Salve a tutti! Prima di
parlare del libro di oggi porto a conoscenza dei miei affezionati lettori che
il sottoscritto si prenderà una settimana di vacanza, dal momento che la cara mogliettina
è riuscita a trascinarmi con l’inganno (ha prenotato senza chiedermi alcun
parere preventivo…) in un’isola greca dove non so se avrò la possibilità di
collegarmi.
Va be’… alle mogli si
perdona tutto, no? Ne approfitterò per prendere appunti per le recensioni dei
libri letti in vacanza…
Ok, per quest’altro romanzo
di Massimo Carlotto, Il maestro di nodi, comincerò a parlare
prima dei difetti, che non sono pochi, ma non per questo il libro è da bocciare
né risulta meno interessante.
Dopo L’oscura immensità della morte ho trovato quest’altro Carlotto meno
profondo, meno curato e forse un po’ più tirato via, e mostra alcune ingenuità da
dilettante che avrebbero potuto essere ovviate con una buona operazione di editing.
La prima pecca è stata subito inserita nel
“raccontare”, a inizio libro, le biografie del protagonista e dei suoi
collaboratori. Invece di “mostrare”, Carlotto si dilunga con l’antefatto
storico dell’io narrante e degli altri protagonisti, rallentando l’azione. Poteva
benissimo farlo in seguito o lasciar cadere riferimenti durante un dialogo.
La descrizione dell’ambiente
sado-maso nel quale è
contestualizzata la vicenda (con tanto di terminologia adeguata: “master”, “slave”, ecc.) sembra presa pari pari da una documentazione svolta su
un noto sito di incontri a carattere sado-masochistico (vi piacerebbe che ve ne
facessi il nome, eh?), e la conclusione del libro mi sembra sia stata un po’
troppo sbrigativa e leggermente tirata per i capelli, con una plausibilità che
si avvicina all’inconsistenza.
Inoltre: il difendere un
certo codice d’onore malavitoso sa tanto di Educazione Siberiana (vedi); il giustificare il ricorso alla violenza da parte
dei protagonisti, ma il condannarlo quando se ne serve qualcun altro, è un po’
sopra le righe, e i consistenti riferimenti ai fatti del G8 di Genova, che forniscono
una collocazione temporale alla vicenda narrata, poteva risparmiarseli: sanno
tanto di “forzato”.
D’altra parte resta un
romanzo che si legge di un fiato, con una trama quel tanto scabrosa da stuzzicare, personaggi
interessanti e una tensione narrativa che viene subito innescata (a parte le
biografie iniziali…) dal rapimento di una donna e dall’inizio delle indagini
intraprese per poterla ritrovare all’interno di un ambiente particolare in cui
le deviazioni sessuali sono accennate ma non discusse né tantomeno giudicate. Nell’analisi
di uno dei protagonisti è riassunta tutta la morale: in campo sessuale, tra
adulti consenzienti è ammessa qualsiasi
pratica.
Nonostante la poca
credibilità di tutta la vicenda lo stile è scorrevole e immediato, i personaggi
dotati di un certo fascino e in definitiva, nonostante i difetti, è un
romanzetto anche piacevole da leggere.
Ci sentiamo tra una
settimana!
Il Lettore
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