giovedì 24 novembre 2016

Rileggere per salvarsi

Avrete notato come il ritmo di questi post ultimamente sia rallentato.
Non è perché io non legga più, ma questo è un momento in cui si ha bisogno di certezze come poche volte è successo in precedenza.




Non è solo il propendere per un SI o per un NO, che su quello non ho dubbio alcuno, è che guardandoti intorno e ascoltando gente che parla ti accorgi come di persone che aprono bocca e danno fiato al giorno d’oggi ce ne siano un’infinità, ma in realtà quelle che sanno di che cosa stanno parlando e a cui credere sono veramente poche e difficilmente individuabili.
Basta fare un giretto su Faccialibro per rendersene conto. Ad un’occhiata superficiale sembra vero tutto e il contrario di tutto, qualsiasi affermazione appare sacrosanta, e guai ad inserire un commento perché qualsiasi cosa tu dica trovi qualcuno che come minimo non è d’accordo e di norma sarebbe disposto a utilizzare il tuo intestino come budello per le salsicce. E il bello è che per farlo porterebbe anche ragioni a prima vista valide.
A chi credere? Come scartare la pula? Come e dove trovare le ragioni oggettive di un determinato fatto?
Dove sono finite quelle belle certezze che c’erano una volta? La certezza della pena, per esempio. La certezza di un lavoro, la certezza dell’onestà di un politico, la certezza di un’aleatoria equità, la certezza che se pubblicizzano un libro deve essere buono per forza.
Non ci sono più. Si sono volatilizzate lasciandoci in mano a chiunque abbia voglia di dare fiato senza sapere nemmeno minimamente di cosa stia parlando o, peggio, che intenda trascinarti dalla sua parte per scopi che sono noti solo alle sue intenzioni di lucro.
E allora è meglio fermarsi, piuttosto che continuare ad alimentare un baratro di incoerenza e pressappochismo, piuttosto che lasciarsi invischiare nella superficialità dilagante alimentata dai media per la soddisfazione di una massa imbarbarita a dovere.
Dove trovare le certezze di cui hai bisogno?
Ma nei libri già letti, ovvio.
Quelli che ti hanno soddisfatto, che ti hanno fatto sentire bene una volta terminati, quelli che avresti voluto scriverli tu, quelli che ti hanno fatto nascere delle emozioni, quelli di cui hai goduto ogni passaggio.
Quelli sì, che sono una certezza: sai che è già successo e risuccederà ancora quando lo riprenderai in mano, te lo gusterai senza sorprese ma anzi, con la certezza immarcescibile che vi ritroverai intatte le sensazioni già provate, quelle di cui hai bisogno in un’epoca il cui unico punto fermo è la transitorietà.
Lo Scrittore

Nessun commento:

Posta un commento