giovedì 24 aprile 2014

La spada e la seta

Per un appassionato di arti marziali la lettura di questo romanzo autobiografico di Mark Salzman è come un tuffo in piscina per una persona accaldata: piacevole, rilassante e rinfrescante. Le arti marziali, e in particolare il ju jitsu, hanno ricoperto un ruolo importante nella mia vita e, anche se Salzman parla di kung fu, è sempre piacevole ripercorrere sentieri sui quali si è camminato e che pur transitando per itinerari diversi conducono tutti alla stessa meta.


L’autore, appassionato di arti marziali fin da bambino, decide di dare una svolta alla sua vita e di fare di queste discipline il centro della sua esistenza. Allo scopo si trasferisce in Cina e inizia a percorrere un lungo viaggio di addestramento e di formazione spirituale che lo porterà ad apprendere tecniche e segreti del wushu, cioè di tutte le forme cinesi di combattimento con e senza armi delle quali la più famosa è quel kung fu fatto conoscere al mondo cinematografico prima da quel personaggio unico che è stato Bruce Lee e quindi dal più umoristico, ma non meno bravo, Jackie Chan.
Il risultato trasposto in un romanzo è un prodotto godibile con rilassatezza: l’impatto tra un occidentale e la cultura cinese fornisce lo spunto per episodi con contenuti che vanno dal tenero all’umoristico, senza tralasciare l’importanza celata nel significato nascosto che è situato oltre l’aspetto esteriore e puramente formale del cammino delle arti marziali.
Da qualche altra parte in passato ho scritto: “Il karate, il jujitsu, il judo, il kungfu, l’aikido, il taekwondo, una qualsiasi di queste discipline, con la psicologia orientale che è loro connaturata permette, insieme all’allenamento fisico, di ricercare una dimensione spirituale nella quale si è portati ad approfondire la conoscenza di sé e in cui si consolidano di continuo i princìpi delle quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Di queste virtù dovrebbe essere dotato ogni essere umano. Esse non sono enfatizzate solamente dall’insegnamento religioso, che a volte spinge a dei veri e propri eccessi, ma fanno anche parte integrante del bagaglio psicologico delle arti marziali.”
Al giorno d’oggi potrebbe sembrare anacronistico il dover faticare anni per imparare a padroneggiare l’uso di una spada o di una lancia. Del resto, come dice uno dei personaggi del romanzo, quante occasione si avranno mai per poter usare un’arma del genere? Ma l’essenza dell’addestramento all’uso della spada va oltre il mero aspetto combattivo e non è altro che un espediente per raggiungere quella profonda conoscenza di sé che risulterà fondamentale in tutti gli aspetti della vita futura. 
Dal libro è stato tratto anche un film dal titolo italiano, “Ferro e Seta”, che ricalca l’originale inglese “Iron and Silk”, con protagonista lo stesso autore del romanzo.
Il Lettore 

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