Una novità in rete merita
un’edizione straordinaria: al posto
dello Squizzalibro, che rimanderemo a domani, oggi vorrei segnalare un esempio
di come si deve scrivere sugli animali:
Non come Licia Colò, per intenderci.
“Sono TAZZA, un magnifico gatto rosso, Capocolonia della Colonia felina
di Monte Malbe. A me è stato demandato il compito di narrare le vicende
giornaliere, e pure quelle passate, delle due comunità.”
Le due comunità sono la “Comunità felina protetta di Monte Malbe”,
che ospita gatti randagi abbandonati, e “I
Borghesi che abitano nella Reggia”, un gruppo di gatti più fortunati (ma
vedrete che non lo sono poi così tanto) che abitano a casa del “Capo”, colui che si è assunto il ruolo
di intermediario tra Tazza e la
comunità umana alla quale il capo colonia racconta le vicende passate e
presenti delle due colonie.
Il Capo ha cominciato a riportare i racconti di Tazza su Faccialibro, e
quando qualcuno gli ha fatto notare che il numero dei contatti sui suoi
interventi stava salendo in maniera spropositata, ha raccolto il suggerimento,
si è consultato con Pallucchino, Pericle e Serpotto, gli esperti delle due comunità, e ha intrapreso
l’ennesima fatica per fornire a Tazza
un mezzo di comunicazione di massa più consono alla miriade di racconti che le
due colonie forniscono inconsapevolmente: un blog tutto per loro.
Già, perché le comunità feline sono una fonte
inesauribile di fatti tristi e allegri: dal rito del pranzo quotidiano allo scaricamento
in colonia di bestiole diventate inutili agli occhi di un padrone stronzo, dai
giochi dei cuccioli alle morti dei vecchi e dei malati alle morti di giovani
gattini investiti dalle auto, dalle invidie tra i componenti delle due colonie
alle persecuzioni perpetrate ad opera di “umani” cui non piacciono i
gatti, da episodi a dir poco esilaranti
alle stragi compiute da cani che tanto randagi non sono. Un’infinità di
episodi.
Tutto sta a saperli
raccontare.
Colui che si nasconde sotto
le spoglie del “Capo” non è nuovo
agli esercizi di scrittura: ha già pubblicato un libro (con deprimenti
risultati di vendite, tanto per corroborare il concetto sottolineato da Massimo
B., che so che prima o poi leggerà questa pagina: coraggio Max! vedi che non
sei da solo! - infatti è un dato certo che il vero nome del Capo non è Fabio Volo, ma in compenso scrive molto meglio), e so che ne ha
altri tre o quattro nel cassetto. Lo so perché ho avuto la fortuna di leggerli,
e per questo posso affermare che Tazza
non poteva riporre i suoi ricordi in una penna migliore. Forse il Capo non diventerà mai famoso come il
citato pseudoscrittore, ma quando le sue pagine sui gatti pubblicate su
Faccialibro collezionano centinaia di visualizzazioni (che invidia!), questo
vuol dire che non sono il solo a pensarlo.
Ma perché tanto interesse?
Be’, di certo è perché i gatti tirano, e di amanti dei gatti ce
ne sono tanti (compreso io). Perché sui gatti si possono imbastire infinite
storie come se di quelle reali non ce ne fossero abbastanza, e la maggior parte
di queste, sia quelle tristi che quelle comiche, fanno leva su sentimenti
profondi come è profondo il legame che instauriamo con questi ammassi di pelo
(come la bastarda che in questo momento sta supplicandomi insistentemente di
riempirle la ciotola calpestando la tastiera del portatile e strofinando il
muso contro il mio mento).
E poi perché il Capo scrive bene: ha uno stile di
scrittura molto asciutto, pragmatico, che bada al sodo. Fatti e non parole,
poche descrizioni e nessun inutile arzigogolamento. Senza inutili orpelli o
logorroici abbellimenti punta dritto al nocciolo della questione, con quel
marcato accento umoristico che non guasta mai e che spesso ha la bravura di
inserire anche quando sta raccontando di fatti tragici. Se seguirete i suoi
post sul blog, ve ne renderete conto da soli.
Man mano il Capo raccoglierà i racconti di Tazza, anche quelli pubblicati in
passato su Faccialibro, fino a delineare la storia delle tre colonie, la Vecchia,
la Nuova e la Reggia, e dipingere la situazione attuale di una comunità felina
che ne ha viste delle belle.
Meglio di un romanzo a
puntate.
Se Tazza avesse affidato le sue memorie a Licia Colò, a quest’ora staremmo tutti dormendo.
Il Lettore
No, no, io non pubblico più!
RispondiEliminaSono stato colto dalla sindrome di Stieg Larsson.
Lui ha lasciato in eredità tre ottimi romanzi, io sono già arrivato a cinque... ma forse i miei non sono per niente ottimi romanzi.
:-)
Ma spero veramente di no! La sfiga di Larsson è stata veramente mostruosa: schiattare prima ancora di vedere il successo dei suoi libri è una cosa che non si augura a nessuno. Tra parentesi, sono d'accordo con te: veramente belli tutti e tre. Per il resto... finché c'è vita c'è speranza...
RispondiEliminaComplimenti a TAZZA, Presidente della Colonia Felina di Monte Malbe! Mi sembra un personaggio piuttosto autorevole :-)
RispondiEliminaAutorevolissimo! (Indiscrezioni di corridoio: in questi giorni Tazza sta preparando la storia della colonia a puntate...)
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