sabato 25 aprile 2015

Seton ― 1 • Lobo, il re dei lupi

Un fumetto dopo l’altro… questo per gentile concessione del "compagno di caffè" (che ringrazio). Letto e recensito al volo per ridarglielo subito perché a sua volta lo deve riportare alla Biblioteca delle Nuvole dalla quale lo ha preso in prestito allo scopo di acculturarsi sul multiforme universo dei manga.
Dicono che il signor Ernest Thompson Seton (1860-1946) sia uno scrittore abbastanza popolare in Giappone.



Io non l’avevo mai sentito nominare, neanche per il fatto che è stato uno dei promotori dello scoutismo. Probabilmente chi lo conosce qui in Italia è solo perché ha letto questo manga in cui Jiro Taniguchi e Yoshiharu Imaizumi ne raccontano le avventure, in particolare la prima, quella in cui E. T. Seton, da giovane pittore naturalista inglese (ancora lontana l’idea di mettersi a scrivere qualcosa) trasferitosi a Parigi per dipingere, emigra in America e si imbarca in un’avventura che lo porterà a dare la caccia a un lupo.

Se considerate che da parecchio tempo mi sono schierato in una ferma posizione contro la caccia in genere, e da sempre sono un amante dei lupi (fino ad aver convissuto per dieci anni con uno di loro…), capirete come il sentimento che ho provato leggendo questo fumetto si avvicini molto di più alla rabbia piuttosto che al divertimento.
Ma una storia è una storia, e anche quelle che ti fanno male, come questa, possono essere degne di considerazione.
Lobo è il maschio alfa di un branco di lupi grigi che terrorizza da tempo la Currumpaw Valley con scorrerie che decimano mandrie e greggi. È un lupo straordinario, gigantesco, furbo e intelligente, un vero condottiero refrattario a qualsiasi tentativo messo in atto dagli allevatori per ucciderlo o catturarlo, tanto da fargli attribuire dei poteri mitici e soprannaturali.



Quando Seton giunge quasi per caso nel territorio in cui il branco spadroneggia, si troverà ad ingaggiare con i lupi una lotta senza esclusione di colpi nella quale userà tutte le sue conoscenze naturalistiche per poter liberare la valle da quella che è diventata una vera e propria nemesi per gli allevatori. Lobo e il suo branco eluderanno tutte le tecniche messe in atto di volta in volta dai loro cacciatori facendoli cadere nella più completa frustrazione, fino a che…
É facile prevedere come la storia andrà a finire. E questo comunque non renderà Seton soddisfatto di se stesso, anzi, lo persuaderà a dover scrivere dell’avventura che ha vissuto per provare a cambiare anche negli altri la concezione comune dell’uomo padrone della natura: “Voglio che la gente si renda conto che Lobo è una vittima, simbolo della natura devastata dall’intervento umano.”



Un fumetto doloroso, almeno per me, ma teso e interessante. Anche se il tratto non è tra i miei preferiti, i disegni di Jiro Taniguchi, dallo stile semplice, realistico e occidentaleggiante (per intenderci: niente adolescenti svestite dagli occhioni ipertrofici), rendono bene il dramma raccontato da Yoshiharu Imaizumi con una sceneggiatura ad ampio respiro, inquadrata in una gabbia generalmente di tre strisce con un formato dei riquadri molto variabile. Una pecca potrebbero essere le espressioni, sia umane che lupine, un po’ stereotipate e ripetitive, ma nel complesso ritengo sia una buona storia, con una morale positiva inserita in una tematica interessante.
Comunque, visto che a me questa storia ha fatto male, non penso che leggerò le avventure successive di Seton, quelle in cui interagisce con una lince, con un cervo e con un orso: già mi si fa il mondo nero a pensare che loro possano aver fatto la stessa fine di Lobo.
Ah, tanto per puntualizzare, questa che avete letto è ciò che intendo io per una recensione breve ma onesta e “decente”. Non come quei ridicoli commentini che si pubblicano su Faccialibro solo per farsi belli con le amicizie femminili dopo aver letto un fumetto di alto livello.
E adesso questo che c’entra? Non vi preoccupate, sfizio di blogger, chi doveva capire ha capito…
Il Lettore di fumetti

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