Tanto per restare in tema di
razzi (Moonraker), razzetti ed
astronavi, cioè in tema di fantascienza,
oggi propongo a chi ancora non lo conoscesse uno dei più esilaranti romanzi di science-fiction nostrana che io abbia
mai letto, un romanzo godibilissimo anche da parte di chi snobba questo genere
e che non ha nulla da invidiare a quelli scritti dai più blasonati autori
statunitensi.
Non per niente Massimo Mongai, con questo Memorie di un cuoco d’astronave, ha
vinto il Premio Urania 1997, e il libro ha avuto tanto successo da indurlo a
scriverne un seguito: Memorie di un
cuoco di un bordello spaziale, e una pseudo-terza parte in cui Mongai
riprende solo una parte dei concetti già esposti per poi parlare di tutt’altro:
Il gioco degli immortali.
La vicenda è semplice e scritta bene, ma lasciamo
parlare l’autore: “Qual'è l'importanza di
Rodolfo Turturro nella storia della gastronomia ed in quella dell'umanità? È
difficile dirlo, e forse la domanda è posta in modo sbagliato. Non tanto su Rodolfo
Turturro occorrerebbe, forse, porsela, quanto su Rudy "Basilico"
Turturro. A dire: non sul famoso gastronomo, il ricco gourmet, il politico che
tanto ha fatto per il miglioramento dell'alimentazione e l'educazione al cibo
di tutta l'umanità, terrestre e non terrestre; quanto sul cuoco d'astronave
degli anni giovanili”.
Rodolfo
Turturro è un giovane
terrestre che si imbarca come aiuto-cuoco su un’Astronave Extra Sistema dal confortante nome "Muummeenuh" (nel libro, i nomi apparentemente
alieni vanno letti secondo la pronuncia inglese, e facendo così si scoprono
assonanze che in italiano hanno dei significati ben precisi: Muummeenuh = Mam-mi-na), e per una serie
di circostanze fortuite si trova a dover assumere tutti gli oneri del primo chef. Gli riuscirà tanto bene da diventare
una personalità indiscussa in campo sia gastronomico che politico, oltre ad
accumulare una fortuna e ottenere altri vantaggi non indifferenti sul piano del
tutto personale.
Lo chef di un ristorante famoso e internazionale si trova a dover sopportare
soddisfare le convinzioni e le
abitudini di una moltitudine di correnti di pensiero: cibi kasher, cibi helal, vegetariani,
vegani, ciliaci eccetera eccetera, e provate a immaginarvi quando questa
diversità di usi viene moltiplicata avendo a che fare con un’infinità di razze
non-terrestri: Rudy Turturro si
troverà a dover cucinare per etnie aliene ognuna con i propri chiodi fissi in
materia di cibo, e il romanzo non è altro che il resoconto umoristico delle sue
prodezze culinarie durante il viaggio che lo condurrà a visitare mondi
inimmaginabili come Kumpawdaepheeawree
(Cam-po-de-fiori) o a confrontarsi con i temibili Kuhnneebuhllee (Can-ni-ba-li).
Massimo
Mongai tesse un romanzo
veramente divertente (soprattutto per chi ama guardare Masterchef), in cui, oltre a inserire una morale politicamente
corretta perché la civiltà galattica che fa da sfondo alle avventure di “Basilico”
Turturro propugna princìpi libertari e antirazzisti, tolleranti e ugualitari,
ogni tanto riporta una qualche ricetta eseguibile anche qui sulla Terra, magari
a patto di cambiare, a nostra discrezione, gli ingredienti difficilmente
reperibili come la Cannabis Sativa. Basta
leggere la ricetta della “Fonduta
erotico-mediterranea "à la mode de Kumpawdaepheeawree" per sentirsi invadere la bocca dall’acquolina. Ma
attenti alle quantità: “Sei porzioni di "poon-tah-raelluh",
del più potente afrodisiaco mai conosciuto da cultura umana! Dico sei bombe di
voglia di sesso e per di più di energia chimica concentrata!”. Un modo
interessante per terminare una serata, del quale è riportata anche una variante
riservata purtroppo solo a quei paesi (fortunati loro!) in cui è legale l’uso
dell’hashish…
Una cosa interessante è che il libro è leggibile e scaricabile gratuitamente dal sito:
perché l’autore ha ceduto i
diritti all’associazione liber liber.
Approfittatene, ne vale
veramente la pena!
Il Lettore