martedì 2 dicembre 2014

La verità sul caso Harry Quebert

Avevo già bocciato la app Aldiko in quanto scomoda per leggere i pdf, quando ho scaricato questo libro in versione epub e ho scoperto che invece questi ultimi l’applicazione permette di leggerli benissimo. Ottimo. Così mi sono imbarcato nella lettura telefonica di quest’altro tomo di oltre seicento pagine consigliatomi tempo fa da un amico accanito lettore, e scrittore, e fotografo, e… basta così. Ehi! Dico a te, hai visto? Alla fine ho seguito il tuo consiglio, mi sono fidato di un amico nonostante svariate altre recensioni trovate in giro ne parlassero più male che bene.
Avrò fatto bene?



Vi risponderò commentando volta per volta le affermazioni discordanti sul romanzo di  Joël Dicker trovate in rete:

Ottima leggibilità. Vero; è difficile staccarsi dalle pagine di questo romanzo: lo stile (fin troppo) semplice e discorsivo ti spinge a proseguire ad oltranza insieme al (fin troppo) sapiente inserimento di continui spunti di interesse in una trama (fin troppo) ben architettata. Di certo è un romanzo che si legge molto bene, e anche il continuo alternarsi di analessi e prolessi aiuta di volta in volta a rinnovare l’attenzione insieme alle variazioni della figura narrante.
Troppe pagine inutili. Vero anche questo:  un paio di centinaia di pagine in meno non gli avrebbero fatto male. Troppe ripetizioni, troppe ciarle a volte inutili, troppe insistenze controproducenti.
Thriller inesistente. Be’, questo no. In effetti ci si chiede come possa andare a finire, e la curiosità di sapere che fine abbia fatto Nola Kellergan crea uno stato di tensione che può a buon diritto fregiarsi dell’epiteto di thriller. Peccato che poi l’autore voglia emulare il Rashomon di Kurosawa facendo vedere diverse scene ogni volta dal punto di vista di vari personaggi, e questo francamente da una parte un po’ stufa, e da un’altra confonde le idee e rende il tutto alquanto artefatto.
Storia d’amore ridicola (patetica, sdolcinata, troppo poco credibile… eccetera eccetera). Ebbene sì, la liaison tra Quebert e Nola assume troppo spesso toni talmente sdolcinati da sfiorare il surreale passando per il vomitevole. E anche il rapporto tra Harry e Marcus assomiglia troppo a ciò che potrebbe idealizzare un ventenne bisognoso di un mentore.
Personaggi caricaturali (troppo ciarlieri, stereotipati ecc.). In effetti alcuni personaggi appaiono incongrui: ufficiali di polizia che riescono non si sa come a tenere nascosti elementi fondamentali ai fini dell’indagine, i protagonisti stessi dal comportamento equivoco, comprimari costruiti apposta per farli sembrare quello che poi si rivelano non essere...
Troppi insegnamenti di scrittura. Sarà perché sono interessato all’argomento, ma in un primo momento io li avevo trovati interessanti. Alcune massime già conosciute, altre meno, situazioni che ogni aspirante scrittore impara sulla propria pelle eccetera. Il problema è che poi capisci che certe dritte l’autore le avrà anche vissute, ma nessuno ti toglie  dalla testa la convinzione che sotto i trent’anni uno sia troppo giovane per mettersi in cattedra a dispensare lezioni di scrittura, e di conseguenza sospetto fortemente che abbia saccheggiato diversi manuali di scrittura per sciorinare le sue massime (su cui in effetti insiste veramente troppo). E lasciamo perdere quelli che pretenderebbero essere insegnamenti di vita…
Letteratura elementare. Be’, questo non trovo che sia un difetto. Non tutti si chiamano Proust o Hemingway e anche un romanzo leggero può essere fonte di piacere. Ma a parte questo, il fatto che l’autore si parli molto addosso, in una sorta di meta-letteratura, spesso ti fa cadere le braccia per non dire qualcos’altro. Letteratura elementare? Elementare di sicuro, Letteratura? Mah…
Elementi inverosimili. Ce ne sono diversi, dai personaggi che ardono dal desiderio di raccontare tutti gli affari propri ad un perfetto sconosciuto al fatto che nella casa del protagonista possa entrare di continuo qualsiasi persona che si trovi a passare da quelle parti, fino al parlare con nonchalance di pompini in una lezione universitaria. Il parossismo è lo sfociare in vere e proprie castronerie: a un certo punto l’autore afferma che l’idrogeno gassoso liberato in aria dà luogo ad un’esplosione terrificante. Nulla di più falso, come è facile verificare con un semplice esperimento di scissione elettrolitica. L’idrogeno gassoso liberato in aria non provoca assolutamente nulla. Ma nessuno gliel’avrà fatto notare?
Dialoghi puerili. Sarà perché avrà voluto esprimere il modo di parlare della provincia americana e di un certo tipo di classe sociale, e non so se il giovane svizzero ci sia riuscito, fatto sta che i dialoghi sono spesso veramente frivoli fino a sfiorare il ridicolo.
Giudizio finale (personale). Mio caro amico che me lo hai consigliato, mi rivolgo direttamente a te per confessarti che questo romanzo proprio non mi è piaciuto. L’ho terminato a fatica,  e se non ci fossi stato in mezzo tu me ne sarei proprio fregato di quale fine potesse aver fatto Nola Kellergan. Anzi, mi stupisco proprio che sia piaciuto a te, conoscendo i tuoi gusti e la tua capacità critica. Forse perché si avverte che la trama è “troppo” costruita, perché la resa è semplicistica, perché i personaggi sono davvero stucchevoli, “architettati” e inverosimili, e si “sente” che è stato scritto da un poco più che ventenne inesperto probabilmente coadiuvato da una schiera di editors.
Resta il fatto che il libro ha venduto migliaia di copie e questo, una volta di più, mi lascia stupefatto sui gusti barbari della massa di lettori comuni che si lasciano irretire dalla pubblicità e dalle stronzate.
Un’ennesima conferma di ciò che sostenevo qualche post addietro: volete avere successo? Scrivete cazzate. E pubblicizzatele bene.
Il Lettore amareggiato

2 commenti:

  1. ohhh, finalmente! pensavo di essere io una marziana e di andare controcorrente. Tutti a dirmi che era speciale, unico, il romanzo thriller del secolo e, quando ho provato a dire, che si... insomma... non era poi tutta 'sta gran cosa, apriti cielo! meno male che adesso siamo in due a pensare più o meno allo stesso modo

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