…e lo presenteranno in
pompa magna in uno dei prossimi fine settimana in una biblioteca della mia
città. L’autrice è del posto, e anche la piccola casa editrice che lo ha
pubblicato. Già su Faccialibro fioccano
gli inviti, un mucchio di persone hanno messo il proprio mi piace e un altro
mucchio dicono che parteciperanno con entusiasmo. Fervono i commenti: bello! Da
non lasciarsi sfuggire! Pieno di poesia! Ci saranno personaggi noti oltre all’autrice,
un’occasione da non perdere.
Ma io me la perderò.
Io non andrò di certo.
Non perché io snobbi questi
eventi cultural-mondani - anche se non mi piacciono molto gli assembramenti non
mi pare una ragione sufficiente - quanto perché so già di che si tratta, perché
quel libro, io, l’ho già letto.
E a suo tempo l’avevo
bocciato.
Eh sì, perché il libro che
hanno pubblicato e che presenteranno in pompa magna mi era capitato sotto gli
occhi più di un anno fa sotto forma di manoscritto da leggere e valutare, e io
l’avevo letto e valutato. E bocciato.
A parte l’impaginazione da
tela di Pollock in Times New Roman corpo 12 interlinea singola, con 630 parole
a pagina, quello che segue è un estratto del commento che inviai all’Editore
Sommo una volta esaminato il manoscritto, in questa sede leggermente modificato
per non far riconoscere libro e autore:
Autrice - Titolo
Si
sente dalle prime righe che l’Autrice ha già scritto qualcosa, descrive
abbastanza bene, inserisce metafore e similitudini appropriate, ma nel
complesso lo scritto è una sfilza di
episodi slegati pieni di luoghi comuni in situazioni ed espressioni, e di noiose riflessioni sul senso della vita
indotte dall’avanzare dell’età. Che è l’unico filo che lega gli episodi. Anche
in questo caso, nello spiegare i suoi stati d’animo e la sua concezione della
vita, l’Autrice “tell”, non “show”,
e te li lascia cadere come dogmi.
Nel
capitolo “XXX” si pone in cattedra a
lanciare anatemi sui maschi da vecchia femminista in menopausa attribuendo loro
la colpa di tutte le cose storte del mondo. Non voglio dire che abbia torto, ma
lo dice con un astio che è fastidioso
e che affiora spesso in tutto il resto del testo.
Da
uomo, questo libro non lo comprerei mai. E anche ad una donna “normale” penso
che non interesserebbe. Tecnicamente c’è da fare parecchio lavoro di editing,
dai refusi alle parole storpiate ai disallineamenti.
E ci sono troppe citazioni gratuite.
Oltretutto
non c’è nemmeno una parvenza di fine
o di conclusione: a metà l’elaborato cambia registro di colpo, senza avvertire,
di punto in bianco cominciano dei racconti del tutto avulsi dal contesto
precedente.
E anche in seguito al mio
commento, all’epoca l’Editore non ne fece nulla.
Ora invece lo presenteranno
pubblicato da un’altra Casa Editrice, e io auguro di tutto cuore all’autrice di
avere tutto il successo che si merita.
Se i commenti che appaiono
adesso su Faccialibro ne parlano come di un capolavoro, e tenendo presente che
io deficiente non mi reputo, di sicuro
autrice ed editors avranno operato una revisione sostanziale del testo fino a
renderlo degno di merito, fino a farlo diventare veramente un buon prodotto. Certamente i contenuti saranno stati
resi meno scontati; forse
quell’acredine nei confronti dell’universo maschile sarà stata ridimensionata
fino a riportarla ad un livello perlomeno giustificabile agli occhi di un
qualsiasi lettore; forse, anzi di
sicuro, avranno reso l’impaginazione un pochino più leggibile; è possibile anche, anzi è auspicabile,
che abbiano eliminato del tutto errori e sgrammaticature.
Lo avranno fatto senza
ombra di dubbio.
Ma io non sono per nulla
curioso di andare a controllare.
Il Valutatore
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