giovedì 23 ottobre 2014

Ruggine

Bello. Veramente bello. Una via di mezzo tra un thriller e un romanzo di formazione che ti fa stare con il fiato sospeso fino alla fine e ti scandalizza con situazioni scioccanti fino al limite e un linguaggio crudo che più esplicito non si può.


Dice il saggio che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, e Stefano Massaron di sicuro ha imparato parecchi segreti frequentando gente come Joe R. Lansdale, Jeffrey Deaver, Cornell Woolrich, Poul Anderson, Douglas Preston, Lincoln Child e Jonathan Coe, o meglio, più che frequentando, traducendo i loro romanzi in italiano.
Dell’esperienza condotta come traduttore l’autore ne ha fatto tesoro, prendendo il tocco migliore da ognuno degli autori che ha studiato e infondendolo in questo Ruggine: il processo di formazione adolescenziale di Lansdale, il gusto del colpo di scena di Deaver, le atmosfere cupe di Woolrich, la costruzione del thriller di Preston & Child eccetera eccetera
La storia è progettata benissimo, con un sapiente dosaggio di scene nel tempo attuale alternate a capitoli interamente in analessi, scrittura in prima e in terza persona oltre alla spietata identificazione con la mente del cattivo di turno che è fonte di un continuo susseguirsi di sentimenti forti nella coscienza del lettore: schifo, rabbia, compassione, ribrezzo. Lo stile è accuratissimo, il ritmo veloce ma non così massacrante da non lasciare spazio alle descrizioni e alle riflessioni dei protagonisti che sono dipinti magnificamente, sia nei flashback da adolescenti che nella loro vita adulta, giungendo perfino a differenziare tono e tecnica nei diversi capitoli con lo scopo di una maggiore caratterizzazione.
Della vicenda come al solito non dico nulla, anche se di sicuro molti la conosceranno per aver visto il film che ne è stato tratto con Valerio Mastandrea, Filippo Timi nella parte del cattivo e Stefano Accorsi, salvo considerare che non è per nulla facile scrivere un romanzo sulla pedofilia senza apparire scontati o ributtanti. Forse a causa di alcune scene molto forti ho letto diverse critiche negative, perfino di lettori che non sono riusciti a terminarlo per esserne stati scandalizzati, e posso anche comprenderli (ma non giustificarli).
Ripeto: a me è piaciuto molto e vi ho trovato una sola stonatura tecnica, proprio alla fine. Purtroppo non posso dirvi di che cosa si tratta: sarei costretto a raccontarvi tutta la trama finale compreso, ma credetemi, non pregiudica affatto la sensazione di aver letto un bel romanzo.
Il Lettore 

Nessun commento:

Posta un commento