Per avere qualcosa di buono
bisogna tornare all’estero.
La prima e più importante
domanda che si pone un lettore di Lee
Child quando si appresta a leggere l’ultima, attesissima avventura di Jack Reacher, è se questa sarà scritta
in prima o in terza persona, perché le narrazioni si sono susseguite fino ad
ora quasi in modo casuale tra l’uno e l’altro metodo senza far supporre uno
schema ciclico ricorrente.
Seguita a ruota dalla
curiosità di sapere il dove Reacher
agirà in quest’ultima occasione, perché il succitato ipotetico lettore sa già
di trovarsi in mano un libro che in ogni caso lo soddisferà.
A distanza di un anno dal
precedente, questo Non sfidarmi è
uscito in libreria il mercoledì pomeriggio (con un giorno in anticipo
sull’annunciato), la mattina successiva l’ho preso e il venerdì mattina ne avevo
già terminato la lettura.
Con la stessa soddisfazione
di sempre.
Stavolta l’azione, narrata in
terza persona, è collocata
principalmente in Germania a circa
metà degli anni ’90, quindi qualche anno prima del congedo di Reacher
dall’esercito in cui è ancora un maggiore
di una branca speciale della polizia militare.
Reacher dovrà ricercare,
individuare e fermare una persona,
avendo solo pochissimi dati a disposizione, dei quali non fa parte nemmeno il
nome ma si sa solo che è americana, prima che questi venda un “qualcosa” a una
“forse” organizzazione terroristica.
Gli indizi sono veramente
inconsistenti, ma Reacher trova ad aiutarlo tutta l’organizzazione di intelligence statunitense e la sua
vecchia amica Frances Neagley, il
letale sergente maggiore affetto da aptofobia (o afefofobia, cioè la repulsione
nei confronti dell’essere toccata da qualcuno), alla quale ha già fatto ricorso
(o “dovrà” fare ricorso, visto che il libro è uscito già qualche anno fa ma la
vicenda è temporalmente quasi di vent’anni successiva a questa) nello splendido
Vendetta a freddo.
Come al solito Reacher
riuscirà a sbrogliare la matassa, troverà la persona e salverà il mondo dal una
possibile tragedia, facendo giustizia a modo suo fregandosene delle leggi, ma
mettendo sempre al primo posto la “sua”
morale che in ogni caso è perfettamente condivisibile.
Oltre a trovare il tempo per
la consueta relazione sentimentale “mordi e fuggi” anch’essa descritta senza
una parola in più o una in meno dalla perfezione.
Ottimo Child come sempre:
scrittura sopraffina, come sempre tutto il necessario inserito al punto giusto
e nulla di superfluo.
Un gran piacere.
Il Lettore
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