mercoledì 4 febbraio 2015

L’assassino più colto del mondo

L’Oxford English Dictionary è una pietra miliare della cultura anglosassone e internazionale, uno dei prodotti di quell’Inghilterra vittoriana che ha visto scontrarsi una miriade di contraddizioni. Il suo creatore è stato il Professor James Murray, che dal quartier generale del dizionario, il famoso Scriptorium in quel di Oxford, ha chiesto aiuto a una miriade di collaboratori per redigere le spiegazioni di tutti i lemmi conosciuti dando origine al più completo dizionario di lingua inglese esistente, per la cui compilazione non bastarono settant’anni e centinaia di collaboratori.




Uno dei collaboratori più attivi, forse proprio il più attivo, risultò essere tale William Chester Minor, che fornì materiale per centinaia di parole e migliaia di citazioni. Dopo che da vent’anni a Murray continuava a pervenire per lettera materiale di Minor senza che questi avesse mai fatto un passo per farsi vedere in carne e ossa al quartier generale del dizionario, il professore volle conoscerlo di pirsona pirsonalmente, e grande fu il suo stupore quando scoprì che William Chester Minor altri non era che un pazzo assassino rinchiuso nel manicomio criminale di Broadmoor.
Questa è la storia romanzata dal giornalista di inizio Novecento dall’articolo del quale Simon Winchester ha preso lo spunto per scrivere questo libro. Nella realtà, James Murray sapeva da tempo come W.C. Minor fosse un assassino e fosse rinchiuso da decenni in manicomio, e questo non gli aveva mai impedito di collaborarci e di intrattenerci dotti scambi epistolari sul tema della lessicologia e su quella che era la sua fissazione maniacale: un dizionario completo della lingua inglese.
William Chester Minor era un medico americano uscito sconvolto dalla guerra civile e trasferitosi a Londra dove, affetto da schizofrenia e mania di persecuzione, aveva ucciso un uomo ed era stato quindi condannato al manicomio criminale. Ma in carcere aveva continuato ad alimentare la sua sete di cultura non smettendo mai di leggere, e questo lo aveva portato alla corposa collaborazione con il prestigioso progetto di Murray.
Simon Winchester ricostruisce la sua storia insieme a quella dello stesso dizionario in questo L’assassino più colto del mondo, un saggio romanzato scorrevole e di una piacevolezza che soddisfa appieno. Come al solito non si capisce bene perché nella versione italiana abbiano reinventato il titolo che in inglese recitava The Professor and the Madman, forse perché la versione nostrana è più eclatante e quindi avrebbe dovuto far vendere più copie? A parte che l’esplicitazione del titolo non è per nulla detto che sia una verità assoluta, ma tant’è, ormai dovremmo esserci abituati. Fatto sta che il libro merita davvero, non ce ne sarebbe neanche stato bisogno.
Simon Winchester è uno scrittore e giornalista britannico che risiede negli Stati Uniti. Predilige una saggistica che spazia su diversi argomenti, tanto è vero che di suo ho già letto: La mappa che cambiò il mondo – la storia del disegno della prima carta geologica al mondo, ad opera di un piccolo proprietario terriero inglese che realizzando la cartografia geologica del Galles si scontrò con le filosofie creazioniste dell’epoca; Krakatoa – in cui attraverso l’analisi dell’eruzione storica del 1883 del famoso vulcano indonesiano dispiega al lettore profano una panoramica sullo stato della vulcanologia attuale; Il fiume al centro del mondo – un viaggio in barca risalendo lo Yangtze, il “lungo fiume”, attraverso tutta la Cina fin quasi alle sorgenti nel Tibet, e nello stesso tempo un viaggio nella storia e nella sociologia del grande paese che ne è solcato.
Li ho trovati tutti estremamente interessanti, scritti benissimo con un tono discorsivo e accattivante, chiari e coinvolgenti, cosa che per dei saggi è un pregio non indifferente.
Il Lettore 

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