giovedì 3 maggio 2018

Sara al tramonto


Dopo I Guardiani, ecco che MaurizioDe Giovanni si lancia in un’altra avventura al di fuori del Commissario Ricciardi che parrebbe destinata anch’essa a diventare una serie.
Bel romanzo e bei personaggi, un altro centro per l’autore partenopeo.



Se diventerà una serie non ne ho idea, ma in fondo il romanzo si regge bene anche come episodio a sé stante. Ma quando uno azzecca un personaggio darebbe gusto leggerne anche altre avventure.
In una Napoli che in questo romanzo appare solo di sfuggita Sara è una donna di mezza età che si comporta sempre in modo da non essere notata: capelli grigi, vestiti non appariscenti, del tutto sotto tono. Ma c’è una ragione. Sara era un funzionario di alto grado, ormai in pensione, di uno dei più nascosti dei servizi segreti, una donna alla quale il lavoro l’ha abituata ad essere completamente invisibile, a passare inosservata in qualsiasi occasione.
È una donna che ha abbandonato marito e figlio per dedicarsi all’amore totale per quello che era il suo principale, e quando quest’ultimo è morto per una malattia ed è stato seguito subito dopo dal figlio di lei per colpa di un incidente stradale, ha sentito di non avere più nulla che la legasse alla vita e si trascina in un’esistenza segnata solo dal dolore dei ricordi.
Fino a quando una sua ex collega e improbabile amica, Teresa, ha bisogno che un’indagine venga svolta tenendosi al di fuori dei canali ufficiali e si rivolge a lei riportandola in pista suo malgrado. La ragione è che Sara è indispensabile perché dotata di abilità particolari che ha affinato nel corso degli anni. Capacità acute, quasi extrasensoriali o esoteriche, che ricordano alla lontana il “dono” del Commissario Ricciardi: dove l’altro protagonista vede i morti, Sara riesce a interpretare in modo esatto atteggiamenti, gesti, posture e movimenti labiali delle persone, e li traduce in chiaro nonostante la distanza come se ascoltasse un discorso.
In questa indagine è accompagnata da un poliziotto “stropicciato”, Davide Pardo, con il suo invadente Bovaro del Bernese, e da Viola, la ex convivente del suo povero figlio che la sta per rendere nonna. Quattro personaggi ben caratterizzati a cui per il lettore è facile affezionarsi, che piacciono subito e dei quali vorresti subito vedere il comportamento man mano che il romanzo procede.
Maurizio De Giovanni è stato in gamba ancora una volta. Nel libro vi sono sì dei piccoli aspetti ai quali possono essere mosse delle critiche (per esempio a me è parso che Pardo parli un po’ troppo, impressione assolutamente personale), la trama non sarà originalissima ma ci può stare, ed è facile immaginare chi sia il “cattivo” della situazione tra i pochi comprimari in ballo (anche se per la verità io stesso ero indeciso tra due dei papabili). Ma da vero professionista l’autore ha tirato fuori ancora una volta un plot meritevole di raggiungere i primi posti delle classifiche di vendita con personaggi a cui uno si augura che venga dato un seguito.
Bravo De Giovanni. Nonostante le lievi critiche il romanzo si legge d’un fiato, è interessante e fa venire voglia di proseguire, tant’è vero che l’ho letto in due giorni nonostante gli impegni e il sonno pressante.
Quest’ultimo permettendo, ora mi sono buttato in una lettura veramente impegnativa su cui da diverso tempo volevo mettere gli occhi: chissà come andrà a finire?
Il Lettore
Lettore, De Giovanni



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