Forse è troppo sperare che
qualcuno si ricordi ciò che ho scritto nella recensione del romanzo Profezia, ma non vi preoccupate,
ve lo ripropongo: “È un vero peccato che Marco Buticchi in questo romanzo non abbia inserito
anche le ipotesi che vedono lo sbarco sulla Luna come un’invenzione della Nasa e i glifi nel deserto di
Atacama come testimonianze certe dell’invasione di extraterrestri: una
mancanza imperdonabile, perché per il resto ci ha messo proprio tutto. Ah, no,
mancano anche il complotto dell’11 settembre e la caduta del meteorite che ha
provocato la scomparsa dei dinosauri…”
Ecco, per questo La mappa del destino potrei riproporre queste sette righe tali e
quali, cambiando solo il nome dell’autore e sostituendolo con Glenn Cooper. Ma a differenza del libro
di Buticchi che ho piantato a metà, questo perlomeno sono riuscito a finirlo, anche
se non mi ha soddisfatto un granché.
Dopo una partenza bruciante
con La biblioteca dei morti che ha
venduto una marea di copie l’ex medico, ex archeologo, ex manager e ora
scrittore Glenn Cooper è sembrato
migliorarsi con Il libro delle anime
per poi capitombolare con questa storiella
abborracciata nella quale, come Buticchi, l’autore mischia di tutto un po’:
elisir di lunga vita, civiltà estinte, incunaboli misteriosi, Templari, dipinti
rupestri, San Bernardo, uomini di Neanderthal, monaci medioevali, sette occulte,
nazisti, Santo Graal, servizi segreti francesi, Abelardo ed Eloisa, insieme a
quegli sprovveduti dei protagonisti. E che diavolo, vuoi che un qualsiasi
lettore non trovi almeno un argomento fra questi che lo affascini?
La
biblioteca dei morti mi
era piaciuto: aveva un buon plot che
l’autore aveva saputo dipanare bene dosando le rivelazioni con arte, con una
prosa semplice e gradevole. In questo caso invece siamo di fronte sì ad una
buona narrazione che si legge in modo gradevole, ma frammentata, slegata, con
personaggi stereotipati e soprattutto completamente carente di plausibilità.
Del tipo: ammazzano gente a destra e a sinistra e la polizia francese non fa
assolutamente nulla per scoprire chi è stato; oppure: si vuole tenere nascosto
a tutti i costi un “segreto” del quale sono a conoscenza solo qualche centinaio di persone. Niente, come
metterlo in banca.
Peccato, perché l’autore
riesce a suscitare curiosità da subito con la casuale scoperta di una grotta le
cui pareti sono affrescate con dipinti molto più antichi di quelli di Altamira, e da qui parte una vicenda
che da subito si fa discontinua, saltellando tra il tempo attuale e il
medioevo, tra la seconda guerra mondiale e il paleolitico, con personaggi che
riescono a campare anche due o trecento anni grazie alla claviceps (un inno all’LSD!) senza che nessuno li scopra, e questo
già mi sembra leggermente paradossale. I protagonisti continuano a muoversi
tranquilli mentre intorno a loro la gente viene ammazzata a ripetizione senza
che nessuno intervenga; saltano fuori traduzioni miracolose di codici cifrati
effettuate in un lampo e scoperte scientifiche rivoluzionarie purtroppo
cancellate nell’esplosione di interi laboratori chimici senza che nessuno ne
abbia salvata una misera copia su un semplice floppy disk. Troppe assurdità che
mettono a dura prova il patto di sospensione dell’incredulità del lettore. Per
non parlare del finale, nel quale si nota chiaramente come l’autore non sapesse
più dove sbattere la testa per terminare il romanzo in maniera accettabile. E
infatti non c’è riuscito.
Comunque, nonostante tutto
ciò, visto che sono riuscito ad arrivare fino in fondo senza cancellarlo del
tutto dal telefono, il libro si lascia leggere, anche se poi ti lascia un senso
di delusione per le potenzialità sfruttate maldestramente. Forse questi
sono i libri peggiori: un romanzo palesemente scritto male lo pianti subito
senza stare a perderci del tempo, mentre questi che all’inizio ti
incuriosiscono, e tu ci passi qualche ora con la speranza che non sia così
banale come si sta mostrando e che prima o poi si risollevi, e quando arrivi
alla fine invece di migliorare il romanzo termina in calando, allora sì che gli
daresti fuoco…
Il Lettore
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