Sol levante e pioggia
battente
Non due ma tre.
Dal momento che ce lo avevo
sul lettore e che l’ho letto al volo perché è corto, vi propongo il terzo
scritto di fila di Marco Malvaldi.
Direte che ho rotto, ma
quando ce l’hai a portata di occhi e sono brevi non se ne può fare a meno. E
poi è un’altra dimostrazione del fatto che quando uno vende gli possono
chiedere qualsiasi cosa. In realtà non so nemmeno se di questo sia uscito un
volumetto in formato cartaceo: dalle
poche ricerche in rete che ho condotto non ne sono venuto a capo, ma in questo
caso dovrebbe essere più un depliant
che un libro vero e proprio, dal momento che le pagine non sono molte.
Della serie: puoi chiedermi
qualsiasi cosa perché tanto mi leggono, dopo la gastronomia e l’umorismo stavolta
il tema è incentrato sulle più svariate differenze che intercorrono tra olandesi e giapponesi.
E questo che minchia ha a che
fare con Marco Malvaldi?
Dice che sono due paesi (e
due popoli) che lui ama molto, e questo è bastato per scriverci sopra un piccolissimo
saggio che tra l’altro in copertina riporta pure un editore (RCS Quotidiani –
Corriere della Sera), quindi magari costa pure qualcosa e probabilmente verrà
pure venduto.
Nel testo vengono analizzate
parecchie diversità tra i due popoli e i due paesi, dai modi di fare alle
abitudini alle convenzioni sociali, tutti utilizzando la consueta verve di Malvaldi che fa sorridere
spesso e si legge benissimo e con rapidità. Un esempio: in Giappone nessuno fa caso se avete i calzini puzzolenti, ma in ogni modo
è obbligatorio togliersi le scarpe quando si entra in casa d’altri; e lasciamo
perdere le condizioni dei bagni nelle abitazioni olandesi…
Librettino divertente, ma cui prodest?
Ve ne riporto l’incipit che
fa vedere come in realtà lo scrittore non ami molto viaggiare: “Io non sono esattamente quel che si dice un
viaggiatore nato. Per me, il concetto di relax si abbina con una casa vuota, un
divano comodo (non troppo lontano dal frigorifero), un bel libro e una carabina
di precisione con cui stecchire gli eventuali rompiscatole di passaggio.”
E allora cos’è che ti ha
portato a scrivere questa cosa che non si sa bene come definire? Ci si domanda.
La risposta l’ho data due puntate fa.
Bene, ora cambiamo autore
davvero.
Il Lettore
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