Ma sì, dal momento che in
passato vi ho fornito qualche consiglio
su come affrontare un editore, farò il buono e comincerò ad elargirvi delle
preziose indicazioni sul come migliorare la vostra tecnica di scrittura in modo
che i Valutatori delle case editrici non interrompano dopo appena tre pagine la
lettura dell’elaborato che gli avete spedito. Sull’argomento ho già scritto un
libro e quindi di materiale già pronto ne avrei anche, ma preferisco ricominciare
da capo e spiegare alcuni concetti con parole nuove e pure scherzandoci sopra.
Chissà mai che possa servire anche a me.
La pubblicazione delle
presenti lezioni avrà una cadenza
zoologica, nel senso che non seguiranno un calendario dal ritmo preciso ma
saranno condizionate dall’estro dello scrivente, e di conseguenza usciranno su
questo blog un po’ a gatto selvaggio, ovvero a cazzo di cane, come suol dirsi.
Abbiate pazienza, si va ad iniziare.
1 - LA SPINTA
Vi
siete chiesti per quale
motivo strano vi è venuta all’improvviso la voglia di mettervi a scrivere? Esistono
una marea di passatempi con i quali impiegare il vostro tempo libero, perché
mai dovreste rinchiudervi in casa con una penna o davanti al pc a svolgere
un’occupazione che vi porterà via un mucchio di tempo?
Un’occupazione oltretutto antisalutare, che vi costringerà su una
sedia acutizzando la vostra ernia, che rammollirà i vostri muscoli, indebolirà
le vostre ossa e contribuirà al lievitare della vostra pancetta. Che vi isolerà
in una vita da eremita; che vi renderà antipatici ai vostri amici i quali vi
tacceranno di essere diventati degli orsi scontrosi ed egocentrici; che vi farà
litigare con il vostro partner tutte le volte che vi distoglierà dalla
concentrazione nella quale siete assorti; che vi farà imbufalire se qualcuno
avrà l’ardire di criticare quel passo sul quale avete tanto penato (diavolo, non esiste maniera migliore di
scriverlo!); che si risolverà in una delusione (con conseguente esaurimento
nervoso) quando scoprirete che delle cose che scrivete non interessa proprio
nulla a nessuno; un’occupazione che oltretutto avrà una miserrima probabilità
di riuscita e quasi certamente alla fine si risolverà in una mazzata ben
assestata alla vostra autostima.
Ve
lo siete chiesti? Se la
risposta è positiva e la conclusione è che volete ancora farlo, allora
lasciatemi dire che siete proprio degli incoscienti. Ma se proprio lo ritenete
ancora utile, continuate pure a leggere.
Probabilmente questo
desiderio vi ha assalito perché da sempre amate i libri e la lettura, e in
qualche momento del vostro percorso
letterario avete pensato: ma dài, se
Tizio è riuscito a scrivere un libro così, allora sono capace anch’io!
Oppure, meno prosaicamente, vi si è formata in mente quell’idea di buttare giù
un qualcosa, non sapete ancora bene cosa, ma qualcosa che parli di… sì, quello, intanto butto giù due frasi come
viene viene, poi vediamo. Oppure: oggi
piove, quasi quasi scrivo qualcosa… Ma anche perché adorate l’oggetto-libro, e uno dei vostri
desideri più segreti è sempre stato quello di vedere uno di questi feticci con
il vostro nome scritto in copertina. Le ragioni sono tante quante le persone
che scrivono.
E poi, che cos’è questa mania dilagante dello scrivere? Oggi
sembra che scrivano tutti (complice la maggior quantità di tempo libero e il
correttore automatico di Word), e che
lo scrivere porti all’esterno le parti peggiori di ognuno (un po’ come il bridge). Esistono persone che si
imbestialiscono perché un editore si rifiuta di pubblicare un loro manoscritto,
ritenendo, ovviamente il più delle volte a torto, che esso sia invece meritevole
di essere stampato. E magari è la prima volta che hanno provato a scrivere
qualcosa. Amo la pittura, ma non mi sognerei mai né di dipingere un quadro né,
tantomeno, qualora l’avessi mai dipinto di proporlo ad una galleria d’arte.
È come se questa gente
invece pretendesse di effettuare un bypass cardiaco dopo aver tenuto un
bisturi in tasca per una giornata. È
come se si arrogassero il diritto di pilotare uno Shuttle dopo una visita turistica alla Nasa. È come se
pretendessero di allenare la Nazionale di calcio solo per averne
parlato al bar la sera prima. È come… va be’, basta.
Absolute beginners
irritanti, saccenti,
presuntuosi che solo perché hanno imparato a scrivere alle elementari (e poi
hanno disimparato al liceo) si ritengono in grado di costruire subito, al primo
tentativo, un romanzo di successo, e si inalberano se qualcuno fa notare loro che
le cose non stanno esattamente in questo modo. Ti minacciano pure, quelli
stronzi.
