E torniamo a un autore
consolidato. Con questo libro, dato alle stampe nel 1991 come quinto della
serie ma che come ambientazione temporale precede quelli che sono stati
pubblicati prima, Elizabeth George
si conferma una grande scrittrice di romanzi gialli e i suoi personaggi
acquisiscono sempre più spessore.
In questo caso la George ha
voluto dare più risalto ai rapporti che intercorrono tra i protagonisti seriali
approfondendo le dinamiche delle relazioni tra loro: Simon St.James e Deborah
Cotter fanno emergere alla luce il rapporto che li lega da sempre e Thomas Lynley riallaccia l’affetto che
lo lega alla madre e al fratello nonostante i dissapori che sono emersi nel
corso degli anni.
Il tutto prende spunto da
qualche giorno di vacanza che il gruppo decide di trascorrere a Nannurel, la tenuta in Cornovaglia dei
nobili Asherton nei pressi di Howenstow. Durante la vacanza viene
barbaramente assassinato un giornalista del posto e parenti e amici di Lynley
si trovano coinvolti nel fatto che alla fine lui si troverà doverosamente a
risolvere.
Anche se in questo caso il
nobile poliziotto non è che svolga poi così tante indagini, e molte delle
intuizioni che portano a risolvere il caso sono merito di Simon St.James. Una particina di secondo piano è riservata anche ad
una Barbara Havers alla quale Lord Asherton sta ancora profondamente
antipatico.
In questo episodio si nota
chiaramente come il lato “giallo” sia nettamente subordinato alla spiegazione dell’evoluzione psicologica dei
protagonisti, allo scopo di legare il lettore più alle loro vicende continuative
che ai casi criminali puntuali della serie. Sia pure essendo al corrente di ciò
che avverrà loro negli anni successivi, ho gradito lo stesso questi
approfondimenti che in ogni caso accrescono il fascino dei personaggi. Comunque
anche la trama gialla non è da disprezzare, e l’alternanza tra gli episodi
indagine/personale è ben architettata.
Unico appunto: purtroppo un
libro rovinato dalla traduzione (può essere) e dalla mancanza di cura
editoriale (di certo). Molto spesso bisogna tornare indietro nella lettura per
la presenza di brani che non si capiscono. Poi ti accorgi che in molti periodi mancano
le virgole che dovrebbero marcare alcuni incisi, e quindi i ragionamenti non
filano lisci come dovrebbe essere. Oltre al fatto che in qualche frase manca completamente
il predicato verbale. Colpa del traduttore, forse, che magari padroneggia più l’inglese
che l’italiano, e in ogni caso del curatore che non ha riguardato il testo da
stampare come avrebbe dovuto.
Dopo la delusione di Per amore di Elena, nonostante l’appunto
di cui sopra questo romanzo ha fatto riacquistare punti alla George nella mia
considerazione personale. Ora è il turno di lettura di Dicembre è un mese crudele, del 1993, per la serie mi farò tutti i
romanzi della George in ordine cronologico.
Ma non subito, vi lascio
respirare.
Il Lettore
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