martedì 4 luglio 2017

La battaglia dei sassi di Perugia

Sarà capitato a tutti di giocare a lanciarsi palle di neve, tra lazzi, frizzi e risate, cercando di coinvolgere quanta più gente possibile e di colpirla in una qualsiasi zona del corpo per segnare un punto. E a tutti sarà capitato di ricevere pallate, dalle più morbide e farinose alle più dense e pesanti, quelle accuratamente pressate tra le mani prima del lancio, e ognuno avrà sperimentato su se stesso quanto queste ultime facciano molto più male delle prime quando colpiscono.
Ecco, ora pensate a quanto dolore possa causarvi, al posto della palla di neve, una bella pietra da tre o quattro etti.




Io l’ho provato sulla mia pelle, quand’ero ragazzo e ci dividevamo in bande e “giocavamo” a prenderci a sassate lungo l’allora periferia di Perugia, quella che adesso in pratica è l’anello a ridosso del centro storico, rievocando, a quel tempo inconsapevolmente, il "gioco" medioevale che Mauro Menichelli ha descritto in modo estremamente minuzioso in questo interessantissimo libro dal sottotitolo Storia e vicende di un antico gioco popolare.
Dal 1200 al 1800 La battaglia dei sassi di Perugia è stato uno dei “giochi” più in voga tra il popolo in questa città e in altre dell’Italia centrale, fino ad essere accuratamente regolamentata per poter organizzare dei tornei e poter portare in trionfo una squadra vincitrice in modo legittimo e ufficializzato.
Ma, dal momento che in genere ci rimaneva sempre qualcuno, o quantomeno qualcun altro usciva dal gioco con le ossa rotte, le “autorità” hanno osteggiato questa pratica fin dall’inizio, salvo poi parteciparci di nascosto loro stessi, fino a riuscire ad eliminarla dalla vita sociale.
A questo punto vi domanderete il perché di una pratica così sanguinaria e pericolosa. I motivi sono tanti: gli istinti innati nell’uomo di rivaleggiare, sfidarsi, combattere, primeggiare, vincere, che sono oggi sfogati negli sport; la facilità e l’economicità di reperimento delle materie prime occorrenti per il suo svolgimento; le concorrenze e le gelosie tra zone o rioni; il desiderio nascosto di appianare delle rivalità; un sistema alla portata di tutti per allenarsi nell’eventualità di guerre tra città vicine o invasioni di eserciti nemici; il desiderio atavico di poter dire “ti ho colpito, ti ho messo sotto, dormi, pecora?
Per ben sei secoli i Perugini hanno fatto a sassate tra loro o con chiunque altro intendesse partecipare.
E i non-perugini, oggi, ci accusano di essere troppo chiusi.
E vorrei vedere! Tra il Papa da una parte e il rischio continuo di beccarti una sassata dall’altra, io lo chiamerei puro e semplice istinto di sopravvivenza!
Mauro Menichelli ci racconta il come è nata e il perché di questa usanza, in un trattato storico molto rigoroso e particolareggiato, ripercorrendone tutti gli aspetti e riportando un’impressionante quantità di citazioni da testi originali a testimoniare la veridicità delle affermazioni. Per questo motivo capita spesso che leggere il “volgare” del Trecento renda la lettura meno piacevole e fluente, ma come ho detto del resto questo è un libro di storia e non un romanzo, e l’interesse è suscitato dai fatti in sé.
Oggi del gioco qui a Perugia è rimasto solamente il nome di una strada, Via Campo Battaglia, proprio uno dei posti in cui il gioco si svolgeva di fronte alla Chiesa di Sant’Ercolano. Non c’è nessuna lapide a ricordarne i non pochi caduti.
Per finire voglio lanciare una proposta: al posto di quella immane boiata di Perugia 1416 che la nostra amministrazione comunale (il minuscolo è intenzionale) continua a propinarci facendo contenti solo quei quattro gatti che partecipano unicamente per potersi scattare un selfie e rivedersi su Facebook in abiti d’epoca gratificando così il proprio narcisismo, perché non ripristinare la Battaglia dei Sassi? Ma senza alcun tipo di regola, e riservando i posti nelle prime file per tutti i nostri amministratori comunali e regionali, che tanto amano farsi vedere e blaterare in pubblico in ogni occasione.
In questo caso, al contrario di quell’altra schifezza, la tradizione storica c’è tutta, e sono sicuro che io e i miei concittadini sapremo essere adeguatamente precisi.
Il Lettore allenato

3 commenti:

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