vorresti subito vedere il comportamento man mano che il romanzo
procede.
Maurizio
De Giovanni è stato in
gamba ancora una volta. Nel libro vi sono sì dei piccoli aspetti ai quali
possono essere mosse delle critiche (per esempio a me è parso che Pardo parli
un po’ troppo, impressione assolutamente personale), la trama non sarà
originalissima ma ci può stare, ed è facile immaginare chi sia il “cattivo”
della situazione tra i pochi comprimari in ballo (anche se per la verità io
stesso ero indeciso tra due dei papabili). Ma da vero professionista l’autore
ha tirato fuori ancora una volta un plot
meritevole di raggiungere i primi posti delle classifiche di vendita con
personaggi a cui uno si augura che venga dato un seguito.
Bravo De Giovanni. Nonostante
le lievi critiche il romanzo si legge d’un fiato, è interessante e fa venire
voglia di proseguire, tant’è vero che l’ho letto in due giorni nonostante gli
impegni e il sonno pressante.
Quest’ultimo permettendo, ora
mi sono buttato in una lettura veramente impegnativa su cui da diverso tempo
volevo mettere gli occhi: chissà come andrà a finire?
Il Lettore
Lettore, De Giovanni
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