Ovvero: Rimedi letterari per ogni malanno
recita il sottotitolo del libro curato dalle scrittrici inglesi Ella Berthoud e Susan Elderkin, libro che è uscito contemporaneamente in tutta
Europa seguendo una precisa strategia di marketing,
e in ogni Paese è stato curato da uno scrittore autoctono che vi ha inserito
consigli mirati per i propri connazionali.
La versione italiana è
curata da Fabio Stassi. Su cui non
dico nulla perché non lo conosco minimamente (ma posso però dire, per quanto
riguarda l’edizione italiana, che qualche metafora non mi è sembrata proprio
del tutto centrata, e anche che ho notato qualche virgola tra soggetto e
predicato).
In questi ultimi tempi si
sente molto parlare sia di lettura
che di scrittura terapeutiche. Stanno
prendendo sempre più piede gli audiolibri
principalmente per non vedenti ma non solo, organizzazioni di volontari come Laav – Letture Ad Alta Voce prestano la
propria voce per portare momenti di allegria, cultura e conforto a bambini,
anziani e malati, e i corsi di Scrittura
Terapeutica cominciano ad essere abbastanza frequentati.
Anch’io trovo che lo scopo
di questo libro sia del tutto lodevole. È ovvio che se hai un raffreddore non
puoi pretendere che ti passi perché
leggi Il cappotto di Nicolaj Gogol, e questo lo dicono anche
le stesse curatrici, aggiungendo comunque che la scusa di leggerlo è buona per
avvolgersi in una coperta insieme alla borsa dell’acqua calda ad aspettare che il
malanno passi da solo. Né loro stesse pretendono di sostenere che un libro
possa curare sindromi ben più gravi di un raffreddore, ma anche nei casi più problematici
una buona lettura può contribuire ad alleviare un dolore, può farti conoscere
come altre persone sono passate per la tua stessa tragedia, può aiutare per
sollevarti al di sopra delle tue stesse emozioni.
Il libro è strutturato con
l’organizzazione di malattie e sintomi in ordine alfabetico, e per ogni termine
vengono consigliati uno o più testi che secondo le curatrici potrebbero fare
comodo, in varie forme, a coloro che sono interessati a quella sindrome. Così,
per esempio (ne cito tre aprendo il libro del tutto a caso):
Mal
di Testa – Neve, Maxence Fermine
Vigliaccheria – Il
buio oltre la siepe, Harper Lee
Entusiasmo,
Mancanza di – Ragtime, E. L. Doctorow
E così via, inserendo per
ogni termine considerato anche la spiegazione
del perché è stato consigliato quel libro e spesso riportandone anche la trama.
A volte i libri consigliati sono più di uno e per qualche sindrome sono anche
una decina. In fondo al volume sono riportati gli indici in ordine alfabetico delle
sindromi e degli autori citati.
È ovvio che non tutte le
scelte delle autrici si possono condividere, ma la maggior parte dei libri
consigliati sembrano azzeccati per
la categoria in cui sono inseriti, perlomeno per quello che ho potuto giudicare
in base ai libri che ho già letto e alle motivazioni che le curatrici
forniscono di volta in volta. Esempi ne sono
Siddharta (Angoscia esistenziale); Il
postino suona sempre due volte (Apatia); Uomini e topi (Speranza, perdita di).
Altre volte, invece, sono indicati
libri che mi sono sembrati decisamente controproducenti per la patologia per la
quale sono consigliati: La perfetta
ossessione non mi sembra così azzeccato per curare l’(Anoressia), quanto
piuttosto per incrementarla, e la spiegazione che riportano per la lettura di L’assassinio di Roger Aykroid per curare
l’(Influenza) mi pare un pò campata per aria.
In (Cinquant’anni, avere)
troviamo invece l’elenco dei dieci
migliori romanzi per cinquantenni, uno dei quali, tanto per dare un’idea
del tono, è Il gioco delle perle di vetro.
Ora, a parte che di questi dieci ne ho già letti ben tre, e che in ogni caso è
giusto che Hermann Hesse venga letto
una volta raggiunta la maturità (mentre io me lo sono fatto quasi tutto prima
dei vent’anni), trovo che una volta passato il mezzo secolo uno abbia bisogno
di letture un pochino più allegre…
Secondo me, uno dei pregi più grandi di questo libro è che
fa venire voglia di leggere molti altri titoli. Per la spiegazione che hanno
riportato del perché Il Gattopardo
(Appetito, Perdita Di) è così bello, mi hanno fatto venire voglia di riprovare
a leggerlo per l’ennesima volta. Così come per Il petalo cremisi e il bianco (Ambizione scarsa), che tanto bene
posseggo ma non vi ho ancora messo mano; o di rileggere 1Q84 (Amore,
disamorarsi dell’); o di decidermi una buona volta a provare ad aprire Infinite Jest (Disturbi della lettura: essere scoraggiati dalle dimensioni).
In fondo un libro come Curarsi con i libri può essere interessante
per molti, così come lo è stato per me, e sulla falsa riga di questo ero stato
incuriosito anche da I cento libri che
rendono più ricca la nostra vita, a cura di Piero Dorfles, e non è detto che prima o poi non prenda anche
quello.
Del resto anche i manuali
di autocura vanno per la maggiore.
Mi è bastato alzare lo sguardo al di sopra del portatile per leggere tra gli
altri, nello scaffale dedicato alle essenze vegetali: La scoperta dell’aglio; I segreti di Nonna Perla: aglio; Aglio, cipolla
e cuor contento; Le virtù curative dell’aglio.
Se putacaso vi capitasse di
essere invitati a cena a casa mia, ora sapete cosa aspettarvi.
Il Lettore
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