Qualche giorno fa mi hanno
fatto notare che fino a questo momento non ho mai recensito un romanzo erotico, e me ne hanno chiesto
il perché. A pormi il quesito è stato un altro blogger del quale non faccio il nome, discretamente seguito e molto
attivo sui social network, sui quali
è solito intrattenersi con un variegato universo femminile.
In fondo, la risposta è
scontata: finora non ho mai recensito un romanzo erotico semplicemente perché
di solito non ne leggo. E perché non ne leggi? Sarebbe la
domanda a seguire. Anche questo è semplice: non ne leggo perché il sesso e
l’erotismo preferisco viverli,
piuttosto che leggerne.
Ma visto che mi chiedono
una recensione non posso esimermi, e di conseguenza vi fornirò il mio pensiero
su quello che ritengo sia uno dei migliori, se non il migliore, romanzo erotico che io abbia mai letto: Histoire d’O, pubblicato nel 1954 da
una fino ad allora sconosciuta Pauline
Réage. Solo quarant’anni dopo la pubblicazione hanno rivelato che
quest’ultimo non è altro che uno pseudonimo sotto cui si è celata la scrittrice
francese Dominique Aury.
Il romanzo è stato subito
applaudito dalla critica dell’epoca, ha vinto dei premi e ha suscitato non poco
scalpore anche nella fazione meno bigotta dei benpensanti, e qualche anno dopo
ne è stato tratto l’omonimo film con protagonista la splendida Corinne Clery.
Prima però di entrare nel
tema di un argomento delicato da trattare è necessaria una puntualizzazione. Sarà anche scontato, ma mi sembra opportuno
ribadire il modo estremamente diverso di percepire il sesso e l’erotismo, nella
dimensione scritta e filmata, da parte dell’universo maschile rispetto
all’universo femminile.
Un uomo preferisce, in genere, situazioni più crude
spostate verso la pornografia, mentre una donna predilige, in genere, soffermarsi su momenti più cerebrali, romantici,
intriganti e di un erotismo più soft.
Questo non esclude che molte donne non disdegnino talvolta la visione di un
film porno, e che esista anche qualche
uomo tra i milioni di lettori di Cinquanta
sfumature di grigio.
Penso sia necessaria
un’ulteriore parentesi anche nei riguardi di questa serie, non fosse altro
perché sono i libri più venduti degli ultimi anni. Non ho letto per intero il sunnominato pessimo romanzo. Mi sono
bastate le prime trenta pagine per mandarlo a cag riporlo sullo scaffale
del supermercato dal quale l’avevo prelevato appunto e solo per leggerne le
prime pagine. All’epoca, ovunque ti girassi ne sentivi parlare, e se qualcuno
mi avesse chiesto un’opinione non avrei potuto dire la mia se non l’avessi
letto, cosa della quale non sentivo assolutamente il bisogno. Ho raggiunto il
compromesso di leggerne la parte iniziale al supermercato, comodamente
appoggiato allo scaffale dei pelati, e questo mi è bastato per rimetterlo a
posto dopo poco senza alcun rimpianto. I pelati invece li ho caricati nel
carrello. Ma milioni di lettrici lo hanno comperato, e, senza considerare
l’importanza che in ciò ha rivestito il fenomeno virale amplificato dai media (ma più che altro il battage pubblicitario, che ha consentito
a milioni di pudiche signore di liberarsi dall’imbarazzo di essere colte nel
bel mezzo della lettura di un romanzo erotico, perché: ehm… oh, no, sai, lo sto leggendo solo perché
ne parlano tutti…), questo significa che in ogni caso molte donne, leggendo
questo romanzo, hanno ottenuto la loro soddisfazione, si sono sentite toccate,
avranno avuto delle corde segrete che sono state fatte vibrare dalla stucchevole
prosa dell’autrice. Perlomeno me lo auguro. Chiusa parentesi.
Tornando a bomba: spero che
anche voi ammettiate la fondatezza della sopradetta precisazione, perché non
vorrei attirarmi addosso le ire del femminismo estremo quando dico che
personalmente preferisco la visione di un film porno alla lettura di un
romanzetto erotico, né quando affermo la validità di un romanzo come Histoire d’O, la cui tematica
principale verte sul realizzarsi dell’appagamento spirituale di una donna
attraverso il progressivo annullamento della sua volontà individuale. Che del
resto è la stessa tematica delle sfumature,
solo che uno è un capolavoro, l’altro una porcata che ha venduto milioni di
copie. E sono stati scritti entrambi da donne, di conseguenza non si può tirare
in ballo lo schifoso maschilismo dell’autore.
