Nato da una collaborazione
quantomeno strana, questo recentissimo romanzo uscito in libreria un paio di
mesi fa segna l’esordio letterario addirittura di un ex presidente degli Stati
Uniti, quel Bill Clinton che è stato
l’uomo più potente del mondo dal 1993 al 2001 e che c’è mancato un pelo che
diventasse il first man dell’era
attuale.
Perlomeno è uno che appare
simpatico.
A quanto mi ricordo non ho
mai letto nulla di James Patterson,
che è considerato uno degli scrittori di thriller
in circolazione di maggior successo, o perlomeno non di recente. Mi suona
strano, forse mi è passato tra le mani qualche suo romanzo molto tempo fa e non
ha lasciato traccia.
Adesso si sono messi insieme,
e ne è venuto fuori un romanzo metà thriller
e metà fantapolitica che a me è piaciuto:
scritto bene e denso di azione, dalle conclusioni che soddisfano le aspettative
e senza cali di tensione.
Leggendo ho cercato di capire
in quali punti fosse intervenuto ognuno dei due autori e sono giunto alla conclusione
che l’architettura complessiva
dovrebbe essere stata farina di Patterson così come le scene d’azione e lo
stile, per l’esperienza già acquisita in merito; mentre la consulenza di
Clinton si vede nelle dinamiche dei rapporti del Presidente con l’entourage della Casa Bianca e con i
membri del governo statunitense, a causa dei numerosi particolari che solo uno
che c’è passato in carne e ossa può conoscere e raccontare, e nel discorsetto
finale a metà strada tra un monito e una paternale intrisa di patriottismo
americano, nella quale però si leggono benissimo la retorica del politico navigato insieme a
una forte critica al modo di fare politica di Donald Trump.
Il romanzo, narrato in prima persona dallo stesso Presidente degli Stati Uniti con solo alcuni capitoli in terza persona osservati dal punto di vista di altri personaggi, parte lentamente
descrivendo un’ipotesi di impeachment
(che Clinton conosce bene per averla vissuta in prima persona) del presidente e
insieme tutti i rapporti che intercorrono tra il “capoccia” e coloro che gli
sono vicini, accennando solo nebulosamente al succo dell’azione. Poi pian piano
il ritmo si fa più serrato fino al classico countdown finale del tipo
“per disinnescare la bomba taglio il filo rosso o il filo nero?” mentre i
secondi si avvicinano allo zero.
Un romanzo d’azione
all’insegna del dogma americano è meglio,
in cui il senso dello Stato e il patriottismo (di casa loro) sono tenuti in
altissima considerazione e che è costellato di intrighi, tradimenti, apocalissi
globali, vittime di guerra, ma anche di eroismi, amore e amicizia.
James
Patterson è stato bravo a
mescolare il tutto e a farne un prodotto pienamente soddisfacente: le scene
d’azione sono scritte dettagliatamente, i personaggi sono ben caratterizzati
fino a farti ammirare anche uno spietato e professionalissimo killer, le metonimie sono inserite ai
posti giusti così come sono ben ritmati i punti in cui creare aspettativa, i
colpi di scena e le risoluzioni.
“Le prossime ore potrebbero cambiare il corso della storia per
generazioni”. È naturale che una frase così ti faccia venire voglia di
vedere cosa succede dopo, no?
Ma non te lo viene spiegato
subito: per farti crescere l’aspettativa prima di chiarirti la situazione ne
succedono di tutti i colori, tanto è vero che solo a metà libro viene rivelato
in che cosa consiste la minaccia apocalittica che incombe sul mondo intero e
solo dopo aver neutralizzato tutte le reiterate minacce il “bene” e il “giusto”
(naturalmente a stelle a strisce) riescono a trionfare.
Ovviamente il personaggio
che mi è piaciuto di più è stato “Bach”,
il super professionale ma umanissimo killer
ingaggiato dai cattivi per impedire che qualcuno risolvesse la faccenda.
Il Lettore