Dopo un’intera mattinata
trascorsa a tagliare e spaccare legna, nell’ambito della mia campagna personale
di aiuti pro bono agli amici, seguita
da uno squisito pranzetto agreste, cos’è che sarebbe perfetto per rilassarsi?
Ovvio, spulciare tra i volumi della libreria della padrona di casa, dove con
stupore ho trovato uno dei miei autori
preferiti mimetizzato nella striscia giallo-nera de “I romanzi neri del
giallo Mondadori”, quasi fosse un romanzetto da quattro soldi. Ma un romanzetto
da quattro soldi non parte in maniera così cruda dipingendo nell’incipit il cadavere di una madre
“colato” sul materasso, sia pure “…solo
in parte, e se lui teneva la porta sbarrata e puntava il ventilatore per respingere
il fetore, non era poi questa schifezza.”
Un autore come Joe R. Lansdale può permettersi il
lusso di intitolare un romanzo con un ossimoro e di iniziarlo con un’immagine
capace di scioccarti e poi di continuare per tutto il volume con scene che
oscillano tra il raccapricciante e lo scandaloso senza mai farti venire la
voglia di bruciare il volume. Non per niente qualcuno l’ha proposto per un
Nobel che non prenderà mai, perlomeno finché continuerà ad usare nei suoi
scritti una quantità di parolacce tale da far schiattare sul colpo un’educanda
(ma ne esistono più?).
Dello stile e dell’opera di
Lansdale non parlerò (se siete incuriositi guardate qui); dirò solo che in
questo romanzo che riprende il più duro filone noir l’autore texano ha superato se stesso in quanto a crudezza di
esposizione e di linguaggio, infilando pagina dopo pagina una sfilza di scene
durissime e spesso rivoltanti che si susseguono per tutta la trama sfociando in
un finale in cui i cattivi vincono alla grande e non si sognano nemmeno
minimamente di redimere la propria anima. Ma anzi.
Ma sapendo leggere tra le
righe, al di là del marcio che impregna quasi tutti i protagonisti, al di là
dello splatter, al di là del
grottesco e del surreale, al di là delle vagonate di sangue e di sesso, si
intravede come l’autore sia sempre coinvolto da un universo di disperati che navigano senza saper dove andare,
ricercando accanitamente una guida e una maniera per riscattare le loro
esistenze perdute, senza futuro. Lansdale si nasconde dietro comportamenti
bestiali per denunciare la povertà, l’emarginazione, il rifiuto da parte di una
società sbagliata, la volontà dell’individuo di ricercare una redenzione
situata sempre al di là della sua portata.
Una lettura dura, adatta
solo a quelli che ritengono di avere uno stomaco forte, con personaggi che rimarranno
impressi a lungo nella memoria del lettore.
Il Lettore
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