Innanzitutto diciamo che
questo romanzo è catalogato come un Giallo
per Ragazzi, tanto è vero che è uscito nella collana “Feltrinelli KIDS”, ma
“per ragazzi” non lo è affatto.
Per diverse ragioni, e non
fosse altro perché gli adolescenti di oggi non saprebbero apprezzare tutti i
cammei di cui il testo è farcito.
Ma è di sicuro un libro che a Gil
Grissom piacerebbe molto, perché oltre ad essere un giallo è anche un
viaggio alla riscoperta degli albori della ricerca scientifica finalizzata alla
criminologia, quella che ha raggiunto la sua apoteosi mediatica in CSI – Scena del crimine.
Sergio
Rossi ha una formazione
da Fisico; lavora come consulente editoriale; ha già pubblicato dei romanzi per
ragazzi; è uno dei più ferrati esperti
di Fumetto che ci siano in Italia, tant’è vero che ha dato alle stampe
anche due interessanti saggi (sul fumetto erotico e politico italiano); è stato
direttore della rivista Fumo di China;
scrive su diversi giornali ed è tra i fondatori della Biblioteca delle Nuvole, con tutta probabilità la più grande
biblioteca italiana di soli fumetti.
Tutto questo oltre ad
essere un caro amico, di quelli che
purtroppo si vedono ogni morte di papa. E se a questo punto dovessero sorgervi
dei dubbi sulla mia integrità (e so anche a chi potrebbero venire…), sappiate
comunque che se questo romanzo fosse stato una porcata non mi sarei tirato
indietro dallo stroncarlo, o perlomeno lo avrei ignorato.
La trama di Un lampo nell’ombra parte
dall’assassinio di due uomini e si dipana basandosi sulle indagini svolte da
quella che era la polizia scientifica
dell’epoca in una Bologna di inizio Novecento fervente di cambiamenti. I
personaggi che man mano entrano in scena sono ben caratterizzati e non mancano
di quella simpatia che li rende da subito piacevoli al lettore; lo stile è
semplice e lineare benché ricchissimo di citazioni e riferimenti storici e in
pratica la lettura è scorrevole fino alla fine che si rivela densa di intrighi
internazionali e finti (o veri) tradimenti inaspettati.
Ma la vicenda è servita
all’autore per soffermarsi anche su altri temi densi di interesse: la
ricostruzione storica di una città importante, il ripercorrere le vicissitudini
dell’avvento del fumetto, l’analisi del passaggio dalle teorie di Cesare Lombroso ad una più rigorosa
investigazione del crimine, l’istantanea dello stato delle conoscenze
scientifiche dell’epoca, la disamina delle abissali disparità sociali tra ceti
diversi, gli intrecci della politica europea negli anni immediatamente
precedenti lo scoppio della prima guerra mondiale, e non poteva mancare una doverosa
liaison dai toni romantici.
Il tutto condito da una
quantità impressionante di citazioni storiche, scientifiche, fumettistiche, geografiche,
letterarie e gastronomiche, più o meno palesi, con riferimenti che vanno da
Verne a Marinetti, da Collodi a Mascagni, da Conan Doyle a Lombroso a
Shakespeare, da Collins a Poe, da Vamba a Magnus e perfino a Douglas Adams in terzultima pagina, solo
per citarne alcuni, senza mai cadere nel saccente ma anzi, fornendoti piacere
quando riesci a riconoscere quelle più nascoste. E soprattutto senza annoiare,
in questo supportato anche dal frequente uso del dialogo che il più delle volte
è serrato con poche concessioni alle contestualizzazioni (e questo modo di
colloquiare per iscritto ricalca quello di altri narratori di mia conoscenza…).
Una lettura piacevole, allo
stesso livello dei gialli che per ragazzi non sono. Una piccola pecca che ho notato, amplificata dalla
collocazione quasi a specchio alle pagine 100 e 101, sono ben due refusi: se
questo si può perdonare in una piccola casa editrice, dai curatori di
Feltrinelli non ce lo si aspetterebbe.
Un altro mio carissimo amico di gioventù, compagno
di scuola e di basket, attualmente si
trova proprio al vertice della sezione di medicina legale della questura di
Bologna: chissà se avrà letto questo romanzo?
Il Lettore
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