lunedì 18 febbraio 2019

Uomini senza donne


Aspettando di terminare il seguito di L’assassinio del commendatore, mi sono letto questa ennesima raccolta di racconti di Haruki Murakami che avevo già nel lettore.
Nonostante Murakami sia diventato celebre anche grazie ai suoi racconti, io continuo a preferire loro la dimensione più corposa del romanzo. Amo le cose chiare, e i racconti permettono all’autore di poter restare più sul misterioso.



Ma sebbene i fini più reconditi dell’autore non siano facili da comprendere, questi racconti mi sono sembrati più godibili di altri che avevo già letto dello stesso scrittore. Sarà l’esperienza acquisita dal giapponese con anni di scrittura?
Via via che Murakami invecchia si fa ogni volta più bravo. L’esempio lampante è il suo ultimo L’assassinio del Commendatore (del quale ho appena cominciato il secondo volume. Aspettatevelo a breve.)
Dicevo, nonostante la maggior parte dei racconti siano enigmatici e non facili da capire in tutte le loro sfaccettature, sono senz’altro leggibili con piacere e ti insinuano dentro molti punti di domanda. In Uomini senza donne le donne ci sono eccome, e ognuna di loro è causa di sconvolgimenti nella vita di qualche uomo, anche fino alla morte per inedia, senza però che ne venga spiegato quale ne sia il potere. Forse il difetto di questo libro è proprio questo: che lascia tutto un po’ sul nebuloso, ma sicuramente fa riflettere.
Ognuno è libero di trarne le conclusioni che vuole. Le donne vincono sempre, anche se sono enigmatiche come forza e come intenzioni, ma non è così anche nella vita?
Il Lettore



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