Abbassiamo la cresta.
Scrivere è facile, si
impara da piccoli, è un passatempo anche poco dispendioso, tutto sommato.
Saper
scrivere è tutta
un’altra cosa.
Non basta averne
l’intenzione per riuscire a tramutare quel pio desiderio in una realtà
concreta: scrivere è faticoso,
stancante come spalare argilla; è lungo,
avrete bisogno di tanto tempo a disposizione; è difficile: per ottenere un qualcosa di valido bisogna conoscere le
tecniche, quindi bisogna studiare e studiare come per qualsiasi altra
disciplina; è alienante: dovrete
essere coerenti come una formica, tenaci come una colla epossidica,
disciplinati come un cadetto di West
Point (che similitudini che ho trovato!); è destabilizzante: l’atto dello scrivere è uno dei comportamenti più
asociali che possano esistere; senza contare che i risultati saranno aleatori come un sei al superenalotto.
Come vedete sto facendo di
tutto per scoraggiarvi perché so che la maggior parte di voi, seppur animati da
lodevoli intenzioni, se mai riuscissero a scrivere qualcosa per intero la
spedirebbero a qualche editore. E forse con la mia sfortuna prima o poi sarei
costretto a leggerla. Considerando che il 95% degli elaborati che mi arrivano
rimangono molto lontani dal superare la prova…
Ma se siete coerenti,
tenaci e disciplinati, se sentite di avere dentro di voi quella spinta
irrefrenabile, questi miei puerili tentativi di farvi cambiare idea non
serviranno a nulla, e allora tanto vale cominciare a darvi davvero qualche
consiglio per cercare di rendere i vostri scritti interessanti quel tanto che
basta a far proseguire un eventuale lettore (me) per più di tre pagine.
Buona fortuna, alla
prossima.
Lo Scrittore Insegnante
Contributo serio alla bella iniziativa (ma ne sarò capace?) :-)
RispondiEliminaUn grande pensatore che non ricordo più chi sia, disse che di solito s'inizia a scrivere per condividere una grande gioia oppure a seguito di un grande dolore. Nel mio caso fu così, a sentirmi dire che il periodo più bello della mia vita (essere podista) doveva terminare, scatenò la bestia narrativa. E se penso che da quel giorno sono passati quasi cinque anni e di romanzi ne ho scritti sei, è facile capire come quel dolore dovesse essere davvero forte.
Oltre ai tuoi "faticoso, lungo, difficile, alienante ecc." mi permetto di aggiungere, a beneficio di coloro che hai tentato di spaventare, anche terribilmente emozionante. Non importa di quale genere stai scrivendo, la prima emozione la vivi sentendo nascere dentro di te l'idea. E poco alla volta la sentirai ardere sempre più, ti riempirà ogni attimo libero della vita, ti farà compagnia ogni notte. Scoprirai di amare ciò che scrivi, i tuoi personaggi diventeranno più amici dei veri amici. E il bello di tutto ciò è che in quel periodo, calato nel ruolo spinto solo da una sana esaltazione, mai ti verrà in mente ciò che ti attende una volta che avrai finito. Quella è davvero la parte più brutta anche se, indipendentemente dall'esito editoriale, quelle emozioni dello scrivere, le tue emozioni, non te le porterà via mai nessuno.
Minchia che serietà... aiutatemi!
:-)
Ammazza che serietà! Fortuna che ho scritto "semiserie", altrimenti si andava sul pesante!
EliminaA parte gli scherzi, ti ringrazio per il bellissimo contributo e non posso fare altro che darti ragione: quando scrivo mi immergo a tal punto che sparisce tutto il resto, e non penso ad altro 24 ore su 24, e chissenefrega del dopo!
Funziona proprio come l'hai descritto.
Sei romanzi in cinque anni... si tratterà mica di logorrea creativa??!! :-) :-)
Grazie Massimo, ciao!
Non ho mai commentato prima, anche se passo spesso, ma ho trovato questo post delizioso e assolutamente condivisibile.
RispondiEliminaCerto, io ho iniziato a scrivere solo perché all'università da fuori sede non conoscevo nessuno e mi annoiavo e quindici anni dopo (con un romanzo pubblicato e un un altro in arrivo) sono ancora qua che persevero, per cui non so quante persone riuscirai a dissuadere!
Ciao Tenar, grazie del delizioso! Io spero solo di riuscire a dissuadere tutti quelli che scrivono così tanto per farlo, perché non hanno nient'altro da fare, perché poi mi tocca leggerli! Ma so già che è una battaglia persa in partenza: stamattina l'editore con cui collaboro mi ha mostrato alcuni manoscritti cartacei arrivati in redazione che non aveva potuto mandarmi via mail... Orrore! Ecco, ho provato a far passare la voglia a quelli,
EliminaIn bocca al lupo per... l'altro in arrivo!