Bello. Veramente bello. Una
via di mezzo tra un thriller e un romanzo di formazione che ti fa stare con il
fiato sospeso fino alla fine e ti scandalizza con situazioni scioccanti fino al
limite e un linguaggio crudo che più esplicito non si può.
Dice il saggio che chi va
con lo zoppo impara a zoppicare, e Stefano
Massaron di sicuro ha imparato parecchi segreti frequentando gente come Joe R. Lansdale, Jeffrey Deaver, Cornell
Woolrich, Poul Anderson, Douglas Preston, Lincoln Child e Jonathan Coe,
o meglio, più che frequentando, traducendo
i loro romanzi in italiano.
Dell’esperienza condotta
come traduttore l’autore ne ha fatto tesoro,
prendendo il tocco migliore da ognuno degli autori che ha studiato e
infondendolo in questo Ruggine: il
processo di formazione adolescenziale di Lansdale, il gusto del colpo di scena
di Deaver, le atmosfere cupe di Woolrich, la costruzione del thriller di
Preston & Child eccetera eccetera
La
storia è progettata
benissimo, con un sapiente dosaggio di scene nel tempo attuale alternate a
capitoli interamente in analessi, scrittura in prima e in terza persona oltre
alla spietata identificazione con la mente del cattivo di turno che è fonte di
un continuo susseguirsi di sentimenti forti nella coscienza del lettore:
schifo, rabbia, compassione, ribrezzo. Lo stile è accuratissimo, il ritmo
veloce ma non così massacrante da non lasciare spazio alle descrizioni e alle
riflessioni dei protagonisti che sono dipinti magnificamente, sia nei flashback da adolescenti che nella loro
vita adulta, giungendo perfino a differenziare tono e tecnica nei diversi
capitoli con lo scopo di una maggiore caratterizzazione.
Della vicenda come al
solito non dico nulla, anche se di sicuro molti la conosceranno per aver visto
il film che ne è stato tratto con Valerio
Mastandrea, Filippo Timi nella
parte del cattivo e Stefano Accorsi, salvo considerare che non è per nulla facile scrivere un romanzo sulla
pedofilia senza apparire scontati o ributtanti. Forse a causa di alcune scene
molto forti ho letto diverse critiche negative, perfino di lettori che non sono
riusciti a terminarlo per esserne stati scandalizzati, e posso anche
comprenderli (ma non giustificarli).
Ripeto: a me è piaciuto
molto e vi ho trovato una sola stonatura
tecnica, proprio alla fine. Purtroppo non posso dirvi di che cosa si tratta:
sarei costretto a raccontarvi tutta la trama finale compreso, ma credetemi, non
pregiudica affatto la sensazione di aver letto un bel romanzo.
Il Lettore
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