Negli anni successivi alla
pubblicazione de Il Codice Da Vinci
sono usciti sulla sua onda una caterva di romanzi concernenti le stesse
tematiche che Dan Brown aveva a sua
volta ripreso pari pari dall’interessante saggio Il Santo Graal, scritto da Michael
Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln. Non credo che l’accusa
di plagio che a suo tempo i tre autori avevano rivolto a Brown sia sfociata in
alcunché di fatto, né me ne può fregare di meno, ma capisco come i tre si
possano essere sentiti defraudati di qualche buon milioncino di dollari. Del
resto penso che sia stato in gamba Dan
Brown a saper romanzare quelle che i tre avevano giustamente esposto solo come
delle affascinanti ipotesi.
Indubbiamente, se
esistessero prove concrete dell’esistenza di un altro Vangelo più credibile dei quattro canonici, e se questo
Vangelo fosse addirittura scritto da una donna, e se questa donna fosse stata
addirittura la legittima moglie di Gesù Cristo, e se addirittura si fosse
chiamata Maria Maddalena, e se
nientedimeno al momento della Crocifissione Maria stesse aspettando il terzo figlio, e se poi tutti loro
fossero fuggiti in Francia dando origine a conosciute stirpi reali, allora,
dicevo, le parole di questo ipotetico Vangelo potrebbero provocare un terremoto
inimmaginabile che metterebbe seriamente in crisi il potere politico costruito
dalla Chiesa Cattolica in 2000 anni.
Il ritrovamento di questo
testo è l’assunto su cui si è basata Kathleen
McGowan per scrivere il suo Il
Vangelo di Maria Maddalena, romanzetto senza lode e senza infamia, condito
da una vena thriller francamente
scritta male, banale e scialbina, con personaggi stereotipati e poco
interessanti e della lettura del quale si può benissimo fare a meno.
Ma nonostante le pecche compaiano
fin dall’inizio l’ho letto fino in fondo, perché ancora una volta sono rimasto affascinato dalla rivisitazione della
vicenda del Cristo osservata da un’altra angolazione: il mio agnosticismo non mi
impedisce di provare un interesse genuino per la figura di Gesù Cristo, sugli
insegnamenti del quale andrebbe fondato il comportamento di qualsiasi persona
civile, e la mia curiosità mi spinge a cercare ottiche alternative allo
scontato e datato cinquanta millimetri con il quale il Catechismo ha plasmato
l’adolescenza di milioni di persone.
Dando per certa l’esistenza
di un predicatore di nome Easa, o
Gesù, vissuto 2000 anni fa come riportato dagli storici di tutte le religioni, ci
si può domandare: e se fosse vero che Easa avrebbe generato dei figli con sua
moglie Maria di Magdala? E se fosse
vero che la Maddalena stessa avrebbe scritto in prima persona la storia della
Passione di suo marito? E se fosse vero che Easa prima di morire avrebbe
investito Lei della carica di suo
successore?
Se tutto ciò fosse vero, le
basi stesse della Chiesa verrebbero a trovarsi d’improvviso senza più
fondamenta. Un concetto per tutti: in duemila anni la Chiesa, o meglio gli
uomini, i politici della Chiesa hanno cercato in ogni modo di imbrigliare l’importanza
della figura femminile, di porla
sempre un gradino più in basso dell’uomo in qualsiasi manifestazione sociale.
Cosa succederebbe se si scoprisse che davvero Gesù aveva eletto Maria a
condurre il suo gregge?
Sono queste ipotesi a
rendere affascinanti le teorie più o meno fantasiose che hanno fatto guadagnare
un mucchio di soldi a Brown e compari o che rendono Rennes Le Chateau uno dei luoghi più visitati al mondo. Ma per
occultare e confondere gli indizi delle quali, se putacaso queste teorie possedessero
un barlume di concretezza, i politici della Chiesa avrebbero avuto ben 2000
anni di tempo.
Il problema è che di tutte
le teorie, canoniche e irreali, riconosciute e apocrife, plausibili o meno, non
esiste alcuna prova concreta. Vera e originale. Non inquinata. Di prima mano. Dimostrabile.
Nessuna.
Ma né in una, né nell’altra
parte.
Il Lettore Gnostico
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