lunedì 4 novembre 2013

Il Dossier

Oggi voglio rispolverare un romanzo d’azione che ho letto per la prima volta quasi vent’anni fa, e poi ho riletto un’altra volta e ancora un’altra da poco, sia per una specie di omaggio all’autore che per ripassare una lezione di buona scrittura.

Lawrence Sanders, autore statunitense morto nel 1998 a 78 anni, ha cominciato a scrivere a 50 anni suonati, dopo aver fatto il commesso da Macy’s, il marine durante la seconda guerra mondiale e il redattore di riviste. Nei 28 anni prima di morire ha scritto una quantità impressionante di romanzi per lo più polizieschi: cinque della serie dei Peccati Mortali, due con protagonista Peter Tangent, quattro della serie dei Comandamenti, due con protagonista Timothy Cone, sette con protagonista Archy McNally, una miscellanea di diciassette storie singole, più altri sette su McNally terminati dopo la sua morte da Vincent Lardo, e di questa mole quasi tutti sono notevoli.


Anche Sanders l’ho scoperto nel negozietto di libri usati, e mi ha subito conquistato per il suo stile asciutto e incisivo, che bada al sodo, tanto che della sua produzione a tutt’oggi mi sono procurato e letto… fatemi contare sullo scaffale… ben 17 volumi, ritrovando in quasi tutti quel pragmatismo di scrittura che ti fa arrivare fino in fondo con interesse. Sanders, Lansdale, McCarthy, si sente che hanno una scuola comune. Qui da noi Sanders non è molto noto, e i suoi volumi sono praticamente introvabili nelle librerie normali. Eppure negli USA ha avuto molto successo e alcune sue storie sono state tramutate in film e sceneggiati. In un’anticipazione di quello che dopo sarebbe stato CSI, è stato lui il primo ad impostare un thriller solo sulla base dell’esame di reperti.
Il Dossier, il primo gruppo di racconti con protagonista Timothy Cone, è uscito nel 1987 negli Stati Uniti ed è stato subito seguito nel 1988 da La posta in gioco, con gli stessi personaggi principali. A differenza che da noi, negli USA vanno molto le raccolte di racconti lunghi (ci si è cimentato anche Joe Lansdale) che di solito escono a tre per volta  per far raggiungere al volume la giusta lunghezza.
Al di là della semplicità della trama dei singoli racconti, ciò che emerge dal libro è la caratterizzazione dei protagonisti e dei rapporti tra di loro, dipinta con un’acutezza la cui incisività è resa ancora più dinamica dallo svolgimento al tempo presente dell’azione. Timothy Cone è un cinico menefreghista, ma ciononostante riesce simpatico al lettore così come la sua principale nell’agenzia di investigazioni in cui lavora e con la quale fanno fuoco e fiamme in uno scontro di ossa sul materasso gettato per terra nella mansarda dove abita. Sanders riesce a rendere simpatico al lettore anche Cleo, quel bastardo di gattaccio antipaticissimo di Cone, che riesce a mangiare di tutto, dalle cotolette di maiale congelate a qualsiasi altra cosa composta di materiale organico.
Una lettura leggera, che analizzata con spirito critico insegna come scrivere, a condizione che riusciate a trovarla. Fatevi un giro nei negozietti di libri usati.
Il Lettore

2 commenti:

  1. Da mo' che non ingrasso più i soliti noti dell'editoria italiana, anche perché dalle mie parti c'è un sistema bibliotecario da urlo.
    Difatti, ho terminato da poco "La polizia vi ascolta", edizione del '71.
    Bestiale!

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  2. E' uno dei pochi che non ho letto: se non sbaglio è il primo che Sanders ha scritto, quello basato sui reperti e le intercettazioni della polizia. Se me lo consigli anche tu dovrò proprio darmi da fare per trovarlo.

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