martedì 26 giugno 2018

Non sfidarmi


Per avere qualcosa di buono bisogna tornare all’estero.
La prima e più importante domanda che si pone un lettore di Lee Child quando si appresta a leggere l’ultima, attesissima avventura di Jack Reacher, è se questa sarà scritta in prima o in terza persona, perché le narrazioni si sono susseguite fino ad ora quasi in modo casuale tra l’uno e l’altro metodo senza far supporre uno schema ciclico ricorrente.
Seguita a ruota dalla curiosità di sapere il dove Reacher agirà in quest’ultima occasione, perché il succitato ipotetico lettore sa già di trovarsi in mano un libro che in ogni caso lo soddisferà.
A distanza di un anno dal precedente, questo Non sfidarmi è uscito in libreria il mercoledì pomeriggio (con un giorno in anticipo sull’annunciato), la mattina successiva l’ho preso e il venerdì mattina ne avevo già terminato la lettura.
Con la stessa soddisfazione di sempre.

  

Stavolta l’azione, narrata in terza persona, è collocata principalmente in Germania a circa metà degli anni ’90, quindi qualche anno prima del congedo di Reacher dall’esercito in cui è ancora un maggiore di una branca speciale della polizia militare.
Reacher dovrà ricercare, individuare e fermare una persona, avendo solo pochissimi dati a disposizione, dei quali non fa parte nemmeno il nome ma si sa solo che è americana, prima che questi venda un “qualcosa” a una “forse” organizzazione terroristica.
Gli indizi sono veramente inconsistenti, ma Reacher trova ad aiutarlo tutta l’organizzazione di intelligence statunitense e la sua vecchia amica Frances Neagley, il letale sergente maggiore affetto da aptofobia (o afefofobia, cioè la repulsione nei confronti dell’essere toccata da qualcuno), alla quale ha già fatto ricorso (o “dovrà” fare ricorso, visto che il libro è uscito già qualche anno fa ma la vicenda è temporalmente quasi di vent’anni successiva a questa) nello splendido Vendetta a freddo.
Come al solito Reacher riuscirà a sbrogliare la matassa, troverà la persona e salverà il mondo dal una possibile tragedia, facendo giustizia a modo suo fregandosene delle leggi, ma mettendo sempre al primo posto la “sua” morale che in ogni caso è perfettamente condivisibile.
Oltre a trovare il tempo per la consueta relazione sentimentale “mordi e fuggi” anch’essa descritta senza una parola in più o una in meno dalla perfezione.
Ottimo Child come sempre: scrittura sopraffina, come sempre tutto il necessario inserito al punto giusto e nulla di superfluo.
Un gran piacere.
Il Lettore

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