venerdì 30 agosto 2013

L’arte del dubbio

Pubblicato dapprima dall’Editore Giuffrè nel 1997 con il titolo Il controesame: dalle prassi operative al modello teorico a firma di Giovanni Carofiglio (?! – fonte:  libreriauniversitaria.it), è stato riedito nel 2007 da Sellerio, dopo un rimaneggiamento servito a togliere le parti più pesanti del testo, e dopo che Gianrico Carofiglio era diventato famoso con i romanzi dell’avvocato Guerrieri.


L’arte del dubbio nasce quindi come un testo giuridico ed essenzialmente destinato agli addetti ai lavori nell’ambiente della giurisprudenza, e se si vuole incolpare Sellerio di aver cavalcato l’onda del successo per far andare in porto un’operazione commerciale be’, lo si potrà pure fare, ma resta il fatto che perlomeno non è stata una fregatura come se ne vedono tante nell’ambiente editoriale, perché a parer mio questa è un’opera il cui valore va ben oltre la media.
Il libro è in pratica un manuale sul come si dovrebbe condurre un interrogatorio giudiziario, in particolare sul controesame dei testi, e in fondo anche un manuale sull’arte della comunicazione, supportato da numerosi esempi di interrogatori tratti da processi reali che costituiscono in pratica una raccolta di racconti giudiziari. Vi si trattano temi delicati come il saper demolire o rafforzare una testimonianza, gli approcci psicologici alle diverse tipologie di teste, gli errori da evitare per perseguire gli scopi prefissati. Il lessico è tipicamente giuridico e molto ricercato, ma nonostante questo approccio giurisprudenziale Carofiglio è riuscito a rendere i concetti sufficientemente chiari da essere compresi anche da profani della materia (come me).
 Come ho iniziato a leggerlo l’ho letteralmente divorato, trovandolo una lettura piacevole e colta, estremamente interessante e che richiede solamente un minimo di concentrazione per capirne i concetti; concetti non di immediata fruizione, bisogna riconoscerlo, ma che sono esplicati ed alleggeriti da numerosi esempi nei quali molte volte fa capolino quell’umorismo che Carofiglio riversa anche nei suoi romanzi:
“Avvocato: E lei vuol farci credere che in queste condizioni è riuscito a vedere il mio cliente che staccava un piccolo pezzo di orecchio al suo avversario?
Teste: Ma io non l’ho visto mentre lo staccava…
Avvocato: Allora come fa a sostenere che…
Teste: … l’ho visto mentre lo sputava subito dopo…
Questo libro mi fornisce inoltre lo spunto per un’altra considerazione: uscendo dal tema per tornare ad indagare le complesse meccaniche che regolano i giudizi su IBS, come già fatto in passato su questo blog, basta dire che a L’arte del dubbio numerosi lettori hanno affibbiato un 1 (pessimo), motivando questa bocciatura via via nei seguenti modi:
1 – non avevo capito che non era un romanzo (alla faccia degli acquisti consapevoli!);
2 -  credevo fosse un romanzo (buongiorno…);
3 – troppo tecnico (ma guarda!);
4 – la trovo solo un’operazione commerciale (può anche essere che sia così, ma in ogni caso è il valore del libro che andrebbe giudicato);
5 – è un discutibile prodotto a tavolino confezionato per colmare un vuoto editoriale (???);
6 – è un saggio di procedura civile (peccato che tratti di interrogatori penali…);
7 – Carofiglio ha finito la vena creativa (ma non è quello dei suoi libri che ha scritto per primo?);
8 – mi aspettavo un romanzo, sono rimasta delusa (e perché? Un libro è buono solo se è un romanzo?);
9 - ho trovato “L'arte del dubbio” nella sezione thriller di una libreria di una grande catena nazionale e credo che questa sia pubblicità ingannevole (!!!);
10 - perché pubblicare in una collana dedita al romanzo un manuale "tecnico"? (e chi l’ha detto che “La Memoria” è dedicata “solo” al romanzo?);  
11 – ha sfruttato l’onda del successo (ma vogliamo giudicare il libro, o le intenzioni dell’autore?).
Sono allibito.
Questo tipo di giudizi testimonia come molti lettori non sappiano nemmeno cosa si apprestano a leggere, e sono pronti a massacrare (o viceversa ad osannare) un testo solo per sentito dire o per sensazioni fumose, non avendo la minima cognizione di causa su come quantificarne l’effettivo valore.
Il Lettore

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