giovedì 25 dicembre 2014

La verità non basta

Ci risiamo: visto, preso, portato a casa e lette le 394 pagine in un giorno o poco più. L’unica amarezza rimane quella che ora dovrò aspettare un altro annetto fino all’uscita della prossima avventura di Jack Reacher.


Lee Child è riuscito a soddisfare i suoi lettori anche questa volta. Devo dire anche in modo migliore delle ultime. Abbiamo tra le mani un thriller leggero, va bene, di pura azione, niente di che farti guadagnare il Nobel, ma i difetti, se vogliamo chiamarli così, finiscono qui. La verità non basta è un romanzo che ti tiene incollato dalla prima pagina all’ultima, senza mai far calare la tensione e mantenendosi sempre sul plausibile. C’è lo stile, c’è la trama, c’è il protagonista, c’è l’ambientazione, ci sono vari colpi di scena e un finale che soddisfa, che vuoi di più?
E poi, il personaggio.
Penso che Jack Reacher sia uno dei protagonisti più azzeccati degli ultimi tempi: puro, genuino, giusto, minimalista, invincibile. L’altro personaggio di fantasia al quale assomiglia di più è Tex Willer. Come dice uno dei più grandi esperti nazionali in materia di fumetti (che sono onorato di avere per amico), Tex è uno dei fumetti più venduti perché tutti vorremmo poter essere come lui. Tutti vorremmo poterci comportare come ci pare, tutti vorremmo poterci far giustizia da soli, ma sempre nell’ambito di una rigorosa morale, tutti vorremmo poter mettere a tacere il prepotente di turno senza spiacevoli conseguenze. Jack Reacher in fondo è come Tex: entrambi onesti e retti e giusti fino al fanatismo, ad entrambi non serve nulla di inessenziale, entrambi sono del tutto disinteressati al denaro, entrambi lottano in maniera formidabile e inseguono il cattivo di turno come degli instancabili mastini e, soprattutto, alla fine vincono sempre. Lo stereotipo dell’eroe rude ma buono, e chi di noi non vorrebbe essere così?
Questa è una di quelle avventure in cui Reacher parla in prima persona e racconta un avvenimento occorsogli nel 1997, immediatamente prima di abbandonare l’esercito, decisione derivata in parte anche da quanto gli accadrà in questo romanzo. Il narratore quindi è interno alla storia ma anche onnisciente, e sta raccontando da un punto temporale situato più avanti nel futuro, come si evince dai riferimenti all’11 settembre nel corso della narrazione. Nel suo ruolo di maggiore della polizia militare Reacher viene mandato in missione in un posto sperduto del Tennessee, ad indagare sull’omicidio di una giovane ragazza nel quale i suoi superiori temono possa essere implicato un militare dei corpi speciali statunitensi. Ovviamente Reacher risolverà l’intrigo, non senza prima aver tonfato diverse persone, averne messe definitivamente a tacere delle altre ed essere stato piacevolmente coinvolto in una liaison di quelle invidiabili.
Il tutto può sembrare una trama scontata, ma vi assicuro che non lo è. O perlomeno è lo stile di Lee Child, come dicevo, a fare in modo che tu prenda in mano il libro e non lo lasci più fino alla fine. Child sa come caratterizzare i personaggi, sa come rendere interessante un’ambientazione sperduta nella quale non c’è assolutamente nulla di rilevante, sa come inserire adeguatamente le metonimìe e come collocare al punto giusto i colpi di scena, sa come fuorviare il lettore e poi farsi perdonare per averlo portato su false piste. Il tutto fornendo spesso notizie di carattere generale dosate in modo ammirevole e facendo in modo che una volta giunto all’ultima pagina il lettore tiri un sospiro di soddisfazione. Dopo una quindicina di romanzi, ormai si può affermare come l’autore inglese sia diventato un maestro del genere, e da lui dovrebbero imparare tutti quegli scrittori di thriller che infarciscono i loro romanzi di esagerazioni, di colpi di scena ad ogni pagina, di personaggi del tutto incredibili e di fatti fuori dal mondo (avete presente i film western di quarta categoria nei quali non ricaricano mai le pistole?).
Jack Reacher sarà certo un personaggio nettamente sopra le righe, ma Child ha saputo anche renderlo umano, riportarlo sulla terra, costruendogli un passato coerente con il suo atteggiamento e un modo di comportarsi nel quale spiccano anche i sentimenti insieme alla forza bruta adoperata sempre in modo chirurgico. Tex Willer ma anche, sempre per restare sul fumetto, Dago, l’immortale personaggio di Robin Wood e Alberto Salinas.
E speriamo che il prossimo esca il prima possibile.
Ah… dimenticavo, Buon Natale a tutti!
Il Lettore

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