Letto in due giorni.
Questo Metafore che si
trasformano soddisfa del tutto quelle aspettative che erano state innescate
con il primo volume. Nulla da criticare, solo da elogiare.
Due romanzi che sia pure lunghetti si leggono in un lampo. Ma
viene da pensare su questa scelta di dividerli perché, per esempio,
nell’edizione inglese sono usciti in
un unico libro, e del resto 400 + 400 pagine o poco più non sono poi nulla di troppo
trascendentale per un solo volume.
Dicevo che Haruki Murakami
assomiglia sempre di più a un buon vino:
più invecchia e più migliora.
Un intero universo popolato di situazioni e personaggi particolari
che restano scolpiti nella memoria, a partire da questo enigmatico quadro che dà origine alla vicenda per
terminare con un finale che sorprende per la sua inusuale semplicità.
Un’opera veramente soddisfacente, sia come invenzione sia per la scrittura
superlativa. Considerate che dopo quest’opera mi sono messo a leggere un thriller leggero di uno dei più venduti
autori contemporanei e mi sembra scritta col piccone, a confronto.
Questo è l’effetto che fa una persona che scrive magnificamente:
dopo, tutto il resto è noia.
Il Lettore
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