venerdì 11 luglio 2014

Lezioni (semiserie) di Scrittura Creativa: Quarta Puntata


4 – IL LAYOUT
Ovverossia l’impaginazione.
Di solito i manuali di scrittura cominciano parlando dei contenuti, io invece voglio essere originale e preferisco partire dalla fine. Questo perché, come sostenevo in precedenza, dovete consentire al Valutatore che avrà sotto gli occhi il vostro elaborato di arrivare fino in fondo, e un ottimo modo di iniziare è quello di sottoporgli un testo esteticamente gradevole.
Odio quando sono costretto a leggere un Times New Roman corpo 9 a interlinea singola che riempie una pagina senza margini con più di 900 parole: mi indispone all’impatto, prima ancora di cominciare a leggere la prima riga. Mi irrita, e questo significa che non sono certo nello stato d’animo adatto a giudicare benevolmente lo scritto. E non venite a dirmi che potrei ingrandirlo sullo schermo… non regge comunque. Tra l’altro, una tale impaginazione significa che l’autore non ha nemmeno riletto il proprio testo, altrimenti si sarebbe accorto della difficoltà di lettura in cui si stava impelagando, e da ciò deriva che il testo stesso sarà anche pieno zeppo di errori di qualsiasi tipo. Ne consegue anche che quell’autore il proprio testo non lo ama neanche abbastanza da controllarlo e dotarlo di un minimo di qualità estetica, non parliamo dell’averselo gustato per se stesso.
Quindi.
Dal momento che potete scrivere come vi pare: a matita, con la biro, con la stilografica, sul tablet, sul telefono cellulare (contenti voi…) o incidendo una tavoletta d’argilla, ma prima o poi sarete costretti a riportare la vostra creazione su un computer, nel momento in cui metterete le mani su una tastiera la prima cosa da fare sarà organizzare un layout di pagina gradevole. Non pensate che questo non sia importante. Toglietevi dalla testa che quello che conta sono i contenuti…  o che quello che scrivo è arte pura… intanto badate a far arrivare fino in fondo chi legge.
Ognuno può scegliere la soluzione che più lo soddisfa, a patto che sia sobria ed esteticamente piacevole. Non fornite un testo scritto in caratteri strani (mai!), ma usate un font che sia facilmente leggibile sullo schermo. Nel mio libro consigliavo font come Garamond, Georgia, Verdana, Palatino Linotype, Bodoni, Century Schoolbook, Rockwell e anche lo stesso Times New Roman a patto che sia scritto almeno in corpo 14. E aggiungevo che l’adoperare caratteri estrosi, a meno che non vi sia una ragione più che valida per farlo (cioè mai…), serve solo a far indispettire chi legge. Considerate che un carattere sans serif come Verdana possiede una leggibilità migliore a schermo, mentre un carattere con grazie come Garamond è più piacevole da leggere stampato su carta.
A me piace scrivere direttamente nel layout finale di stampa, perché rileggo spessissimo ciò che ho scritto e ogni volta mi piace confrontarmi con un’estetica della pagina gradevole. Quindi in corso di scrittura dei miei elaborati uso la seguente impaginazione:
foglio: formato A4 verticale;
margini: superiore 3.6 cm, inferiore 3.6, sinistro 3.5, destro 3.5;
carattere del testo: Georgia corpo 13;
titoli capitoli: centrati corpo 16;
interlinea: minima 20 punti;
allineamento: giustificato;
rientro prima riga paragrafo: 0.7;
nessuna spaziatura ulteriore tra un paragrafo e l’altro;
sillabazione automatica attivata;
numerazione delle pagine: in basso al centro.
Ne risulta una pagina che contiene 31 righe con un numero di caratteri (compresi gli spazi) di circa 1800 e un numero di parole variabile tra 280 e 320, ricalcando mediamente lo standard di cartella editoriale. Fate una prova con il vostro programma di videoscrittura e rendetevi conto di come viene il risultato.
Un ulteriore aspetto importante del layout è la gestione degli “a capo”.
Scrivendo di getto, molto spesso si trascura di separare il testo in paragrafi, ma al contrario questo risulta basilare per “dare respiro” alla trattazione, per scindere concetti o scene leggermente diversi, per concedere una pausa al lettore e, non ultimo, per consentire a quest’ultimo di interrompere la lettura in corrispondenza di una sia pur minima sospensione alla quale poi gli sarà facile riallacciarsi quando riprenderà a leggere. Con questo non voglio assolutamente incoraggiare coloro che inseriscono un “a capo” dopo ogni frase, anzi, ma dal momento che non credo vi chiamiate Marcel Proust, se fossi in voi eviterei di comporre paragrafi lunghi più di una ventina di righe senza spezzarli.
Fate qualche esperimento, rileggete spesso il vostro elaborato, e vi accorgerete come l’adottare questi semplici consigli apporterà ben presto un sensibile miglioramento anche alla qualità della vostra scrittura.
Provare per credere.

Lo Scrittore Insegnante

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