Sapete, a volte penso.
Oh sì sì, anche a me ogni
tanto capita di mettere in moto le rotelle
e di farle andare alla grande, e mica per tirare fuori banalità del tipo cogito ergo sum, no, le faccio girare
tanto che mi può succedere di riflettere sulle riflessioni e trovare che alcune
di queste sono addirittura degne di
essere immortalate per far sì che non si perdano nel vento, e allora prendo la
mia moleskine e ci appunto il
concetto, magari tra vent’anni potrà tornare a essermi utile.
Di pensieri appuntati ne ho
tanti che ci potrei scrivere un libro.
Ma non credo che riuscirei a trovare una casa editrice disposta a pubblicarlo,
il nome reale che si nasconde dietro Freereader
non è Andrea Camilleri.
Perché al giorno d’oggi
quello che conta è il nome sulla
copertina del libro, non le cose che ci sono scritte dentro. Così può
succedere, e magari è successo davvero in questo modo, che una casa editrice importante
con la quale Camilleri di solito non
lavora e specializzata in tutt’altro, la UTET, chieda al grande vecchio della
letteratura italiana di consentirle di partecipare alla spartizione della torta scatenata dalla presenza del suo nome in
copertina:
“Andrea,
non è che avresti qualcosa anche per noi?”
“Ho finito tutto, tra Sellerio, Rizzoli e
Mondadori mi hanno prosciugato tutti gli appunti.”
“Però dài, hai accontentato anche altri più
piccoli di noi!”
“Mizzica! Uno mi ha pubblicato anche la lista
della spesa di Adelina…”
“Ti prego…”
“Fammi un po’ cercare nel cassetto…”
“Fruga! Fruga!”
“Guarda, ci ho rimasto solo qualche
pensieruccio ameno che ho formulato in tanti anni…”
“Andata!
Firma qui! Come vuoi che lo intitoliamo?”
Segnali
di fumo non è altro che
questo: una raccolta di brevi pensieri
che sono passati per la testa del nonagenario autore siciliano ormai
considerato alla stregua di Voltaire
e Schopenauer, e la cosa che mi fa
imbestialire è che solo vent’anni fa, quando lui già aveva scritto molte di
queste riflessioni ma ancora non lo conosceva nessuno, se lui stesso avesse
chiesto a un editore di pubblicarle gli avrebbero riso in faccia. Come del
resto hanno fatto veramente per alcuni dei suoi romanzi prima che l’esplosione
mediatica di Montalbano cambiasse le carte in tavola.
Con questo non voglio dire
che questa raccolta faccia schifo: è solo che la smaccata operazione commerciale mi infastidisce non poco.
I pensieri pubblicati sono quelli di una persona matura,
intelligente, colta e impegnata, pensieri che possono essere passati per la
mente a una qualsiasi persona intelligente che abbia saputo rimuginare con
spirito critico sugli aspetti della vita di ogni giorno. Con molti di essi si
può concordare (come ad esempio con questo: “Bisogna guardare la tv portandosi appresso un paracqua ideale che
permetta al nostro cervello di restare asciutto e lucido, di non inzupparsi di
tutte le informazioni distorte, contraffatte, alterate, finalizzate che ci
vengono propinate.”, che posso riconoscere come mio), e rimanere sorpresi da altri, si può ammirare l’arguzia
di alcuni e lasciar scorrere nel dimenticatoio i più banali, né bisognerebbe
sopravvalutare l’aspetto da “perle di saggezza” con cui sotto sotto hanno
voluto traghettarli.
In queste lapidarie
esternazioni ― ognuna compresa tra le sette e le dieci righe e non di più ― vi si può trovare di tutto: dalle
dichiarazioni di appartenenza politica alle rimembranze adolescenziali, da
critiche sociali rigorosamente politically
correct a considerazioni su svariate attualità sparpagliate in novant’anni
di vita, da semplici attestazioni di dati di fatto non corroborati da alcuna
considerazione personale a fatti accaduti ad altri e che con Camilleri non
c’entrano nulla. E come potrebbero mancare reiterati attacchi a Berlusconi? Ma
per par condicio ce n’è anche uno
contro Renzi.
C’è proprio di tutto, hanno voluto raschiare il fondo del barile. Mi auguro per lui che
Camilleri campi (bene) ancora per molti anni, ma già mi immagino quello che
succederà una volta defunto. Facciamo una scommessa?
Quanti libri usciranno postumi con
la sua firma?
Il Lettore
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