giovedì 12 febbraio 2015

Histoire d’O

Qualche giorno fa mi hanno fatto notare che fino a questo momento non ho mai recensito un romanzo erotico, e me ne hanno chiesto il perché. A pormi il quesito è stato un altro blogger del quale non faccio il nome, discretamente seguito e molto attivo sui social network, sui quali è solito intrattenersi con un variegato universo femminile.
In fondo, la risposta è scontata: finora non ho mai recensito un romanzo erotico semplicemente perché di solito non ne leggo. E perché non ne leggi? Sarebbe la domanda a seguire. Anche questo è semplice: non ne leggo perché il sesso e l’erotismo preferisco viverli, piuttosto che leggerne.
Ma visto che mi chiedono una recensione non posso esimermi, e di conseguenza vi fornirò il mio pensiero su quello che ritengo sia uno dei migliori, se non il migliore, romanzo erotico che io abbia mai letto: Histoire d’O, pubblicato nel 1954 da una fino ad allora sconosciuta Pauline Réage. Solo quarant’anni dopo la pubblicazione hanno rivelato che quest’ultimo non è altro che uno pseudonimo sotto cui si è celata la scrittrice francese Dominique Aury.




Il romanzo è stato subito applaudito dalla critica dell’epoca, ha vinto dei premi e ha suscitato non poco scalpore anche nella fazione meno bigotta dei benpensanti, e qualche anno dopo ne è stato tratto l’omonimo film con protagonista la splendida Corinne Clery.
Prima però di entrare nel tema di un argomento delicato da trattare è necessaria una puntualizzazione. Sarà anche scontato, ma mi sembra opportuno ribadire il modo estremamente diverso di percepire il sesso e l’erotismo, nella dimensione scritta e filmata, da parte dell’universo maschile rispetto all’universo femminile.
Un uomo preferisce, in genere, situazioni più crude spostate verso la pornografia, mentre una donna predilige, in genere, soffermarsi su momenti più cerebrali, romantici, intriganti e di un erotismo più soft. Questo non esclude che molte donne non disdegnino talvolta la visione di un film porno, e che esista anche qualche uomo tra i milioni di lettori di Cinquanta sfumature di grigio.
Penso sia necessaria un’ulteriore parentesi anche nei riguardi di questa serie, non fosse altro perché sono i libri più venduti degli ultimi anni. Non ho letto per intero il sunnominato pessimo romanzo. Mi sono bastate le prime trenta pagine per mandarlo a cag riporlo sullo scaffale del supermercato dal quale l’avevo prelevato appunto e solo per leggerne le prime pagine. All’epoca, ovunque ti girassi ne sentivi parlare, e se qualcuno mi avesse chiesto un’opinione non avrei potuto dire la mia se non l’avessi letto, cosa della quale non sentivo assolutamente il bisogno. Ho raggiunto il compromesso di leggerne la parte iniziale al supermercato, comodamente appoggiato allo scaffale dei pelati, e questo mi è bastato per rimetterlo a posto dopo poco senza alcun rimpianto. I pelati invece li ho caricati nel carrello. Ma milioni di lettrici lo hanno comperato, e, senza considerare l’importanza che in ciò ha rivestito il fenomeno virale amplificato dai media (ma più che altro il battage pubblicitario, che ha consentito a milioni di pudiche signore di liberarsi dall’imbarazzo di essere colte nel bel mezzo della lettura di un romanzo erotico, perché: ehmoh, no, sai, lo sto leggendo solo perché ne parlano tutti…), questo significa che in ogni caso molte donne, leggendo questo romanzo, hanno ottenuto la loro soddisfazione, si sono sentite toccate, avranno avuto delle corde segrete che sono state fatte vibrare dalla stucchevole prosa dell’autrice. Perlomeno me lo auguro. Chiusa parentesi.
Tornando a bomba: spero che anche voi ammettiate la fondatezza della sopradetta precisazione, perché non vorrei attirarmi addosso le ire del femminismo estremo quando dico che personalmente preferisco la visione di un film porno alla lettura di un romanzetto erotico, né quando affermo la validità di un romanzo come Histoire d’O, la cui tematica principale verte sul realizzarsi dell’appagamento spirituale di una donna attraverso il progressivo annullamento della sua volontà individuale. Che del resto è la stessa tematica delle sfumature, solo che uno è un capolavoro, l’altro una porcata che ha venduto milioni di copie. E sono stati scritti entrambi da donne, di conseguenza non si può tirare in ballo lo schifoso maschilismo dell’autore.
