mercoledì 20 novembre 2013

La lista nera

Uno dei più grandi piaceri per un lettore è quello di capitare “per caso” in libreria e trovarci l’ultimo uscito di uno dei tuoi autori preferiti, del quale non sapevi che fosse imminente la pubblicazione. È quello che mi è successo venerdì pomeriggio, quando mi sono imbattuto in questa novità di Frederick Forsyth.

La mezzanotte di domenica era già finito.


Adoro Forsyth, fin dal primo suo romanzo che ho letto, quel Il giorno dello sciacallo che costituisce anche il suo romanzo d’esordio. Quando uno debutta con un capolavoro che cosa gli vuoi dire? Bravo, continua così. Ed è quello che l’autore inglese ha fatto, alternando opere splendide ad altre un po’ meno, ma mantenendosi sempre su livelli eccellenti sia nel romanzo che nel racconto: Nessuna conseguenza rimane sempre uno dei più bei libri di racconti che io abbia mai letto.
Nei suoi romanzi Forsyth ha sempre trattato di spionaggio e guerre palesi o nascoste tra Stati (se fosse nato prima avrebbe indagato anche su Inghilterra-Germania ai tempi della seconda guerra mondiale), partendo da Francia-Algeria per continuare con USA-URSS, USA-Vietnam e Coalizione-Iraq, per finire con Stati Occidentali vs Terrorismo Islamico, tematica che costituisce l’ossatura di tutte le sue ultime opere. Dopo il resoconto dell’attentato a Charles De Gaulle, Forsyth ha di nuovo raggiunto la vetta dell’eccellenza con parecchi altri romanzi, da I mastini della guerra a Il pugno di Dio, per nominarne solo due, fino a quel Il Vendicatore che ho letto almeno 4 o 5 volte, tanto per studiare come si scrivono le scene di azione. Dopo l’11 settembre 2001 Forsyth ha eletto i fanatici musulmani a nemico preferito dei suoi eroi, non mancando mai però di rimarcare gli aspetti positivi dell’Islam moderato.
Al di là delle considerazioni politiche e della tematica ultranazionalista ed epica (nei suoi romanzi il “buono” è quasi sempre un ufficiale inglese o americano iperspecializzato che combatte contro il cattivo di turno adoperando tutti gli ultimi ritrovati della scienza militare), sulle quali si può essere d’accordo o meno, l’aspetto che più mi preme sottolineare in Forsyth è quello della scrittura: se ti piacciono i libri d’azione su uno sfondo di politica internazionale, allora Forsyth rimane sempre il top.
Anche se…
Su quest’ultima prova, per esempio, non posso fare a meno di separare il mio io in una scissione dualistica: il me stesso che ha divorato il romanzo con grande piacere, e l’altro me stesso che ha trovato in esso un mucchio di difetti.
Perché da un lato La lista nera è una scopiazzatura degli ultimi romanzi dello stesso Forsyth: stessa tematica de L’Afgano e Cobra, stessi stereotipi, stessi nemici, stessi personaggi di supporto, stesse procedure operative, stesse tecniche d’indagine, stessi combattimenti, stessi SAS, stessi lanci HALO, simili risoluzioni e finale quasi scontato, tanto che leggendo viene da pensare a quanto è brutta l’abbinata fama-vecchiaia, che porta un autore a ripetersi nonostante non credo abbia bisogno di soldi (chissà perché ora mi è venuto in mente Camilleri?). Senza contare il pressappochismo della traduzione e quei quattro o cinque refusi (perfino un Golda Meyer (!!!) al posto di Golda Meir) che in un Omnibus Mondadori uno non si aspetta proprio di trovare e quando invece ti spiccano davanti agli occhi ti incazzi proprio.
Ma d’altra parte c’è uno stile di scrittura superbo, portato avanti in un modo tale che anche se ti accorgi che si sta ripetendo non puoi fare a meno di smettere di leggere. Le descrizioni sono sempre calzanti e interessanti, l’azione è azione pura, senza distrazioni, la profonda conoscenza dei particolari viene trasmessa in modo impeccabile e interessante, la tensione narrativa è innescata fin dall’inizio e non gli è mai consentito di calare, la sospensione dell’incredulità non ha tentennamenti.
Sarà l’affezione che provo per questo autore, ma nonostante sia consapevole dei difetti che vi ho trovato, per me rimane una buona lettura, che mi ha divertito ed è riuscita a sottrarre qualche ora al sonno (cosa sempre più difficile…).
Il Lettore

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