venerdì 1 luglio 2016

Le regine dell’Avana

Girellavo per casa cercando qualcosa da leggere e tra i libri del mio editor ho scovato questa raccolta di racconti che Miguel Barnet ha dedicato alle donne del suo paese: Cuba. Essendo le donne un argomento che mi ha da sempre interessato, il volumetto mi ha incuriosito e ho voluto rendermi conto di cosa si trattasse.
La prossima volta che mi prenderà la voglia di guardare su quei scaffali sarà meglio invece che me ne vada a fare una passeggiata.




E sì che a rigor di logica l’autore non è nemmeno sudamericano, ma si vede che ha soggiornato parecchio a sud di Panama.
Le regine dell’Avana è una di quelle raccolte di raccontini scialbe e inutili delle quali ti dimentichi immediatamente subito dopo finito di leggerle. Un po’ come quella di Camilleri che ho recensito qualche settimana fa. Tant’è vero che ora che mi sto accingendo a cercare di spiegarne il perché non mi torna in mente nessuna delle donne raccontate dall’autore che, secondo lui, avrebbero dovuto rappresentare il simbolo della femminitudine di Cuba e dell’Avana in particolare.
Va be’, a fare uno sforzo ricordo che ha parlato della solita puttana, della solita strega coinvolta con i riti vuduistici, della solita bigotta con la casa piena di santini, della solita moglie che resta fedele al marito lontano e… ah, sì, come poteva mancare l’altra puttana che in realtà è un omaccione con tanto di attributo in mezzo alle gambe? Travestito sì, ma a detta sua molto femminile. E molto innamorato/a dell’uomo che lo/la sfrutta miserabilmente, sennò non avrebbe fatto colpo.
Basta, le altre due o tre non me le ricordo proprio. Sì, perché in tutto sono solo 7-8 raccontini, scritti fra l’altro nell’arco di trent’anni e quindi del tutto slegati, che a parer mio sono stati alla fine pubblicati da qualcuno solo perché l’autore dovrebbe essere una persona importante, perlomeno nel suo paese. Dice che sia un ambasciatore all’Onu, eccheccavolo, e anche poeta, minchia, c’è di che rimanerne colpiti.
Fatto sta che il librettino è insulso, e se qualcuno ha voluto che nascesse con lo scopo di esaltare il fascino di Cuba, ciò che ha raggiunto è stato solo incrementare le passeggiate sul lungomare di Senigallia.
Il Lettore 

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