sabato 8 novembre 2014

Tatuaggio

Quando ci si è messi di buzzo buono a leggere un mattoncino di oltre 900 pagine, per forza di cose non si riesce a smaltire altro di nuovo in modo da onorare i tempi di un blog che si rispetti (come questo, hi hi…). Quindi per forza di cose sono costretto a ripescare letture fatte in passato per poter aggiornare queste pagine fino a che non avrò terminato il logorroico romanzo in corso di assaporamento del quale vi parlerò quanto prima (bene? Male? Ancora non ho mica deciso… ma sono solo a pag. 442…).

Invece del libro di oggi non posso che parlare bene…


Uno degli autori dei quali ho letto quasi per intero la considerevole produzione è lo spagnolo Manuel Vazquez Montalbàn. Quel Montalbàn a cui Andrea Camilleri ha voluto fare un omaggio nell’inventare il nome del suo investigatore più famoso.
Pur trovandolo a tratti prolisso e vagamente soporifero, lo stile di Manuel Vazquez Montalbàn è tale da cullarti in una routine confortante, protettiva, dalla quale non riesci a staccarti anche se ti sta raccontando qualcosa a cui sei solo lontanamente interessato. Altri autori con i quali mi è successa la stessa cosa sono Rex Stout e Arturo Pérez-Reverte. Ma a volte anche Agatha Christie e Morris West. Come una droga leggera, un’affezione che è un po’ come tornare a casa dopo un lungo viaggio.
E questo Tatuaggio, oltre ad essere il primo libro che ho letto di Montalbàn, è anche il primo romanzo in cui appare l’investigatore creato dall’autore spagnolo, quel Pepe Carvalho contraddistinto fin da subito come il prototipo dell’antieroe che infrange bellamente tutti gli stereotipi del genere giallo. Pepe Carvalho è un investigatore privato sui generis, acuto ma un po’ scalcagnato, profondo ma sfigato, appassionato della buona cucina ed eccellente gastronomo a sua volta, disincantato, profondamente di sinistra ma deluso dalla politica e cinico quanto basta da avere per compagna una prostituta che ama seriamente infischiandosene del suo mestiere che considera alla stregua di un lavoro impiegatizio come tanti altri. Una delle caratteristiche che lo hanno reso famoso è quella di ritenere che dai libri non si impari nulla, ed è per questo che li utilizza per accendere il fuoco nel camino della sua casa di Barcellona (orrore!). Oltre alla compagna Charo, gli altri personaggi che fanno da contorno a Carvalho sono il cuoco-segretario Biscuter, l’amico Fuster e l’informatore Bromuro, ognuno ben caratterizzato e di notevole spessore.
In questo romanzo Pepe è impegnato in un’indagine parallela a quella delle forze di polizia, volta a cercare di scoprire chi abbia assassinato un giovane il cui corpo è stato ritrovato su una spiaggia. Unico indizio, una scritta tatuata sulla schiena: sono nato per rivoluzionare l’inferno. Le ricerche di Pepe si svolgono sempre tra personaggi al margine, in una Spagna che risente ancora delle ferite di una guerra civile prima e di una dittatura poi, ed è alla disperata ricerca di equilibrio e salvazione.
Tutti i romanzi di Montalbàn sono permeati dell’aspetto politico e sociale, un sottofondo che risente dell’attivismo politico dello scrittore che da militante antifranchista è arrivato a far parte del Comitato Centrale del Partito Socialista di Catalogna. E’ questo soffermarsi sulle problematiche sociali che rallenta di molto l’azione delle singole storie, ma d’altra parte conferisce loro una profondità e uno spessore che le pongono al di sopra del semplice “giallo”.
Con i numerosi romanzi che si sono succeduti a questo Tatuaggio, il personaggio di Pepe Carvalho ha assunto una vita propria, un po’ come Salvo Montalbano, tanto da far pubblicare dei libri interamente dedicati ai manicaretti che vengono nominati (e assaggiati) nei suoi romanzi: Le ricette di Pepe Carvalho è un libro formato da ricette accompagnate dallo stralcio del romanzo nel quale ognuna è citata, che entra a pieno titolo nella casistica dell’investigatore in una sorta di antologia letteral-culinaria ed è come uno sfogo dell’esperienza gastronomica dell’autore.
Uno dei pochissimi romanzi di Montalbàn che non ho letto, ma che comunque possiedo e quindi prima o poi gli toccherà, è Millennio II – Pepe Carvalho, l’addio. Il libro è stato pubblicato due anni dopo la morte dello scrittore colto da un infarto all’aeroporto di Bangkok, e costituisce una sorta di congedo dell’autore dal suo personaggio più famoso.
Ci sarebbe ancora molto da parlare su Manuel Vazquez Montalbàn e il suo Pepe Carvalho, ma voglio concludere riportando quello dei suoi tanti aforismi che mi sono divertito ad inserire nel mio primo romanzo: “Qualunque uomo, per sentirsi realizzato nel corso della propria vita, dovrebbe compiere tre cose: mettere al mondo un figlio, scrivere un romanzo ed elaborare una ricetta originale a base di pollo.”
Ora, di queste tre cose è facile stabilire quale sia la più facile da fare, ma delle restanti due qual’è la più difficile?
Il Lettore 

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