Veramente brutto, questo quarto seguito de La biblioteca dei morti: trama abborracciata,
scene d’azione confusionarie e inconcludenti, in un tutto raffazzonato alla
carlona sull’onda del dogma sfruttiamo il
filone finché possiamo farci quattrini, fanculo lo scrivi per bene.
Glenn
Cooper stavolta è arrivato persino a tirare in ballo un poco probabile Benjamin
Franklin (quanto ci stanno bene le analessi!) per tentare di far scalpore in una vicenda che ricalca
esattamente quelle dei romanzi precedenti. Stessi protagonisti, seppur oramai
in pensione, e stessi problemi di fondo. Stessa deficienza degli antagonisti.
Identica conclusione. In pratica si è scopiazzato se stesso in modo veramente barbaro pur
di continuare a vendere sfruttando il filone a cui aveva dato origine con il
libro nominato sopra.
Peccato, perché l’idea
primigenia sarebbe stata anche interessante, ma sentirsela riproporre per l’ennesima volta e per di più storpiata e
imbruttita fa veramente cadere le
palle.
Scartabellando in rete ho
trovato dei commenti di persone che hanno giudicato ottimo questo romanzo, trovandolo
persino avvincente. Sono contento per loro, veramente. Perlomeno si sono
divertiti.
Qualche volta mi rammarico di
non avere abbastanza pochezza
mentale per divertirmi anch’io.
Il Lettore
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