Il secondo volume preso a
prestito dalla mia amica conteneva una raccolta di romanzi di James Hadley Chase, che sarebbe lo
pseudonimo da scrittore del britannicissimo Renè Brabazon Raymond (e io che ho sempre pensato che J.H. Chase
fosse statunitense purosangue!), intimo amico dell’altrettanto famoso, ma anche
di più, Graham Greene.
Il primo romanzo del volume è
Sul mio cadavere, un gialletto hard boiled nel quale quasi tutti i
personaggi sono “cattivi” e quelli femminili ancora di più.
James
Hadley Chase era
specializzato in narrazioni di genere noir
fino al punto di essere definito manieristico
da molti critici. In effetti dagli anni ’40 agli anni ’80 del secolo scorso ha
scritto una miriade di racconti da molti dei quali sono state tratte pellicole
di successo, tutti imperniati sull’America dei gangsters, delle belle donne, dell’alcool e delle sparatorie. La maggior parte dei personaggi sono
banditucoli di mezza tacca di quelli che prima sparano poi ti dicono cosa
vogliono; le donne sono tutte formose, truccatissime e di mestiere di solito
fanno le prostitute.
In questo romanzo il
protagonista è un giornalista
invitato a fare luce sull’esecuzione di un recluso da alcuni ritenuto innocente
del delitto per cui era stato condannato. Il giornalista, anche lui dal dito
pesante sul grilletto, prima le busca poi si dà da fare, sembra di essere in un
film con Clint Eastwood, senza
mancare di attorniarsi delle succitate donnine.
Non mi è piaciuto. Lo stile di J.H. Chase è scarno ed essenziale, senza
alcun tipo di abbellimento, indirizzato più che altro all’azione fisica, e i
personaggi sono grezzotti senza alcun tipo di fascino, che non fanno altro che
giocare a carte, bere whisky e sparacchiare a destra e sinistra stando ben
attenti a non colpire le topone che li circondano.
Non è il mio genere: McBain
promosso (c.v.d.), Chase bocciato, avanti un altro.
Il Lettore
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