In Francia si leggono
fumetti molto più che in Italia. In Francia i fumetti trovano posto nelle
librerie di tutti insieme alla letteratura, fianco a fianco, non come qui da
noi dove vengono relegati nell’angolo più nascosto della camera dei figli o in
cantina o in soffitta. Non voglio dire con questo che i Francesi sono più
civili di noi, quanto che trovo alquanto criticabile che qui da noi si metta in
bella mostra l’ultimo libro di Bruno Vespa (Moccia, Carrisi, Colò, James,
eccetera eccetera…) e si nasconda per stupido pudore una graphic novel (oddìo! Metti via, presto! Chissà cosa potrebbero
pensare gli ospiti se vedessero che
leggiamo fumetti!).
Una graphic novel non è altro che un romanzo disegnato con l’aiuto
della tecnica del fumetto, e in genere si differenzia dal fumetto cosiddetto
popolare per la maggior lunghezza, per il più denso spessore narrativo dei
contenuti e per l’approfondita caratterizzazione psicologica dei personaggi.
Uno scrittore che sappia anche disegnare potrebbe rappresentare un suo testo attraverso
questa forma d’arte, risparmiandosi ad esempio l’onere di scrivere descrizioni
di ambientazioni o azioni dinamiche semplicemente disegnandole.
Fosse facile…
Sotto forma di graphic novel sono state realizzate opere
che non sfigurerebbero nelle migliori biblioteche o tra gli elenchi riportanti
il meglio della letteratura, opere incredibilmente piacevoli da leggere, opere che
ti dovrebbero far sentire orgoglioso di metterle in mostra.
Lo
scontro quotidiano è una
di queste opere.
E chi l’ha mai sentito
nominare? Direte. Ecco, appunto.
Emmanuel
(Manu) Larcenet, quarantaquattrenne
autore francese già vincitore di diversi premi, con quest’opera in due volumi
ha voluto rappresentare la quotidianità con tutti i suoi drammi e le sue
futilità, utilizzando personaggi del tutto normali e inserendoli in storie che
bene o male viviamo tutti, dalle più leggere alle più gioiose alle più
drammatiche. Problemi di convivenza, di lavoro, di crisi personali e sociali,
di scelte politiche, di amore, di rapporti, di nascite e di decessi. La vita,
insomma.
E Larcenet riesce a
dipanare la vita dei protagonisti alternandola tra gioie e drammi, tra
leggerezza e profondità, con spunti di intensa riflessione in uno stile
semplice che utilizza elementi narrativi apparentemente fragili per costruire
mondi interiori complessi.
Larcenet scrive la storia
di gente comune attraverso episodi di vita che possono essere più o meno
significativi, a volte ironici, a volte commoventi e riflessivi, e dipinge un
quadro di vita che potrà sembrare a chi banale a chi profondo, ma sempre reale,
in una Francia in cui alcuni dei suoi abitanti sono sconvolti dai cambiamenti
politici, e lo fa con un tratto più iconico che realistico, più vicino alle
strisce comiche che ad una narrazione seria, più caricaturale che
espressionistico; eppure da quel tratto semplice emergono i sentimenti con una
forza che il lettore non si aspetterebbe: a Larcenet basta tratteggiare un
occhio con una linea tremula, vuoto, senza alcunché a formare iride e pupilla,
per trasmettere la tempesta di emozioni che riempie colui che sta dietro a
quell’occhio, basta sfumarlo per far capire l’annullamento mentale di una crisi
di panico.
La tavola è una gabbia di 3
vignette su 4 righe per pagina, che in totale possono scendere a 10 o salire a
15 quadri, ma non esplode mai in una splash page e resta sempre schematica a
caratterizzare con rigore il passare del tempo e la ripetitività della routine
quotidiana. Larcenet si limita ad alternare l’uso del colore, mai acceso,
sempre sottotono, all’uso di tavole interamente in bianco e nero nelle quali la
presenza isolata della didascalia scandisce i pensieri del protagonista,
conferendo un tono riflessivo sottolineato dai disegni delle fotografie
scattate dal protagonista principale.
In definitiva i due libri
mettono a nudo tutti i problemi che nel mondo odierno si presentano ai giovani
adulti: incertezze sentimentali e lavorative, angosce esistenziali, dilemmi
morali, ansie più o meno motivate, paure più o meno fondate, mostrandole in
modo tenero e comprensivo, con un occhio di riguardo all’inserimento di aspetti
umoristici che attenuano l’impatto dei drammi che tutti ci troviamo di fronte
nella vita.
Leggetelo, vedrete che
cambierete idea sul modo in cui andrebbero considerati i fumetti.
Il Lettore