Prima che diventasse celebre a livello planetario con il suo Il piccolo principe (del quale io, a suo
tempo, a dire il vero non è che ne fossi stato colpito particolarmente), Antoine De Saint Exupéry già si era
cimentato con la scrittura con questo Volo
di notte, che ovviamente ha avuto risalto solo dopo il successo del suo
autore.
E, in effetti, se si fosse limitato a scrivere questo, come autore
sarebbe pressoché scomparso nel nulla.
Il romanzo tratta dei primordi dell’aviazione postale, quando i
piloti stessi sapevano, a volte, quando sarebbero partiti, ma non sapevano
quando, e se, sarebbero arrivati a destinazione.
A parte le problematiche umane di cui parla che in ogni caso sono
meritevoli di attenzione (rapporti interpersonali, parenti che trepidano
nell’attesa del ritorno di congiunti che non arriveranno mai, colleghi stoici
che a dispetto delle perdite si mostrano ligi nei confronti del dovere), ho
trovato questo libro piuttosto noiosetto,
senza tante attrattive, ho fatto fatica a terminarlo e, per me, De Saint
Exupéry sarebbe stato già bello e che dimenticato, se non fosse che poi ha
scritto anche l’altro romanzo che è
il più letto al mondo dopo la Bibbia,
e allora devo perderci sopra un altro po’ di righe.
Dicono.
Io la finirei anche qui.
Il Lettore
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