Se questo La figlia del papa fosse stato scritto
prima del 1997, e i componenti la commissione incaricata di assegnare il Premio Nobel per la Letteratura lo
avessero letto prima di operare la scelta, col cavolo che Dario Fo ne sarebbe uscito vincitore!
Una delle peggiori
biografie lette in vita mia.
In questo libretto di 190
pagine, con molte illustrazioni delle quali però non sono riportati né autori
né crediti, Dario Fo ripercorre la
vita di Lucrezia Borgia, personaggio
enigmatico e affascinante, fornendo uno spaccato della vita sociale e politica
del 1400 e delle lotte intestine alla Chiesa Cattolica soprattutto per ciò che
riguarda l’elezione dei Papi.
Lucrezia
Borgia, figlia di un
cardinale futuro papa di cui forse è stata anche amante (così come dicono del
suo stesso fratello), è una di quelle donne che hanno scatenato l’immaginazione
popolare per cinque secoli, dando origine a leggende e credenze nelle quali
l’aspetto negativo supera quello positivo e fornendo materiale per una serie
impressionante di biografie e romanzi imperniati su di lei.
Questa sembra sia l’ultima
della serie, e a parer mio, senza stare a sindacare sulla veridicità storica e
sulla pur sempre presente possibilità di una semplice operazione commerciale,
un Premio Nobel se la sarebbe potuta anche risparmiare.
Esagerato! Penserete. Stiamo parlando di Dario Fo! Penserete ancora. Be’, stavolta non crediate di trovarvi davanti
un capolavoro come il Mistero buffo,
vi rispondo io: quella era una cosa, questa è del tutto diversa, anche se Fo ha
cercato di infiorettare una biografia con guizzi da attore consumato che magari
in teatro lo avrebbero fatto applaudire ma in un testo scritto ci stanno come i
finocchi a merenda. Lo so che sarebbero i cavoli, ma a me piacciono meno i
finocchi.
Quando ho detto a un altro
superlettore che ero impegnato in questo libro mi ha risposto con uno sbuffo
(che stava a significare: perlamordidio!),
al ché anch’io (come voi) ho ribattuto: ma
come, Dario Fo! Vedrai… è stata
la risposta conclusiva.
E in effetti la qualità di
questa biografia è nettamente sotto la media, e questo da un autore del calibro
di Dario Fo non me lo sarei
aspettato. Mi sono trovato di fronte un testo sconnesso, pieno di divagazioni e
richiami caotici nel tentativo di riallacciare i fili della Storia, farcito di
commenti dell’autore che vorrebbero essere per lo più ironici e inseriti allo
scopo di strappare un sorriso a un lettore annoiato, melense domande retoriche
del tipo: Tizio è morto. Chi l’avrà
ucciso? , e i dialoghi diretti aggiunti per rendere più dinamica la
narrazione mi sono sinceramente sembrati obbrobriosi.
Per darvi un assaggio, tratto
da pag. 26: “A ciò pensa appunto la
ruffiana che propone come sposo per l’amante del prossimo pontefice addirittura
suo figlio, Orsino Orsini. Una soluzione proprio casa e chiesa! Il figlio
oltretutto è orbo di un occhio, quindi lasciamo correre e chiudiamo anche
l’altro! Bisogna subito affrettarsi, Giulia è incinta, naturalmente di Rodrigo…
Non a caso il termine vescovo nell’espressione
degli antichi cristiani si traduceva in «attivo e infallibile». Perfetto! Ad
ogni modo è meglio che il figlio nasca con un padre legittimo.”
In questo brano c’è di
tutto: divagazioni, avverbi superflui, salti di palo in frasca, addirittura tre punti esclamativi, più i puntini di
sospensione, senza parlare di ben tre
interventi autoriali, in sole sette righe. Più che una prosa da Premio Nobel mi
sembra un testo scritto dai principianti che sono chiamato a valutare. E
proprio perché è di Fo che stiamo parlando sono riuscito a reggere fino a metà
libro, altrimenti l’avrei piantato prima.
Le divagazioni e le
puntualizzazioni specifiche fanno perdere il filo del discorso, i continui
riferimenti storici, sia pur necessari alla contestualizzazione, annoiano, i
frequentissimi interventi dello scrittore stuccano non poco, e non parliamo più
dei dialoghi; il tutto conducendoti ben presto a pensare che se ti resta
davvero la voglia di sapere qualcosa della vita di Lucrezia Borgia, allora sarebbe senz’altro molto meglio rivolgersi
a qualche altra biografia.
Seria.
Il Lettore
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