Una tematica scottante, con profonde implicazioni nel sociale, resa anche molto scabrosa dall’esplicitazione di situazioni nelle quali il sadomasochismo assume un ruolo da protagonista. Il personaggio principale dell’histoire si presta di sua spontanea volontà a pratiche estreme per amore del proprio uomo: viene abusata, frustata, sodomizzata, torturata, ceduta ad altri uomini fino a rendersi del tutto schiava, marchiata a fuoco, finendo col rinunciare del tutto alla propria libertà e trovando in questo l’appagamento spirituale se non una vera e propria felicità. Il tutto è svolto senza alcun tipo di violenza coercitiva e viene sempre sottolineata la volontà personale di sottoporsi ai trattamenti più dolorosi e degradanti, e alla fine del libro (ora non ricordo esattamente se al termine di questo romanzo o del successivo Ritorno a Roissy) il lettore attento saprà riconoscere il velato accenno al ribaltamento di ruoli che porta gli amanti di O ad essere dominati psicologicamente da lei stessa.
Il romanzo è forte, saturo di situazioni esplicitamente sessuali senza mai però cadere nel cattivo gusto, senza indulgere in un linguaggio volgare e mantenendo la contestualizzazione all’interno di un ambiente di classe. Le scene sono mostrate senza falsi pudori, senza interventi autoriali e soprattutto senza che l’autrice ne fornisca un giudizio proprio, ma lasciando che il lettore ne tragga ciò che vuole: eccitazione, morbosità, per gli animi più pudibondi immagino anche disgusto. Una delle rare volte in cui l’autrice si fa sentire è quando comincia a descrivere una scena in cui O sta per essere frustata e posseduta in ogni modo, ma di colpo interrompe la narrazione e dichiara: c’è bisogno di far vedere altro? scatenando così la fantasia del lettore. Immaginatevi ciò che volete, del resto è questo uno degli scopi della letteratura.
Un assaggio?
“Lo sconosciuto si era seduto sul bordo del letto, aveva preso e lentamente aperto, tirando il vello, le labbra che proteggevano l’incavo del grembo. (…) (O) gemette quando le labbra estranee, che premevano sulla protuberanza di carne da cui si diparte la corolla interna, l’infiammarono repentinamente, l’abbandonarono per lasciare che la calda punta della lingua l’infiammasse ancora di più; gemette più forte quando le labbra la ripresero; sentì indurirsi e rizzarsi la linguetta nascosta, che fu aspirata tra i denti e le labbra in un lungo morso, un lungo e dolce morso, sotto il quale ansimò; il piede le mancò, si trovò riversa sul dorso, la bocca di René sulla sua bocca; le sue mani le fecero aderire le spalle al letto, mentre altre due mani sotto le sue ginocchia le aprivano e le sollevavano le gambe.”
Basta così, altrimenti travalichiamo la decenza. E nello scegliere il brano ci sono andato molto, ma mooolto leggero.
Ho trovato Histoire d’O eccitante e ben scritto, coinvolgente e intrigante, mentre altri romanzetti pseudoerotici che mi sono capitati tra le mani non mi hanno suscitato dentro nessuna sensazione e, anzi, mi hanno annoiato tanto da non averli nemmeno terminati e da non ricordarne i titoli. Romanzetti in genere scritti da donne e destinati ad altre donne. Per provocare eccitazione basta poco: intravedere di sfuggita un reggicalze in un momento in cui non te lo aspetti; per una donna la forma delle mani nell’uomo che le piace; ma anche, tornando a noi maschietti, immaginare una O brutalmente posseduta. Ma anche per farla sfumare basta poco, è sufficiente una parola di troppo nel punto sbagliato, e molte autrici sono delle maestre, nel parlare troppo. Forse è per questo che esistono pochi romanzi erotici di buona qualità.
Dopo aver letto questo romanzo molte lettrici hanno confessato di essersi sentite “sconvolte” per la scabrosità delle situazioni e per lo stato di sottomissione accettato dalla protagonista, sensazione mitigata dalla constatazione di un’autrice donna anch’essa. Mi piacerebbe sapere se anche le lettrici delle sfumature si saranno sentite sconvolte per lo stesso concetto raccontato in modo più “leggero”, o se invece avranno mimetizzato dietro sorrisetti imbarazzati il sottile senso di eccitazione, il nascosto desiderio di trasgressione provocato dal romanzo nelle loro menti.
Nel caso, buon per loro.
Oops! Prima di spegnere tutto devo ricordarmi di chiudere youporn nell’altra finestra…
Il Lettore pornomane

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