Fermi! Rilassatevi e
prendetevi un attimo di pausa in modo di leggere questo post in tutta tranquillità, perché oggi parliamo di un libro
assolutamente fondamentale, un libro
basilare nella letteratura e nella filosofia del ventesimo secolo e che tutti
dovrebbero leggere, un libro di quelli che ti invitano a riflettere a fondo su
ogni affermazione che l’autore ha scritto (ed è per questo che ci ho messo
molto tempo a leggerlo).
Ognuno di noi prima o poi si
sarà chiesto che cosa succederà quando moriremo. La risposta di Bertrand Russell è estremamente
semplice: “Quando morirò, sarò niente di
niente e nulla di me sopravviverà. Non sono più giovane e amo la vita. Ma mi
rifiuto di vivere tremando di terrore al pensiero del nulla, la felicità non è
meno vera perché deve finire, né il pensiero e l'amore perdono il loro valore
perché non sono immortali.”
Un modo di pensare ragionato e nello stesso tempo
estremamente positivo e umano.
Russell parte da queste
parole per dare vita a una profonda disamina
di come influisce qualsiasi religione, quella cristiana in particolar modo,
nella vita di tutti gli uomini. Una persona grezza come me la direbbe alla perugina: le religioni hon fatto sempre più danni de la grandine, ma un
Premio Nobel, eccheccazzo, è molto più forbito e diplomatico: “[...] non sono cristiano: in primo
luogo, perché non credo in Dio e nell'immortalità; e in secondo luogo, perché
Cristo, per me, non è stato altro che un uomo eccezionale”, precisando,
poi, che il suo insegnamento (quello di Gesù Cristo, capiamoci), pur eccellente
sotto molti aspetti, appare difettoso sotto molti altri e dal punto di vista
morale non regge il confronto né con Buddha
né con Socrate.
Ma non si limita solo al
ridimensionare qualsiasi professione di fede: “È indesiderabile credere vera una proposizione quando non c'è alcun
fondamento per supporre che sia realmente vera” allargandosi sul pensare in
modo razionale; inoltre insiste particolarmente sui danni collaterali che le religioni possono provocare con i loro
insegnamenti distorti. Si prenda il caso della religione cattolica nei
confronti del sesso: "Il sesso come
l'alimentazione va vissuto in modo semplice e naturale: ogni eccesso è negativo
e come nel caso del cibo ogni proibizione ne accresce il desiderio eccessivo. L'insegnamento
della Chiesa, com'è dimostrato negli Stati Uniti, con il suo rigido moralismo
ha stimolato in modo malato l'interesse per il sesso. L'impulso naturale
represso non produce uomini sani e aperti."
In questa raccolta di saggi scritti
da Russell tra il 1899 e il 1954 e in seguito pubblicati in volume, il filosofo premio Nobel per la
Letteratura nel 1950 tira le somme dei motivi del suo ateismo, ma con questo non intende invitare tutti a seguire il suo
esempio: incita solamente qualsiasi persona alla libertà di pensiero: ragionare con la propria testa, non spinti da
dogmi o sotto l’influenza di qualsiasi tipo di insegnamento interessato. Per la
sua abiura di un qualsiasi credo religioso Russell è stato oggetto, da parte di
alcuni vescovi, di ostracismo e di una martellante campagna denigratoria dopo
che gli era stata assegnata una cattedra al City
College di New York. Gli è andata anche bene: a Roma forse sarebbe stato
scomunicato (per quanto poco gliene sarebbe potuto interessare), in Islam
direttamente giustiziato. Sono i più fanatici quelli a cui fa più paura una persona che pensa con la
propria testa.
Dan
Brown nel suo ultimo libro
ha romanzato lo stesso tema, Bertrand
Russell invece lo spiega in modo ragionato: non esiste nessun Dio, siamo
solo frutto di un’evoluzione durata miliardi di anni e ancora in proseguire.
Facciamocene una ragione e piantiamola perlomeno con le guerre religiose che
non hanno nessun senso ma provocano ancora oggi migliaia di morti in ogni parte
del globo.
Ragioniamo liberi da qualsiasi costrizione o
insegnamento coatto, cioè in modo contrario
a ciò che vogliono invece coloro ai quali fa comodo tenerci soggiogati. Sia in
campo religioso che in campo politico. Grande.
Per la sua umanità e il suo
pacifismo se fosse ancora vivo si meriterebbe di prendere il Nobel per la
seconda volta. Uno dei pochi Nobel per la Letteratura che non hanno ammazzato
nessuno dei propri personaggi.
Il Lettore
Nessun commento:
Posta un commento