In un periodo in cui si sta
operando una rigorosa selezione
delle persone da frequentare, scansando con abilità tutti coloro con i quali
non ti trovi più che a tuo agio e soprattutto quelli con cui devi stare sempre
accorto alle cose che dici ― ma
anche quelli con cui devi stare più che attento alle cose che ascolti ― l’incontrare e il cominciare
a vedersi con persone interessanti
ti fa tirare un sospiro di sollievo. Non perché hai paura di rischiare di
finire senza amici ― non c’è persona con la quale io stia bene più che con me stesso ― quanto perché il fatto che succeda è
un chiaro indice che di persone interessanti ne esistono ancora.
Cosa di cui cominciavo un
pochino a dubitare: la banalità, la
sciatteria e il pressappochismo stanno dilagando come uno tsunami impossibile da contenere.
Tra le recenti acquisizioni
nella mia cerchia ristretta c’è una donna
notevole che mi pregio di chiamare amica, almeno fino al momento in cui non
avrà letto questo post e non avrà
capito che sto parlando di lei… Grande lettrice, colta e competente, di
squisita sensibilità e finezza e con la quale si può parlare a lungo senza provare il desiderio di tornartene subito a
casa tua.
Certo che anche le grandi
donne possono avere dei difetti, e
anche lei ritengo non faccia eccezione a questa regola: le ho consigliato
diverse volte di smetterla una buona
volta di scrivere poesie, o
perlomeno di limitarne la produzione, ma da quest’orecchio proprio non ci vuole
sentire, incoraggiata anche dal fatto che ci sono un mucchio di altre persone che la spronano a farlo
perché le trovano buone (loro). Ma
anche questo fa parte di un piacevole gioco.
L’ultima volta che sono stato
a cena da lei non sono tornato a casa a mani vuote: mi sono fatto prestare tre volumi della sua fornitissima libreria che mi avevano
“attizzato” non poco. Ho cominciato subito con il leggere quello che lei stessa
mi aveva elogiato come un libro
imperdibile che le aveva segnato la vita, ma ho dovuto sospendere la lettura dopo qualche decina di pagine per la crudezza del testo e per le situazioni
narrate veramente intollerabili. Forse non era quello il momento adatto per
leggere di cose terribili. Lo riprenderò senz’altro e ve ne parlerò quando
l’avrò terminato, non dubitate.
Ho cominciato quindi a
leggere il secondo, e ho trovato che anche questo…
1 – … è stracolmo di
situazioni terribili. Ma ne sono
arrivato in fondo, perché il libro il cui titolo dovrete indovinare oggi è un
buon romanzo che parla di guerra. Di quale guerra si tratta non
ve lo dico, ma è relativamente recente, una guerra tremenda di cui si parla
spesso ancora oggi.
2 – L’occupazione di un territorio da parte di un esercito straniero è
una situazione intollerabile per i residenti, ed è di questo che tratta il
romanzo narrato in prima persona da uno degli abitanti di una villa invasa dai
soldati di un’altra nazione con tutto ciò a cui questo può condurre.
3 – L’autore è italiano e questo è il suo romanzo
d’esordio. Ma non è nuovo del mestiere, essendo un professore universitario di
letteratura, poeta e traduttore.
4 – Il romanzo ha vinto
diversi premi letterari tra i quali uno molto importante. Ovvio che non vi dico
quale e in che anno, altrimenti sarebbe troppo facile.
5 – Va be’, vi darò un’altra
indicazione sostanziale: la trama della vicenda non è tutta farina dell’autore,
che ha ripreso e romanzato gli accadimenti narrati nel diario di una sua
parente.
Allora… il secondo libro è
letto, il primo da finire quando le condizioni spirituali me lo consentiranno,
resta il terzo dei volumi in
prestito, tra l’altro opera di un autore che già in passato ho definito eccezionale, ma spero che almeno questo
non tratti di situazioni terribili, sento veramente il bisogno di una lettura
leggera…
Freereader
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