lunedì 14 agosto 2017

Cuore di tenebra

È un vero e proprio assioma: leggendo questo libro non si può fare a meno di pensare ad Apocalypse now. A patto che uno l’abbia già visto, naturalmente. Forse magari sarebbe meglio non aver visto il film e non averne mai sentito parlare, prima di apprestarsi al leggere il romanzo da cui Francis Ford Coppola ha tratto liberamente il film. Molto, liberamente.
Ma, dal momento che anche la pellicola è splendida, e in fondo non così dissimile concettualmente dagli intenti del romanzo, a parte la collocazione geografica e temporale, e che è sicuramente più facile che un giovane d’oggi abbia già visto il film prima di aver solo sentito parlare del romanzo di Joseph Conrad, direi che in fondo in fondo fa nulla: visto o non visto poco importa, non si può fare a meno di gustarli entrambi.




Anzi, sapete che vi dico, dopo che ho riletto il libro (l’avevo già letto qualche decina d’anni fa) mi è presa la voglia di riguardarmi anche il film. E uno di questi giorni lo faccio senz’altro.
Sicuramente il romanzo me lo sono gustato di più della prima volta che l’ho letto. Ho assaporato i ritmi lenti, l’abulia del continente che si era da poco cominciato ad esplorare in modo sistematico, mi sono gustato i caratteri dei due protagonisti, il volonteroso Marlow che narra in prima persona e il misterioso e piuttosto orrorifico  Kurtz.
“Voi sapete quanto io odii, detesti, ripugni la menzogna, non perché io sia piú schietto del resto dei mortali ma semplicemente perché la menzogna m'atterrisce. C'è in essa un lezzo di morte, un alito di corruzione, che è proprio quel che io più odio e detesto al mondo, quel che vorrei dimenticare. Mi avvilisce e mi nausea, come quando capita di mordere qualcosa di marcio. Questione di temperamento, suppongo.”
Il temperamento di Marlow lo porta inevitabilmente a voler scavare nel profondo e nei misteri della zona in cui è capitato, destreggiandosi tra lo stato di abbandono, l’ostilità degli autoctoni e la follia di Kurtz, fino a che il senso del dovere lo porta a piantare baracca e burattini e a tornarsene a casa trascinandosi dietro il fantasma di quello che si era trasformato in un Dio in terra.
Ma che ve lo dico a fare? Tutti conoscono questo splendido racconto e i suoi significati.
O no?
Il Lettore

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