giovedì 24 agosto 2017

Sul mio cadavere

Il secondo volume preso a prestito dalla mia amica conteneva una raccolta di romanzi di James Hadley Chase, che sarebbe lo pseudonimo da scrittore del britannicissimo Renè Brabazon Raymond (e io che ho sempre pensato che J.H. Chase fosse statunitense purosangue!), intimo amico dell’altrettanto famoso, ma anche di più, Graham Greene.



Il primo romanzo del volume è Sul mio cadavere, un gialletto hard boiled nel quale quasi tutti i personaggi sono “cattivi” e quelli femminili ancora di più.




James Hadley Chase era specializzato in narrazioni di genere noir fino al punto di essere definito manieristico da molti critici. In effetti dagli anni ’40 agli anni ’80 del secolo scorso ha scritto una miriade di racconti da molti dei quali sono state tratte pellicole di successo, tutti imperniati sull’America dei gangsters, delle belle donne, dell’alcool e delle sparatorie. La maggior parte dei personaggi sono banditucoli di mezza tacca di quelli che prima sparano poi ti dicono cosa vogliono; le donne sono tutte formose, truccatissime e di mestiere di solito fanno le prostitute.
In questo romanzo il protagonista è un giornalista invitato a fare luce sull’esecuzione di un recluso da alcuni ritenuto innocente del delitto per cui era stato condannato. Il giornalista, anche lui dal dito pesante sul grilletto, prima le busca poi si dà da fare, sembra di essere in un film con Clint Eastwood, senza mancare di attorniarsi delle succitate donnine.
Non mi è piaciuto. Lo stile di J.H. Chase è scarno ed essenziale, senza alcun tipo di abbellimento, indirizzato più che altro all’azione fisica, e i personaggi sono grezzotti senza alcun tipo di fascino, che non fanno altro che giocare a carte, bere whisky e sparacchiare a destra e sinistra stando ben attenti a non colpire le topone che li circondano.
Non è il mio genere: McBain promosso (c.v.d.), Chase bocciato, avanti un altro.
Il Lettore

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