Oggi voglio rispolverare un
romanzo d’azione che ho letto per la prima volta quasi vent’anni fa, e poi ho riletto un’altra volta e ancora
un’altra da poco, sia per una specie di omaggio all’autore che per ripassare
una lezione di buona scrittura.
Lawrence
Sanders, autore
statunitense morto nel 1998 a 78 anni, ha cominciato a scrivere a 50 anni suonati,
dopo aver fatto il commesso da Macy’s, il marine
durante la seconda guerra mondiale e il redattore di riviste. Nei 28 anni prima
di morire ha scritto una quantità impressionante di romanzi per lo più
polizieschi: cinque della serie dei Peccati
Mortali, due con protagonista Peter
Tangent, quattro della serie dei Comandamenti,
due con protagonista Timothy Cone,
sette con protagonista Archy McNally,
una miscellanea di diciassette storie
singole, più altri sette su McNally
terminati dopo la sua morte da Vincent
Lardo, e di questa mole quasi tutti sono notevoli.
Anche Sanders l’ho scoperto
nel negozietto di libri usati, e mi ha subito conquistato per il suo stile asciutto e incisivo, che bada al
sodo, tanto che della sua produzione a tutt’oggi mi sono procurato e letto…
fatemi contare sullo scaffale… ben 17 volumi, ritrovando in quasi tutti quel
pragmatismo di scrittura che ti fa arrivare fino in fondo con interesse.
Sanders, Lansdale, McCarthy, si sente che hanno una scuola comune. Qui da noi
Sanders non è molto noto, e i suoi volumi sono praticamente introvabili nelle
librerie normali. Eppure negli USA ha avuto molto successo e alcune sue storie
sono state tramutate in film e sceneggiati. In un’anticipazione di quello che
dopo sarebbe stato CSI, è stato lui il primo ad impostare un thriller solo
sulla base dell’esame di reperti.
Il Dossier, il primo gruppo
di racconti con protagonista Timothy
Cone, è uscito nel 1987 negli Stati Uniti ed è stato subito seguito nel
1988 da La posta in gioco, con gli
stessi personaggi principali. A differenza che da noi, negli USA vanno molto le
raccolte di racconti lunghi (ci si è cimentato anche Joe Lansdale) che di solito escono a tre per volta per far raggiungere al volume la giusta
lunghezza.
Al di là della semplicità
della trama dei singoli racconti, ciò che emerge dal libro è la
caratterizzazione dei protagonisti e dei rapporti tra di loro, dipinta con
un’acutezza la cui incisività è resa ancora più dinamica dallo svolgimento al
tempo presente dell’azione. Timothy Cone
è un cinico menefreghista, ma ciononostante riesce simpatico al lettore così
come la sua principale nell’agenzia di investigazioni in cui lavora e con la
quale fanno fuoco e fiamme in uno scontro di ossa sul materasso gettato per
terra nella mansarda dove abita. Sanders riesce a rendere simpatico al lettore
anche Cleo, quel bastardo di
gattaccio antipaticissimo di Cone, che riesce a mangiare di tutto, dalle
cotolette di maiale congelate a qualsiasi altra cosa composta di materiale
organico.
Una lettura leggera, che
analizzata con spirito critico insegna come scrivere, a condizione che
riusciate a trovarla. Fatevi un giro nei negozietti di libri usati.
Il Lettore
Da mo' che non ingrasso più i soliti noti dell'editoria italiana, anche perché dalle mie parti c'è un sistema bibliotecario da urlo.
RispondiEliminaDifatti, ho terminato da poco "La polizia vi ascolta", edizione del '71.
Bestiale!
E' uno dei pochi che non ho letto: se non sbaglio è il primo che Sanders ha scritto, quello basato sui reperti e le intercettazioni della polizia. Se me lo consigli anche tu dovrò proprio darmi da fare per trovarlo.
RispondiElimina