Quando ci si è messi di
buzzo buono a leggere un mattoncino di oltre
900 pagine, per forza di cose non si riesce a smaltire altro di nuovo in
modo da onorare i tempi di un blog
che si rispetti (come questo, hi hi…). Quindi per forza di cose sono costretto
a ripescare letture fatte in passato per poter aggiornare queste pagine fino a
che non avrò terminato il logorroico romanzo in corso di assaporamento del
quale vi parlerò quanto prima (bene? Male? Ancora non ho mica deciso… ma sono
solo a pag. 442…).
Invece del libro di oggi
non posso che parlare bene…
Uno degli autori dei quali
ho letto quasi per intero la considerevole produzione è lo spagnolo Manuel Vazquez Montalbàn. Quel
Montalbàn a cui Andrea Camilleri ha
voluto fare un omaggio nell’inventare il nome del suo investigatore più famoso.
Pur trovandolo a tratti
prolisso e vagamente soporifero, lo stile di Manuel Vazquez Montalbàn è tale da cullarti in una routine confortante, protettiva, dalla
quale non riesci a staccarti anche se ti sta raccontando qualcosa a cui sei
solo lontanamente interessato. Altri autori con i quali mi è successa la stessa
cosa sono Rex Stout e Arturo Pérez-Reverte. Ma a volte anche Agatha Christie e Morris West. Come una droga leggera, un’affezione che è un po’ come
tornare a casa dopo un lungo viaggio.
E questo Tatuaggio, oltre ad essere il primo
libro che ho letto di Montalbàn, è anche il primo romanzo in cui appare
l’investigatore creato dall’autore spagnolo, quel Pepe Carvalho contraddistinto fin da subito come il prototipo
dell’antieroe che infrange bellamente tutti gli stereotipi del genere giallo. Pepe Carvalho è un investigatore
privato sui generis, acuto ma un po’
scalcagnato, profondo ma sfigato, appassionato della buona cucina ed eccellente
gastronomo a sua volta, disincantato, profondamente di sinistra ma deluso dalla
politica e cinico quanto basta da avere per compagna una prostituta che ama
seriamente infischiandosene del suo mestiere che considera alla stregua di un
lavoro impiegatizio come tanti altri. Una delle caratteristiche che lo hanno
reso famoso è quella di ritenere che dai libri non si impari nulla, ed è per
questo che li utilizza per accendere il fuoco nel camino della sua casa di
Barcellona (orrore!). Oltre alla compagna Charo,
gli altri personaggi che fanno da contorno a Carvalho sono il cuoco-segretario Biscuter, l’amico Fuster e l’informatore Bromuro,
ognuno ben caratterizzato e di notevole spessore.
In questo romanzo Pepe è
impegnato in un’indagine parallela a
quella delle forze di polizia, volta a cercare di scoprire chi abbia
assassinato un giovane il cui corpo è stato ritrovato su una spiaggia. Unico
indizio, una scritta tatuata sulla schiena: sono
nato per rivoluzionare l’inferno. Le ricerche di Pepe si svolgono sempre
tra personaggi al margine, in una Spagna che risente ancora delle ferite di una
guerra civile prima e di una dittatura poi, ed è alla disperata ricerca di
equilibrio e salvazione.
Tutti i romanzi di
Montalbàn sono permeati dell’aspetto politico e sociale, un sottofondo che risente
dell’attivismo politico dello scrittore che da militante antifranchista è
arrivato a far parte del Comitato Centrale del Partito Socialista di Catalogna.
E’ questo soffermarsi sulle problematiche sociali che rallenta di molto
l’azione delle singole storie, ma d’altra parte conferisce loro una profondità
e uno spessore che le pongono al di sopra del semplice “giallo”.
Con i numerosi romanzi che
si sono succeduti a questo Tatuaggio,
il personaggio di Pepe Carvalho ha
assunto una vita propria, un po’ come Salvo
Montalbano, tanto da far pubblicare dei libri interamente dedicati ai
manicaretti che vengono nominati (e assaggiati) nei suoi romanzi: Le ricette di Pepe Carvalho è un libro
formato da ricette accompagnate dallo stralcio del romanzo nel quale ognuna è
citata, che entra a pieno titolo nella casistica dell’investigatore in una
sorta di antologia letteral-culinaria ed è come uno sfogo dell’esperienza
gastronomica dell’autore.
Uno dei pochissimi romanzi
di Montalbàn che non ho letto, ma che comunque possiedo e quindi prima o poi
gli toccherà, è Millennio II – Pepe
Carvalho, l’addio. Il libro è stato pubblicato due anni dopo la morte dello
scrittore colto da un infarto all’aeroporto di Bangkok, e costituisce una sorta
di congedo dell’autore dal suo personaggio più famoso.
Ci sarebbe ancora molto da
parlare su Manuel Vazquez Montalbàn
e il suo Pepe Carvalho, ma voglio
concludere riportando quello dei suoi tanti aforismi che mi sono divertito ad
inserire nel mio primo romanzo: “Qualunque
uomo, per sentirsi realizzato nel corso della propria vita, dovrebbe compiere
tre cose: mettere al mondo un figlio, scrivere un romanzo ed elaborare una
ricetta originale a base di pollo.”
Ora, di queste tre cose è
facile stabilire quale sia la più facile da fare, ma delle restanti due qual’è
la più difficile?
Il Lettore
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