Avete presente Zoella? La blogger che ho nominato qualche giorno fa perché ha battuto il
record della Rowling vendendo 78000 copie del suo libro nella prima settimana
di uscita? Bene, ora è scappato fuori che Girl
Online non l’ha nemmeno scritto lei, ma si è affidata a un ghostwriter. E il lettore ingenuo
continua a farsi prendere per i fondelli… Poco importa che per la vergogna
l’oca giuliva abbia deciso di scomparire per un po’ dalla circolazione, intanto
ha venduto e continuerà a vendere. Oggi giorno non conta nulla se il libro
valga o meno, conta solo se l’autore è più o meno conosciuto. In che mondo
viviamo…
Ma parliamo di cose serie.
Tempo fa, girellando per il solito negozietto di libri usati, mi sono
imbattuto in uno di quei titoli
magnifici che non puoi fare a meno di portarti a casa; magari ti viene
anche il sospetto che sia tutto titolo e niente arrosto, come insegna un noto
autore italiano, ma quando un romanzo si intitola Regole per vecchi gentiluomini tenti comunque la sorte e vada come
vada, speriamo bene.
E una volta tanto è andata
bene, altro che numeri primi…
Il romanzo di Peter Pounchey è una piccola perla trovata per caso e per questo
forse ancora più preziosa. Una narrazione pacata, un ritmo con la lentezza propria
della persona anziana e uno stile cristallino nel quale spicca la capacità di
descrivere ambienti e paesaggi fanno di questo racconto un’opera capace di
coinvolgerti e smuovere qualcosa al tuo interno.
Poche cose sono più tristi
di un vecchio rimasto del tutto solo in un posto isolatissimo nel corso di un
inverno gelido, che di per se stesso rappresenta una metafora. McIver, il protagonista, è un professore
di storia al termine della vita che ha visto andarsene tutte le persone a lui
più care e ha scelto di finire i suoi giorni nel luogo stesso che insieme alla
moglie amata per quasi quarant’anni si erano eletti a residenza: una foresta
sperduta nelle vicinanze di Cape Cod,
nei pressi di Boston, un luogo che non a caso era caro a Henry Thoreau. Sentendo avvicinarsi la fine McIver decide di
impiegare il tempo che gli resta scrivendo il romanzo che si sente dentro da
molto, e per farlo si impone delle regole che dovrebbero combattere sia le
difficoltà pratiche che le angosce dovute alla vecchiaia. Vi lascio il piacere
di leggerle per conto vostro, ma non posso fare a meno di citare la n. 7 – Lavorare ogni mattina, che sottintende lo scrivere ogni mattina
almeno una scena, e la n. 3 – … accendere
il fuoco quando occorre, bruciando prima le cose meno importanti. Dove
queste ultime stanno per …sedie
pieghevoli, i libri scritti dalla concorrenza e altra immondizia prima dei
libri buoni e dei miei.
Peter
Pounchey costruisce così
gli ultimi mesi di vita di McIver
intrattenendo il lettore con le difficoltà oggettive del vecchio intercalate
alle sfaccettature del romanzo che egli sta scrivendo, analizzandone via via la
trama e i personaggi così come l’autore si impone di costruirlo ogni mattina. L’edificazione
di un romanzo dentro un romanzo, fino ad una conclusione che anche se si può
prevedere fin dall’inizio non per questo risulta scontata o deludente.
Una lettura affascinante,
elegante e malinconica, di classe.
Il Lettore
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