Molto interessante questo
libretto di Annamaria Testa dal
sottotitolo 12 esercizi di pensiero e
scrittura, con il quale la scrittrice fornisce una serie di esercizi ideati
con lo scopo di permettere a chiunque di affinare il proprio modo di scrivere.
Avevo già nominato l’autrice in questo post ma non avevo mai letto un suo
libro per intero. Ora che l’ho fatto (per gentile prestito di un’allieva del
mio corso, grazie!) non posso che porgerle i miei complimenti: è una che sa
fare il suo mestiere.
Annamaria
Testa scrive per lavoro,
per comunicare e anche per insegnare agli altri come scrivere meglio. E scrive
veramente bene. I consigli che elargisce a piene mani in questo “eserciziario” possono essere utili a
chiunque, sia a chi scrive relazioni
professionali che a chi si cimenta con la narrativa. I dodici compiti (che poi sono 13) necessitano ognuno di
pochi minuti per essere svolti e mettono in moto meccanismi del nostro cervello
che permettono di far capire ad ognuno come possono essere migliorate le
capacità potenziali di redigere un buon testo.
Gli esercizi sono semplici, ognuno con uno scopo diverso,
e sono del tipo “tracciare un profilo”,
“osservare”, “dare il ritmo”, “guardare le
cose da un’altra angolazione” eccetera, e alcuni li ho trovati simili a
quelli con cui io stesso tormento i
miei allievi dei corsi di scrittura creativa. Così come, con soddisfazione, ho
trovato simili ai miei i consigli di scrittura che la Testa fornisce a corredo
di ogni capitolo, insieme agli esempi di prove elaborate da coloro che hanno
frequentato i suoi workshop.
Un libro che di sicuro può
essere utile a tutti quelli che vogliono perfezionare il proprio stile di
scrittura. Ciò che manca, così come manca a tutti gli altri libri sull’argomento
(compreso il mio…) è il confronto diretto
con chi ha più esperienza di te. Con chi ti possa correggere. Se non hai
nessuno che ti dica a quattr’occhi “guarda,
hai scritto una porcata…” o qualcosa di simile, sarà difficile che tu possa
capire in pieno molti aspetti eterei, evanescenti della scrittura, quelle
differenze sottili tra lo “scritto bene” e lo “scritto male” che molte volte sono
anche difficili da spiegare.
Se fossi costretto a condensare
i suoi suggerimenti (così come quelli di King, Mozzi, Cerami, miei…) in dodici
parole, potrei dire così: leggi, leggi, leggi, scrivi, scrivi, scrivi, rileggi,
rileggi rileggi, riscrivi, riscrivi, riscrivi. In effetti di parole ne
sarebbero bastate quattro, ma ho voluto sottolineare che il lavoro va fatto più
e più volte. Come dice King: non esiste
altro modo.
E penso proprio che in futuro
dovrò rubare all’autrice un paio dei suoi esercizi per riproporli nei miei
corsi. Tremate allievi, tremate!
Il Lettore
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