Per approfondire la ricerca su un progetto che ho in mente mi
sono riletto da poco questo libretto che avevo già assaporato decenni fa, in
pratica appena pubblicato, quando ancora non c’erano mai stati cani a tenermi
compagnia. Questi sarebbero venuti dopo, e i gatti ancora più tardi, e con il
loro arrivo ho ripreso in mano diverse volte E l’uomo incontrò il cane (So
kam der Mensch auf den Hund) per studiare i comportamenti reciproci di
queste due bestie e prepararmi al confronto.
Da quando è stato pubblicato
nel 1973 quindi, lo stesso anno in cui Konrad
Lorenz ha conseguito il Premio Nobel
per la medicina, fino alla settimana
scorsa, avrò letto questo libricino almeno sette o otto volte.
Quanti altri proprietari di
cani avranno fatto altrettanto?
Pur essendo costruito con il
linguaggio semplice della
divulgazione scientifica ad uso dei profani, e con parecchie scene narrate più
con il piglio del romanziere che
dello scienziato ricercatore, questo libro è un vero e proprio saggio
sull’evoluzione del rapporto uomo-cane condito con molte delle considerazioni
etologiche che hanno fatto di Lorenz uno dei padri di questa scienza. L’etologia
non è altro che la ricerca comparata sul comportamento degli animali e Lorenz, paleontologo mancato, ne è stato uno
dei fondatori arrivando a conseguire il Nobel per i suoi studi sull’imprinting nelle oche, che ha poi esteso
a molte altre specie animali.
Un libro veramente delizioso che tutti i proprietari
(compagni) di cani dovrebbero leggere. Dopo di questo, e soprattutto in questi
ultimi anni, di libri seri sui cani ne sono usciti a centinaia e anche di
notevole importanza ― La vita segreta dei
cani, L’intelligenza dei cani
eccetera ―, ma E l’uomo incontrò il cane
resta sempre il basilare antesignano di una corrente che rimarrà sempre attuale
fino a che vi saranno bavosi quattrozampe a tenere compagnia a semplici bipedi.
Di Konrad Lorenz ho letto
anche L’anello di Re Salomone, forse
il suo libro più famoso, L’aggressività
e L’altra faccia dello specchio, e
in tutti ho riscontrato, insieme alla conoscenza delle materie trattate per
quanto all’epoca innovative, uno sconfinato
amore per gli animali oltre ad una notevole capacità di saper scrivere e
divulgare concetti complessi con un linguaggio semplice.
Questo ti fa anche mettere da
parte, per un momento, la simpatia
di Lorenz per il partito nazional-socialista e le sue discutibili affermazioni sulla
“doverosa” egemonia della razza ariana.
Col tempo, dopo la prigionia
in Russia (dalla quale confessa di aver riportato la sorprendente analogia
riscontrata tra nazismo e marxismo), e una volta persa la guerra,
si sarà anche redento con le sue ricerche, ma di sicuro la disciplina del Reichstag gli era rimasta dentro se, allo
scopo di proteggere il figlio dai numerosi animali che circolavano liberi per
la sua fattoria, non ha trovato di meglio che chiudere lui in una gabbia…
Il Lettore