giovedì 13 settembre 2018

Il lato oscuro dell’addio


A volte capita di dover modificare le proprie convinzioni.
Nel dicembre 2013 stroncavo Michael Connelly, (qui), ripromettendomi di non leggere mai più nulla di suo, poi invece ne ho letto un altro che era leggermente migliore del primo che mi era passato per le mani (qui), e ora mi hanno prestato questo Il lato oscuro dell’addio che ho trovato decisamente buono.
L’importante è essere aperti ai cambiamenti, ne potrebbe sempre derivare qualcosa di positivo.


Il protagonista è sempre quel simpaticone di Harry Bosch, finalmente in pensione ma ri-assunto a tempo determinato in uno dei sobborghi di L.A., perché di uno come lui non se ne può fare a meno nonostante i casini in cui si invischia. Il part time gli consente di fare un po’ di libera professione, e come detective privato viene interpellato da un anziano e ricchissimo industriale che lo incarica di provare a rintracciare un ipotetico figlio, che forse ha avuto da un’antica amante, al quale poter lasciare la sua cospicua eredità.

La ricerca si aggiunge a quella di un violentatore seriale che terrorizza la zona in cui opera il distretto per cui lavora, e quindi Bosch si trova impelagato in due casi che non gli daranno pace fino a quando non li avrà risolti e che scomoderanno perfino il suo passato di combattente in Vietnam.
Le cose si complicano quando il riccastro muore, e Bosch si ritroverà coinvolto anche nell’indagine per il suo omicidio. E alla fine sarà lui a risolvere anche questa, come dire: i protagonisti altrimenti cosa ci stanno a fare?
Buon romanzo, ben architettato, dallo svolgimento agile e sicuramente non inverosimile come il primo che avevo recensito di questo autore. Anche in questo si trovano frequenti riferimenti al passato del protagonista e alla storia recente degli Stati Uniti, e il tutto è ben costruito. Come al solito sono tirati in ballo anche i cazzi casi personali di Bosch (figlia, parenti vari), ma in maniera non invadente.
Che dire di più? È anche possibile che io rilegga ancora qualcosa di Michael Connelly.
Il Lettore



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