Una tematica scottante, con profonde implicazioni
nel sociale, resa anche molto scabrosa dall’esplicitazione di situazioni nelle
quali il sadomasochismo assume un ruolo da protagonista. Il personaggio
principale dell’histoire si presta di
sua spontanea volontà a pratiche estreme per amore del proprio uomo: viene
abusata, frustata, sodomizzata, torturata, ceduta ad altri uomini fino a
rendersi del tutto schiava, marchiata a fuoco, finendo col rinunciare del tutto
alla propria libertà e trovando in questo l’appagamento spirituale se non una
vera e propria felicità. Il tutto è svolto senza alcun tipo di violenza
coercitiva e viene sempre sottolineata la volontà personale di sottoporsi ai trattamenti
più dolorosi e degradanti, e alla fine del libro (ora non ricordo esattamente
se al termine di questo romanzo o del successivo Ritorno a Roissy) il lettore attento saprà riconoscere il velato
accenno al ribaltamento di ruoli che
porta gli amanti di O ad essere
dominati psicologicamente da lei stessa.
Il romanzo è forte, saturo
di situazioni esplicitamente sessuali senza mai però cadere nel cattivo gusto,
senza indulgere in un linguaggio volgare e mantenendo la contestualizzazione
all’interno di un ambiente di classe. Le scene sono mostrate senza falsi pudori, senza interventi autoriali e soprattutto
senza che l’autrice ne fornisca un
giudizio proprio, ma lasciando che il lettore ne tragga ciò che vuole:
eccitazione, morbosità, per gli animi più pudibondi immagino anche disgusto.
Una delle rare volte in cui l’autrice si fa sentire è quando comincia a
descrivere una scena in cui O sta
per essere frustata e posseduta in ogni modo, ma di colpo interrompe la
narrazione e dichiara: c’è bisogno di far
vedere altro? scatenando così la fantasia del lettore. Immaginatevi ciò che
volete, del resto è questo uno degli scopi della letteratura.
Un assaggio?
“Lo
sconosciuto si era seduto sul bordo del letto, aveva preso e lentamente aperto,
tirando il vello, le labbra che proteggevano l’incavo del grembo. (…) (O) gemette
quando le labbra estranee, che premevano sulla protuberanza di carne da cui si
diparte la corolla interna, l’infiammarono repentinamente, l’abbandonarono per
lasciare che la calda punta della lingua l’infiammasse ancora di più; gemette
più forte quando le labbra la ripresero; sentì indurirsi e rizzarsi la
linguetta nascosta, che fu aspirata tra i denti e le labbra in un lungo morso,
un lungo e dolce morso, sotto il quale ansimò; il piede le mancò, si trovò
riversa sul dorso, la bocca di René sulla sua bocca; le sue mani le fecero
aderire le spalle al letto, mentre altre due mani sotto le sue ginocchia le
aprivano e le sollevavano le gambe.”
Basta così, altrimenti
travalichiamo la decenza. E nello scegliere il brano ci sono andato molto, ma mooolto
leggero.
Ho trovato Histoire d’O eccitante e ben scritto,
coinvolgente e intrigante, mentre altri romanzetti pseudoerotici che mi sono
capitati tra le mani non mi hanno suscitato dentro nessuna sensazione e, anzi,
mi hanno annoiato tanto da non averli nemmeno terminati e da non ricordarne i
titoli. Romanzetti in genere scritti da donne e destinati ad altre donne. Per
provocare eccitazione basta poco: intravedere di sfuggita un reggicalze in un momento
in cui non te lo aspetti; per una donna la forma delle mani nell’uomo che le
piace; ma anche, tornando a noi maschietti, immaginare una O brutalmente posseduta. Ma anche per farla sfumare basta poco, è
sufficiente una parola di troppo nel punto sbagliato, e molte autrici sono
delle maestre, nel parlare troppo. Forse è per questo che esistono pochi
romanzi erotici di buona qualità.
Dopo aver letto questo
romanzo molte lettrici hanno confessato di essersi sentite “sconvolte” per la
scabrosità delle situazioni e per lo stato di sottomissione accettato dalla
protagonista, sensazione mitigata dalla constatazione di un’autrice donna
anch’essa. Mi piacerebbe sapere se anche le lettrici delle sfumature si saranno sentite sconvolte per lo stesso concetto
raccontato in modo più “leggero”, o se invece avranno mimetizzato dietro
sorrisetti imbarazzati il sottile senso di eccitazione, il nascosto desiderio
di trasgressione provocato dal romanzo nelle loro menti.
Nel caso, buon per loro.
Oops! Prima di spegnere
tutto devo ricordarmi di chiudere youporn
nell’altra finestra…
Il Lettore pornomane