mercoledì 6 novembre 2013

L’altro giorno hanno pubblicato un libro…

…e lo presenteranno in pompa magna in uno dei prossimi fine settimana in una biblioteca della mia città. L’autrice è del posto, e anche la piccola casa editrice che lo ha pubblicato. Già su Faccialibro fioccano gli inviti, un mucchio di persone hanno messo il proprio mi piace e un altro mucchio dicono che parteciperanno con entusiasmo. Fervono i commenti: bello! Da non lasciarsi sfuggire! Pieno di poesia! Ci saranno personaggi noti oltre all’autrice, un’occasione da non perdere.


Ma io me la perderò.
Io non andrò di certo.
Non perché io snobbi questi eventi cultural-mondani - anche se non mi piacciono molto gli assembramenti non mi pare una ragione sufficiente - quanto perché so già di che si tratta, perché quel libro, io, l’ho già letto.
E a suo tempo l’avevo bocciato.
Eh sì, perché il libro che hanno pubblicato e che presenteranno in pompa magna mi era capitato sotto gli occhi più di un anno fa sotto forma di manoscritto da leggere e valutare, e io l’avevo letto e valutato. E bocciato.
A parte l’impaginazione da tela di Pollock in Times New Roman corpo 12 interlinea singola, con 630 parole a pagina, quello che segue è un estratto del commento che inviai all’Editore Sommo una volta esaminato il manoscritto, in questa sede leggermente modificato per non far riconoscere libro e autore:
Autrice - Titolo
Si sente dalle prime righe che l’Autrice ha già scritto qualcosa, descrive abbastanza bene, inserisce metafore e similitudini appropriate, ma nel complesso lo scritto è una sfilza di episodi slegati pieni di luoghi comuni in situazioni ed espressioni, e di noiose riflessioni sul senso della vita indotte dall’avanzare dell’età. Che è l’unico filo che lega gli episodi. Anche in questo caso, nello spiegare i suoi stati d’animo e la sua concezione della vita, l’Autrice “tell”, non “show”, e te li lascia cadere come dogmi.
Nel capitolo “XXX” si pone in cattedra a lanciare anatemi sui maschi da vecchia femminista in menopausa attribuendo loro la colpa di tutte le cose storte del mondo. Non voglio dire che abbia torto, ma lo dice con un astio che è fastidioso e che affiora spesso in tutto il resto del testo.
Da uomo, questo libro non lo comprerei mai. E anche ad una donna “normale” penso che non interesserebbe. Tecnicamente c’è da fare parecchio lavoro di editing, dai refusi alle parole storpiate ai disallineamenti. E ci sono troppe citazioni gratuite.
Oltretutto non c’è nemmeno una parvenza di fine o di conclusione: a metà l’elaborato cambia registro di colpo, senza avvertire, di punto in bianco cominciano dei racconti del tutto avulsi dal contesto precedente.

E anche in seguito al mio commento, all’epoca l’Editore non ne fece nulla.
Ora invece lo presenteranno pubblicato da un’altra Casa Editrice, e io auguro di tutto cuore all’autrice di avere tutto il successo che si merita.
Se i commenti che appaiono adesso su Faccialibro ne parlano come di un capolavoro, e tenendo presente che io deficiente non mi reputo, di sicuro autrice ed editors avranno operato una revisione sostanziale del testo fino a renderlo degno di merito, fino a farlo diventare veramente un buon prodotto. Certamente i contenuti saranno stati resi meno scontati; forse quell’acredine nei confronti dell’universo maschile sarà stata ridimensionata fino a riportarla ad un livello perlomeno giustificabile agli occhi di un qualsiasi lettore; forse, anzi di sicuro, avranno reso l’impaginazione un pochino più leggibile; è possibile anche, anzi è auspicabile, che abbiano eliminato del tutto errori e sgrammaticature.
Lo avranno fatto senza ombra di dubbio.
Ma io non sono per nulla curioso di andare a controllare.
Il Valutatore

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